Ciao Twitter, benvenuta X… o no?

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Sta facendo notizia il cambio del nome, del logo e della struttura di Twitter, che diventa “X”. Musk fa all-in su un nuovo modello di business con esplicito uso di tecniche AI. Sì va verso Wechat, un’app cinese sulla quale passa tutto, comprese le consegne di oggetti e quindi i pagamenti. Tre punti sembrano rilevanti: commerciale, mediatico, politico.

  1. Le attività commerciali che usavano Twitter vogliono sapere cosa fare del seguito finora raccolto.

Se il suo gioco funziona, gli introiti finanziari saranno rilevanti rispetto a quelli pubblicitari, e più ricchi per i creatori di contenuti.

I fornitori di beni e servizi avranno un nuovo canale di vendita diretta, con risultati migliori della separazione tra promozione ed e-commerce.

Altrimenti perderanno la popolarità finora acquisita con l’uccellino.

È questo anche un risultato che fa tesoro della visione cinese. Parlando di piattaforme, la differenza fondamentale tra cinesi e occidentali è che i primi si sporcano le mani con business verticali: condividere contenuti ha senso se anche annunci, consegna e riscossioni avvengono dentro la stessa app.

Questo raccontava nel 2018 Kai Fu Lee, sino-statunitense dedito all’intelligenza artificiale, nel seminale saggio “AI Superpowers” (anche prima in altri scritti e interviste).

L’AI non è trascurabile nel progetto X. Musk è il front-end di un raggruppamento che disegna chip per l’AI, ha interessi in varie aziende di AI e grazie alle auto Tesla ha di gran lunga il maggior quantitativo di dati di addestramento di AI nel mondo reale.

  1. L’hype mediatico segue percorsi sempre sconosciuti prima che gli eventi si verifichino, ma per comprendere gli avvenimenti bisogna saperlo filtrare dalla reale sostanza.

Le azioni del brillante sudafricano sono sempre avversate da numerosi benpensanti. Quindi sono frequenti e forti gli anatemi scagliati contro X.

Personalmente ritengo che continuare a valutare Elon Musk come one-man band che fa il bullo di periferia senza sapere cosa faccia è come non valutare che Cristoforo Colombo parlò con gli Inquisitori e uscì sorridente sulle sue gambe. Discutere sul cambio del nome o sulla differenza delle strategie tra Twitter e X, o dei flussi di utenze e finanze da e verso la neonata Meta Threads è ripetere i percorsi sbagliati che portarono Clubhouse o Mastodon prima tra le stelle, poi nel dimenticatoio.

  1. C’è ancora un punto chiave da considerare, secondo me al momento il più rilevante: la politica. La principale rilevanza di Twitter è stata, storicamente, la sostituzione del canale televisivo per l’erogazione di notizie ufficiali da parti politiche e commerciali.

La disponibilità di un canale mondiale aperto mostrò tutta la sua forza con la Primavera Araba del 2010. Orbene, nel 2024 ci saranno ben tre elezioni: Stati Uniti (dal 5 novembre), Parlamento Europeo (6/9 giugno) e Russia (primo round il 17 marzo). Certamente X sarà rilevante, ed è impossibile non pensare che Starlink (rete satellitare ad alta banda di Musk) avrà un ruolo essenziale nel dirigere i flussi d’informazione.

Ovviamente questo vale non solo per X, ma per tutte le piattaforme di micro/blogging, compresa Meta Threads. Ci attendono 18 mesi rilevanti. A seconda di come ne usciranno, per tecnologia, personale e aderenze (non solo politiche) decideranno investimenti, listings, attività commerciali per il successivo futuro.

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Leo Sorge
Leo Sorge
Leo Sorge è laureato in ingegneria elettronica, ma ha preferito divulgare scienze e tecnologie reali o presunte. Ritiene che lo studio e l’applicazione vadano separate dai risultati attesi, e che l’ambizione sia il rifugio dei falliti. Ha collaborato a molte riviste di divulgazione, alle volte dirigendole. Ha collaborato a molti libri, tra i quali The Accidental Engineer (Lulu 2017), Lavoro contro futuro (Ultra 2020) e Internetworking (Future Fiction 2022). Copia spesso battute altrui, come quella sull’ambizione e anche l’altra per cui il business plan e la singolarità sono interessanti, ma come spunti di science fiction.

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