Secondo una ricerca del 2022 dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, il lavoro da remoto continua a essere utilizzato in modo consistente, sebbene in misura minore rispetto allo scorso anno. Oggi coloro che si servono dello smart working sono circa 3,6 milioni, quasi 500mila in meno rispetto al 2021. Per il prossimo anno si prevede un lieve aumento fino a 3,63 milioni, grazie al consolidamento dei modelli di smart working nelle grandi imprese e a un’ipotesi di incremento nel settore pubblico.
Il lavoro da remoto è ormai presente nel 91% delle grandi imprese italiane (era l’81% nel 2021), mediamente occupando 9,5 giorni al mese.
“Smart Working” significa anche lavoro in mobilità, nel quale l’attività lavorativa non è più definita da una presenza fisica nelle quattro mura dell’ufficio ma, nel bene o nel male, dalla possibilità di essere costantemente connessi digitalmente al proprio team aziendale, a colleghi, partner, clienti o fornitori.
Ad abilitare e rendere efficiente questo modello lavorativo contribuisce, oltre a una rete che consente di essere sempre connessi, tutta una nuova generazione di dispositivi pensati per aumentare le prestazioni e l’efficienza: notebook, smartphone, tablet, sistemi di videoconferenza, soluzioni di archiviazione, sono dotati di nuove funzionalità e software che ne esaltano le caratteristiche e ne realizzano le potenzialità.
Smart Working: notebook “strumento” principe
Storicamente il device principe per la produttività in mobilità è sempre stato il laptop. Negli ultimi anni i produttori hanno segmentato molto la loro offerta di notebook facendo nascere i chroomebook, piuttosto che gli ultrabook o i reversibili -detti anche 2 in 1-.
Ogni segmento risponde a esigenze specifiche dell’utente: in ambito lavorativo, soprattutto se si pensa alla mobilità, sono gli Ultrabook il prodotto ritenuto più adatto, in primo luogo perché in essi è notevolmente aumentata la versatilità e trasportabilità rispetto ai laptop tradizionali. Questi ultimi, infatti, a causa della componentistica hardware complessa, offrivano una mobilità tutt’altro che elevata. In pratica quindi, gli ultrabook dovevano innanzitutto garantire un peso contenuto, un’elevata autonomia e uno spessore inferiore ai 21 millimetri.
Tutte queste caratteristiche sono rimaste distintive degli ultrabook, ma oggi, grazie all’introduzione di nuovi materiali e componenti, ad affidabilità, autonomia e compattezza del portatile si aggiungono prestazioni un tempo impensabili. I vecchi hard disk meccanici sono stati sostituiti dai moderni, veloci e compatti SSD che abbassano notevolmente i consumi energetici, permettondo allo stesso tempo di ridurre il peso dei laptop e garantendo un’estrema silenziosità. Inoltre, la velocità di accesso ai dati e di boot del sistema è ben superiore a quella offerta da un hard disk classico. Alla ricerca di prestazioni sempre più elevate, i maggiori produttori di CPU hanno risposto con soluzioni Multi-Core che portano notevoli vantaggi ai sistemi “mobile”. I diversi “core” dei processori di ultima generazione, infatti, permettono di dimezzare il consumo di energia a parità di prestazioni ottenute e di lavorare in modalità multitasking con meno problemi e più fluidità. La fruizione dei contenuti “on the way”, abbinata alla necessità di realizzare lavori con immagini dettagliate, ha fatto crescere l’utilizzo di schermi 4K o con tecnologia Oled, che garantiscono immagini sempre più realistiche e permettono di contenere i consumi e il peso del device. Anche le webcam installate sui computer di ultima generazione offrono elevata risoluzione, e sono gestite da software e sensori in grado di ottenere l’immagine migliore rispetto alle condizioni ambientali e di luce.
Processori sempre più potenti, l’accesso wireless a Internet e display ad alta risoluzione contribuiscono però ad accorciare la durata delle batterie dei notebook, nonostante, come accennato, i chip di ultima generazione ne abbiano notevolmente accresciuto l’autonomia. Sul fronte delle batterie, da alcuni anni la ricerca tecnologica sta lavorando nella realizzazione di accumulatori di nuova concezione in grado di garantire una durata ad oggi impensabile. Si tratta delle batterie con tecnologia a celle al combustibile o fuel cell. In attesa che queste tecnologie possano essere applicate al mondo notebook, i produttori oggi puntano su batterie con tecnologia “fast charge” in grado di ripristinare una buona percentuale della carica in tempi brevi.
Una volta avviato il Pc, le password sono indispensabili per un accesso sicuro al dispositivo. Tuttavia, anche con complicate combinazioni di lettere e numeri, il sistema non è mai totalmente sicuro. Per questo motivo i dispositivi di ultima generazione, soprattutto per uso aziendale, dispongono di opzioni di autenticazione biometrica, grazie alle quali l’accesso viene verificato tramite telecamere a infrarossi e sensori di impronte digitali.
Smart Working: l’alternativa tablet
Fin dalla loro nascita i tablet sono sempre stati visti come un valido strumento per la fruizione dei contenuti in mobilità, sebbene non siano considerati i device più adatti alla produttività. La mancanza della tastiera, le prestazioni non paragonabili a quelle di un laptop e la capacità di storage contenuta, rappresentavano i limiti principali di questo dispositivo. Oggi, in realtà, le differenze tra laptop e tablet sono meno evidenti che in passato. Le tavolette di ultima generazione adottano anch’essi processori multi-core e, grazie alle memorie SSD, possono garantire una grande capacità di storage, ulteriormente espandibile grazie alle schede MicroSD, ormai arrivate ad avere capacità e velocità di scrittura e lettura elevatissime. Inoltre, le cover con tastiera o le tastiere wireless possono avvicinare l’esperienza d’uso dei tablet a quella dei notebook, e i device di ultima generazione sono compatibili con “penne interattive” che consentono di disegnare, prendere appunti, annotare un documento direttamente sullo schermo. Queste vere e proprie penne, sensibili all’inclinazione e alla pressione, sono molto apprezzate non solo dai creativi.
