I dati e i loro flussi sono al centro della nuova economia. Dati di tutti i tipi confluiscono dei data center e le regole del luogo di installazione ne determinano i flussi economici.
La gestione dei flussi prevede la collazione di varie componenti in flussi di grandi dimensioni. In molti campi, l’Italia ha una tradizione di frammentazione e incompetenza che rasenta l’incredibile, soprattutto se confrontato con i risultati.
Finché si resta in ambito locale, i vantaggi di una gestione completa non sono direttamente visibili. L’interconnessione digitale rende però necessario invertire il procedimento: la frammentazione va ricomposta in una struttura generale sulla cui dorsale innestare eventuali peculiarità, permettendone la gestione su scala nazionale.
Tra i suoi effetti, quindi, la digitalizzazione interconnessa porta anche una deframmentazione dei data center e delle competenze esistenti. La spinta attuale nella modernizzazione dell’IT italiana va verso tre azioni fondamentali: il cloud della PA, il cloud delle PMI e la creazione del polo 3-I.
Arriva il PSN, Polo Strategico Nazionale
La PA sta per essere attraversata dalla modernizzazione. Anche grazie al PNRR, la maggior parte dell’investimento IT complessivo confluire nel cloud “nazionale- La trattativa proposta dal ministro Colao per la realizzazione del Polo Strategico Nazionale vede al momento due raggruppamenti contendersi un progetto di durata 13 anni per un importo di 2,8 miliardi di euro. La cordata vincitrice dovrà contrattualizzare la possibilità dello Stato di entrare nel Consorzio.
Si è giunti alle due attuali cordate attraverso un rimescolamento delle iniziali alleanze. Chi vincerà farà comunque ricorso ad una combinazione più o meno lineare dei servizi di Amazon, Google, Microsoft, Oracle e forse un altro fornitore ancora non specificato.
Per le necessità della PA, in Italia il cloud c’è. Mi chiedo se il raggruppamento vincitore avrà la lungimiranza di far partire un piano di acquisizioni e collaborazioni con le capaci, ancorché piccole, aziende italiane. Anche perché i grandi colossi stranieri in genere crescono proprio grazie a commesse pubbliche.
Dalla PA alle PMI nel rispetto del tessuto nazionale
Possiamo fare alcune osservazioni sui futuri sviluppi del PSN. Probabilmente il progetto nasce più monolitico di quello che servirà, per cui sarà necessaria una serie di piccoli data center periferici per soluzioni anche Edge.
È inoltre opportuno osservare che la messa a disposizione dei data center è solo uno degli strumenti, e che la costruzione dell’ecosistema spetta a chi lo usa e non a chi lo fornisce.
Un’altra conseguenza della digitalizzazione della PA è la digitalizzazione delle aziende, come conferma anche Thomas Kurian, CEO di Google Cloud, al lavoro insieme a Telecom per un ecosistema rivolto alle PMI.
Altri hyperscaler, per esempio Oracle, hanno già intrapreso questo percorso. Tutti i grandi fornitori si adegueranno: in queste azioni c’è anche lo sforzo d’integrazione delle diverse normative di privacy e security esistenti in molte parti della Terra.
Molto ci attendiamo anche in termini infrastrutturali da 3-I, come si chiama informalmente il raggruppamento di Inps, Istat ed Inail anch’esso previsto dal PNRR. Le tre grandi realtà hanno un’ICT di prim’ordine, che potrà certamente fare comodo all’intero sistema-Paese.
Defrag Europe
Creare un sistema digitale complessivo porterà enormi benefici al Paese. Non dobbiamo però valutare i benefici con riferimento alla nostra situazione pregressa, bensì all’avanzamento degli altri Paesi. Ridurre il numero di riferimenti permetterà una veloce uniformazione dei processi e l’identificazione delle inefficienze.
La deframmentazione dell’Italia informatica, insomma, è giunta. Dovremo confrontarla con quella di altri Paesi, e tra macroaree economiche, in primis l’Europa.