OpenText, tecnologia e responsabilità sociale con obiettivo Business 2030

L’azienda canadese ha un’offerta software aperta e robusta in grado di rispondere in sicurezza all’elaborazione di big data sets con tecniche AI sempre nuove.

Costruire un’azienda leader nella gestione sicura dei dati, gestendo la complessità ed estraendo valore grazie all’intelligenza anche artificiale, è il percorso seguito negli anni da Open Text. E’ oggi chiaro che questa strada porta lontano nei risultati aziendali e valoriali.

L’evento annuale dell’azienda, l’OpenText World 2022 del 4-6 ottobre, sta raccontando l’impegno nel modernizzare l’architettura, ma anche il senso stesso di leadership. Nel primo caso la base è la rimozione dei sistemi con il corretto approccio tecnologico, mentre nel secondo bisogna rimuovere le chiusure i limiti umani nei confronti dei vari gruppi e dell’ambiente circostante.

Mark Barrenechea, CEO & CTO di OpenText, prevede l’arrivo di una galactic growth nel business e quindi negli utili, spinta da un corretto uso dell’AI su quantità di dati sempre maggiori. AI, autonomia, cloud, sicurezza ed integrazione sono alcuni dei punti sottolineati: la linea di pensiero di Barranechea è puntata sul 2030, come conclusione di un ciclo di sette anni che modificherà completamente il panorama attuale delle attività e quindi dei fornitori di servizio. Il ciclo rigenerativo di sette anni, desunto dal periodo 2023-2030, è mutuato da quello del corpo umano, che si rigenera mediamente in un periodo simile. Dal punto di vista dell’attività viene definito da OpenText, senza grosse incertezze, Business 2030.

Dati letti dall’AI

Quattro le forze inarrestabili individuate per gli anni a venire: la percentuale di automazione, la capacità di elaborazione, la capacità di rete e i big data sets. La chiave per l’automazione è l’apertura dei sistemi, quando occorre attraverso opportune API, e ovviamente l’intelligenza artificiale. “Investiamo mezzo miliardo di dollari l’anno in ricerca e sviluppo”, ha detto Barranechea.

I prodotti centrali dell’azienda restano Magellan e Titanium, continuamente rinnovati secondo una serie di rilasci a ritmo serrato.

In questo periodo, OpenText sta finalizzando la recente acquisizione di Micro Focus, di gran lunga la più costosa affrontata dall’intraprendente azienda canadese, visto il valore complessivo di 6 B$ versato ai precedenti azionisti. “Qualunque azienda è ormai basata sul software e sui dati”, ha detto il Ceo, “ed è per questo che abbiamo acquisito Microfocus”.

L’intera proposta di OpenText considera i quattro ambienti di esecuzione, ovvero on-premises, private cloud, public cloud e microservizi.

Un altro fenomeno osservato nella gestione dei dati secondo i criteri attuali è la capacità di attrarre aree sempre nuove. Un settore sul quale OpenText punta è certamente la gestione dei dati sanitari, dove è già presente. Il lungo keynote del Ceo, che in realtà è stato un vero e proprio showcase, ha presentato Denise Hemmert di Cardinal Health, che ha rimarcato l’importanza della chiarezza soprattutto in caso di perdita di dati.

Inoltre, è proprio di questi giorni l’annuncio dell’integrazione a livello API con Solarity per unificare i pagamenti in ambito sanitario. Al momento, l’operazione viene definita strategic partnership.

Risparmiare l’1% degli alberi

E sul filo dell’ironia, ma solo formale, come modello di business il vecchio approccio Land, Adopt, Expand, Renew (LAER) deve cedere il posto al nuovo Land together, Operate, Value, Expand, il cui acronimo è ovviamente LOVE.

La parte finale di questo rinnovamento complessivo riguarda i valori. Iniziative per chi ha meno, equità ed inclusione a tolleranza zero e attenzione al clima: in quest’ultimo caso l’ambiziosissimo obiettivo è il salvataggio dell’1% degli alberi del mondo, valutando la carta risparmiata da una gestione avanzata dei big data.

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