E che siano tablet o notebook, i contesti lavorativi nei quali è conveniente adottare dispositivi rugged sono molteplici, in quanto essi sono progettati per fornire prestazioni ottimali in ambienti dove urti, cadute, vibrazioni, alte o basse temperature, umidità e polvere sono fattori normali. Per questo, sono costruiti secondo uno standard molto più severo rispetto ai prodotti consumer: ciò si riflette nei materiali con cui sono realizzati e nei processi di test/certificazione che devono superare.
Smart Working: tutto un mondo di accessori
Chi lavora in mobilità non può fare a meno di una serie di accessori che permettono di sfruttare al massimo le potenzialità di laptop e tablet, ma che allo stesso tempo assicurano il massimo del comfort.
Evidentemente, la prima cosa che serve per il lavoro on the way è una connessione a internet stabile e veloce. A differenza di altri paesi dove l’offerta di accessi pubblici alla rete è abbastanza diffusa, la situazione italiana è variegata: la maggior parte delle zone metropolitane prevede connessioni “aperte” e offre una banda più che sufficiente per il lavoro da remoto. Per chi si trovasse in una zona non coperta da questo tipo di soluzione, può sicuramente affidarsi alla rete cellulare che garantisce una velocità di connessione adeguata, soprattutto se 5G. Ogni cellulare può facilmente trasformarsi in un hotspot mobile, ma se si cerca un prodotto dedicato è possibile dotarsi di un piccolo router, facile da trasportare e da collegare al proprio tablet o laptop. Gli ultimi modelli supportano naturalmente la connettività 5G, offrono il Wi-fi di sesta generazione con velocità di trasmissione di 1,6 Gbps, spesso montano una porta Ethernet (per la connessione fisica con il proprio device), dispongono di una batteria di lunga durata con ricarica fast e in alcuni casi offrono la possibilità di collegare fino a 32 dispositivi contemporaneamente. Sempre più diffusa su questi device è la presenza di ampi display touch per la gestione e il controllo della funzioni del router e infine diversi modelli possono essere configurati da remoto tramite app.
Lavorando fuori ufficio e a volte fuori casa, non sempre si riesce a trovare un posto tranquillo in cui si ha la possibilità di isolarsi dai rumori, per sentire (e farsi sentire). In aiuto vengono dunque le cuffie di ultima generazione che offrono la funzionalità “Noise cancelling”: rilevano i rumori dell’ambiente esterno e lo annullano pulendo l’audio in ingresso.
Non vanno dimenticati inoltre gli hub e gli adattatori USB-C per potenziare la connettività del Pc e incrementare la produttività, con l’aggiunta di un secondo schermo, trasferimento di dati e file, fino alla power delivery.
Smart Working: software e tool per la produttività
Per gestire al meglio il lavoro in smart working, un grande aiuto viene offerto dalle tecnologie digitali, in particolare da alcuni strumenti diventati ormai insostituibili, necessari per lo svolgimento del lavoro quotidiano.
Tra i principali bisogni di chi lavora da remoto ci sono lo scambio di informazioni/documenti e la comunicazione in maniera veloce ed efficace, con i propri colleghi che, a loro volta, lavorano in smart working. A tal proposito, un prezioso aiuto arriva dai software cloud per la gestione documentale, oltre che dagli ormai diffusi e conosciuti strumenti per le videocall. I documenti e le informazioni infatti devono essere archiviati, così da essere sempre reperibili in caso di bisogno, e devono essere protette da possibili danneggiamenti o manomissioni. è così che la conservazione digitale diventa imprescindibile per lavorare lontano dall’ufficio.
Metaverso ultima frontiera
Guardando al domani, è possibile chiedersi se il metaverso sarà il futuro del lavoro, dopo smart working e digitalizzazione. Secondo un’indagine realizzata dall’organizzazione britannica Regus, che analizza i cambiamenti degli spazi di lavoro nel mondo, due terzi del campione intervistato crede che il metaverso diventerà una vera piattaforma di interazione per le professioni. Nel report dal titolo “The metaverse: the future of work?”, Regus sottolinea che il 65% dei manager pensa il metaverso già come parte del prossimo passo nell’evoluzione del mondo virtuale e del lavoro ibrido. Il 44% degli impiegati è convinto che, grazie al metaverso, la comunicazione con colleghi e superiori migliorerà, mentre il 35% evidenzia i vantaggi per la formazione. Pensiamo, ad esempio, alle possibilità offerte dai visori di realtà virtuale o mista, usati anche per semplificare le attività tecniche a distanza, che possono andare dalla meccanica agli interventi su infrastrutture da remoto. Il metaverso combina tecnologie come Intelligenza Artificiale, Realtà Virtuale e Realtà Aumentata per consentire agli utenti di entrare nel mondo virtuale facendo un’esperienza “reale”. Ad esempio, gli oggetti virtuali possono essere “sovrapposti” all’ambiente reale utilizzando la realtà aumentata. Allo stesso modo, la realtà virtuale aiuta a immergersi in un ambiente virtuale 3D utilizzando la modellazione 3D del computer. Attraverso il proprio alias è possibile interagire con colleghi o clienti “incontrandoli” in questo universo digitale.