Nutanix: la trasformazione è anche manageriale

I principi del cloud suggeriscono una gestione che esce dalla nuvola e offre nuovi strumenti ai processi, sempre più innovativi

La gestione dell’azienda richiede competenze in continuo mutamento e con un diverso mindset nella gestione della complessità. Il multicloud è oggi la base dell’innovazione e Nutanix è uno dei player mondiali di maggior successo.

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Rajiv Ramaswami, CEO, e Sammy Zoghlami, Senior Vice President EMEA di Nutanix

Abbiamo affrontato l’evoluzione del management con Rajiv Ramaswami, CEO, e Sammy Zoghlami, Senior Vice President EMEA di Nutanix.

Trattare di GDPR, cloud e Gaia-X in Europa e in Italia è interessante, ma dalla conversazione sono usciti punti nuovi come un nuovo approccio alla gestione del talento e dell’automazione dei processi. L’ICT è sempre più la base della cultura aziendale.

Quali sono le sfide di oggi nella gestione di dati e applicazioni?

(Rajiv Ramaswami) La digitalizzazione porta alla generazione di grandi quantità di dati che l’azienda deve saper gestire. È un fenomeno generale, che tocca qualsiasi livello. Per esempio, in India è recentemente partita una piattaforma di pagamenti digitali che funziona ovunque e per qualsiasi somma, alla quale fanno riferimento persino i venditori al dettaglio che stanno sulla strada. I dati sono ovunque: data center, Edge, applicazioni, cloud. E la loro gestione riguarda molti aspetti: costi, sicurezza, governance, compliance e altri parametri. Inoltre, oggi, rispetto a 3-4 anni fa, c’è molta attenzione rispetto a temi quali la sovranità, la localizzazione dei dati e la privacy. Una delle conseguenze dirette di questa situazione è l’aumento della complessità oltre soglie facili da gestire. È per questo che oggi è necessario semplificare la gestione del mondo ibrido d’oggi ed è proprio ciò che Nutanix propone.

Ha citato compliance e sovranità dei dati, che sono un tema di particolare attenzione in europa. Qual è la vostra posizione?

(Sammy Zoghlami) Governance e compliance sono componenti forti della discussione che osserviamo tra clienti e normatori, su cosa può essere fatto e come. Benché l’esigenza di compliance parta da motivazioni ragionevoli, la complessità in Europa è particolarmente elevata. In questa situazione, l’automazione è un requisito centrale.

Inoltre, qualche anno fa la situazione era più semplice: tutto ciò che non aveva requisiti diretti di compliance veniva spostato il prima possibile sul cloud. Ora, invece, si pone anche grande attenzione al tema dei costi per evitare di sostenere un doppio costo necessario a mantenere le risorse in house fino a quando non sono spostate nel cloud. Una situazione di questo tipo rappresenta un buon contesto per Nutanix; il public cloud è una delle risposte all’esigenza dei nostri clienti di avere più agilità, compliance e costi sotto controllo.

Nutanix ha spostato il modello di business verso i servizi gestiti. Questa mossa ha soddisfatto le aspettative?

(Rajiv Ramaswami) Molte aziende stanno terminando il processo di digital transformation, che richiede servizi gestiti. Nutanix ha ormai completato un percorso durato due anni con cui ha via via rinnovato la propria offerta in modo molto soddisfacente. L’Italia sta affrontando sfide per modernizzare la propria infrastruttura ICT e Nutanix ha anche una partnership con Sogei. Crede che la PA italiana stia andando nella direzione giusta?

(Sammy Zoghlami) Sono in Nutanix da oltre dieci anni e nel pubblico vedo ora una forte accelerazione, che sta cambiando anche il modo di pensare dei dirigenti e permette di superare i limiti precedenti. Ora vedo molte best practice del mondo privato che vengono applicate anche nel settore pubblico. Sogei è una iniziativa unica per la Pubblica Amministra- zione e ha certamente un impatto positivo. Altri grandi Stati hanno molte iniziative ICT, ma non coordinate tra loro. Rispetto all’Italia, nazioni che non hanno alcun pregresso possono partire da zero e questo semplifica le azioni perché le transizioni sono sempre complesse.

Gaia-X è l’iniziativa per la governance digitale che può essere applicata a vari stack tecnologici cloud ed edge. Cosa pensa di questo approccio?

(Sammy Zoghlami) Aumentare e uniformare la consapevolezza è un’ottima cosa a tutti i livelli, anche politici. Non si tratta di creare l’Unione Europea dell’IT: rispetto alle iniziative nazionali, Gaia X aumenta il coordinamento. Certo creare unicgrande cloud provider europeo è possibile, ma molto difficile, e richiede tempi lunghi. Partendo da una stessa iniziativa è molto probabile che nasceranno molte partnership con un forte substrato comune, perché ogni nazione ha le sue specificità proprio come le ha ciascun settore di mercato.

Credete che Gdpr, la legge europea sulla protezione dei dati, rappresenti un ostacolo all’integrazione dei servizi cloud a livello globale? 

(Sammy Zoghlami) In molti casi direi di sì. Non tutte le aziende hanno capito come adeguarsi. Spesso la soluzione è di creare “repository” di dati per sapere sempre dove sono collocati e che è possibile cancellarli. Ne consegue che spesso vengono creati nel cloud nuovi silos di dati. A volte si parla di spostare il potere dei dati dalle grandi aziende alla gente. Questa è un’istanza filosofica dovuta anche al fatto che, storicamente, i principali cloud provider sono statunitensi e non europei.

Ci sono altri aspetti che ostacolano il miglioramento dell’organizzazione delle aziende?

(Sammy Zoghlami) Certamente due punti sono emersi su scala globale, indipendenteme sono emersi su scala globale,ui si opera: l’elettricità e le competenze. Qualche anno fa l’elettricità era marginale, ma ora è centrale per il business: è un problema di costo. Forse ci resterà per anni ed è diventato un problema del quale deve occuparsi il CEO. Non sempre l’IT è l’area a maggior costo energetico, ma in alcune parti sì. Nutanix ha molta esperienza in questo settore. In Europa, al momento, un altro tema centrale è quello di definire opportune strategie per la mitigazione del calore. Parlando di competenze, sono molti i settori nei quali non ci sono abbastanza esperti e quelli disponibili cambiano spesso lavoro, attratti da condizioni economiche migliori. Molti esperti cambiano azienda e lavoro e molte organizzazioni si trovano nella condizione di non disporre di personale a sufficienza per perseguire i loro obiettivi. La soluzione a questo problema è di intervenire per semplificare la tecnologia, ridurre il numero di azioni umane e aumentare l’automazione. Abbiamo alcuni clienti che sanno che perderanno i loro talenti e, di conseguenza, li formano appositamente, con programmi agili della durata di 3/6 mesi, e in grande quantità, in modo da avere continuamente a disposizione il personale necessario.

Un altro tema riguarda la trasformazione nella gestione dei progetti. Ogni azienda ha in corso un certo numero di progetti ma la mentalità è cambiata. Avviare nuovi progetti oggi richiede una gestione del budget differente rispetto al passato. Spesso, è necessario rassegnarsi ad accettare un progetto di portata più limitata, con un entry point più basso, ed essere pronti a cancellarlo se le cose non vanno come previsto. Se poi il progetto parte bene, allora esiste la possibilità di ampliarlo e farlo scalare verso l’alto. Sono tutti cambiamenti di gestione ai quali un’organizzazione di successo dev’essere preparata.

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