Gli MSP italiani evolvono puntando sui servizi gestiti

Continua il processo evolutivo dei managed service provider italiani verso servizi a maggiore valore aggiunto, con un’attitudine più votata all’outsourcing e che insegue i vantaggi dei ricavi ricorsivi. La carta di identità messa a punto da Achab nel suo report periodico.

Sono stati oltre 450 gli MSP che hanno partecipato (più di 350 in presenza e un centinaio in remoto) all’MSP Day, l’evento organizzato lo scorso giugno da Achab per chiamare a raccolta i fornitori italiani (attuali o futuri) di servizi IT gestiti. E il successo di questa quinta edizione è stato tale che la durata ha dovuto essere prolungata. Il tradizionale giorno non bastava più per consentire ai sempre più numerosi partecipanti di assistere agli speech e di condividere in modo appropriato idee ed esperienze nei momenti di networking. Ma, soprattutto, un giorno non era più sufficiente per lasciare un adeguato spazio ai 36 sponsor tecnologici che hanno voluto essere parte della manifestazione.

L’MSP Day è anche l’occasione per Achab di raccontare agli operatori del settore come sta evolvendo il mondo dei managed service provider in Italia. Infatti, il distributore milanese ogni anno a primavera raccoglie i dati per redigere un report sugli MSP nel nostro Paese, i cui risultati sono poi presentati all’evento di Riccione. Il campione è costituito da aziende clienti di Achab e, quindi, qualcuno potrebbe osservare che il report fornisca una visione parziale del settore. Un’osservazione più che lecita, tuttavia, oggi è l’unica indagine che tenta di valutare a che punto è il mercato degli MSP evidenziando le evoluzioni in atto, i trend, le sfide e le prospettive per il futuro. E in quanto tale assume quindi particolare valore.

L’identikit dell’MSP

Dal Report MSP 2023 di Achab, emerge che i service provider italiani sono in massima parte realtà medio piccole. Sta però gradualmente diminuendo il numero delle microaziende e sta invece aumentando quello delle realtà di dimensioni maggiori. Iniziata tre anni fa, questa tendenza sta comportando un cambiamento sia nel numero di addetti impiegati sia nella percentuale delle aziende service provider che superano il milione di euro di fatturato (sono il 43%). Anche tra le piccole realtà, la maggior parte (il 54%) si trova comunque a dover gestire un parco macchine con 500 o più endpoint mentre il 30% ne gestisce oltre 1.000. In pratica, quello delle 500 machine rappresenta oggi il limite che distingue gli MSP che lavorano in maniera ancora “artigianale” da quelli che invece si strutturano per erogare servizi gestiti. Si tratta di un punto critico che dovrebbe portare a ripensare il proprio business. E questo pone anche nuove sfide in termini organizzativi: anzitutto trovare nuovi tecnici competenti (lo ha citato il 50% del campione) e poi amministrare la crescita rendendo più efficiente l’azienda (40%). Il report evidenzia anche un altro aspetto di rilievo: è in costante aumento il numero di fornitori che gestiscono oltre 100 clienti.

Dal break fix all’IT in outsourcing

L’indagine di Achab conferma il processo di evoluzione in atto da qualche anno che porta ad abbandonare il vecchio modello di business reattivo, o break fix (il 17% dei rispondenti lavora ancora in questa modalità), in favore di un modello secondo cui l’erogazione dei servizi in maniera gestita la fa da padrone a fronte del pagamento di un canone ricorrente, nel 70% dei casi di durata annuale. Il 72% degli MSP lavora offrendo servizi IT in outsourcing, con un aumento dell’11% rispetto al 2022. Il sistemi di controllo remoto (33%) e le piattaforme RMM (66%), strumenti ormai indispensabili per un MSP, stanno rendendo un ricordo gli interventi presso i clienti (1%). In aumento anche il numero di fornitori che usano strumenti di PSA (Professional Software Automation) e di ticketing per la gestione del help desk (70%), mentre il 61% dei rispondenti all’indagine dichiara di utilizzare software di Networking Monitoring & Management e il 50% strumenti professionali di documentazione IT. Per i servizi che esulano dal contratto annuale, la tariffa oraria media praticata oscilla in prevalenza fra i 46 e i 60 euro (46%), ma molti (32%) puntano invece un po’ più in alto, tra i 61 e gli 80 euro.

In quali settori operano gli MSP 

Secondo i dati del report, la grande maggioranza degli MSP (89%) ha clienti che operano nell’ambito della produzione, mentre l’81% ha come focus gli studi professionali. Questi dati evidenziano una maggiore efficienza operativa perché specializzarsi in un settore permette di fornire lo stesso pacchetto di servizi a un ampio numero di clienti. La formazione è basilare per l’MSP che nel 53% dei casi dedica dal 6% al 10% del proprio tempo a informarsi e aggiornarsi. Ma il 26% del campione arriva anche al 20%. Gli argomenti che gli MSP cercano di approfondire sono la cybersecurity, l’organizzazione dei processi aziendali e le attività di sales & marketing. 

La mancanza di consapevolezza dei clienti rispetto alla cybersecurity ha costretto nel 2022 il 42% degli MSP a porre rimedio ai danni provocati da attacchi ransomware, mentre il 72% ha avuto clienti colpiti da attacchi di phishing, spear phishing o Business Email Compromise. E il 24% di questi ultimi ha avuto perdite di almeno 10.000 euro. Nonostante ciò, è in controtendenza rispetto al trend globale l’impiego dello Zero Trust. Mentre nel modno è sempre più diffuso, gli MSP italiani ne hanno ridotto l’impiego perché le limitazioni che impone possono avere un importante impatto sulle aziende.

Marketing e MSP, una relazione da costruire 

Uno dei punti deboli dell’attività dell’MSP è il marketing. Infatti, sembra che le idee non siano molto chiare. Prova ne è che il 44% degli MSP sostiene che l’aspetto più problematico del marketing sia generare lead. Tuttavia, poi, quando si chiede qual è la principale attività svolta per la lead generation si scopre che pochi agiscono in modo organizzato, la maggior parte si avvale del passaparola (53%) e il 16% non fa addirittura nessuna attività di lead generation. E il 40% degli MSP non destina al marketing più dell’1% del fatturato.

Quanto rende fare l’MSP?

Il 63% del campione di MSP analizzato da Achab nel 2022 ha aumentato il proprio fatturato e solo il 3% lo ha diminuito. Tra chi è cresciuto, il 42% ha aumentato del 15% o più. Analogo andamento ha avuto il margine: il 68% degli intervistati lo ha aumentato e, tra questi, il 32% di oltre il 20%. Valutando l’anno in corso, il 73% degli MSP è convinto di poter incrementare ulteriormente il fatturato, segno che il mercato dei servizi IT è un settore in fermento e che il modello di business “as a service” aiuta a crescere anno su anno.

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