Proofpoint: la protezione va spostata sull’endpoint

Al via la filiale italiana che propone un modello di sicurezza che si allontana dalla protezione infrastrutturale e si focalizza sull'utente

Da circa 10 anni Proofpoint, azienda specializzata in soluzioni di cybersecurity, è presente in Europa, ma è solo nell’ultimo triennio che gli investimenti nel Vecchio Continente si sono intensificati.

Dopo aver rafforzato la presenza in UK, Francia e Germania, il vendor ha deciso di inserire l’Italia tra i Paesi su cui investire, con la formazione di un team in crescita, guidato da Luca Maiocchi che assume la carica di regional manager. Il modello commerciale è di tipo indiretto a due livelli e la distribuzione è affidata a Exclusive Network (come per gli altri Paesi europei).

“Il business di Proofpoint è attualmente concentrato nel Nord America – ha spiegato Ryan Kalember, SVP per la cybersecurity strategy di Proofpoint – ma abbiamo l’obiettivo di una consistente espansione in Europa che reputiamo un mercato interessante, considerando che le aziende europee si trovano a fronteggiare un volume elevato di minacce: per esempio, il numero di intrusioni bancarie è superiore a quello americano”.

Fondata nel 2002 da Eric Hahn, già CTO di Netscape, Proofpoint proviene da 56 trimestri di crescita consecutivi, con un fatturato di 4 miliardi e quasi 2mila dipendenti e dispone di una struttura in grado di effettuare la scansione su 45 milioni di App e di analizzare ogni giorno 300mila esempi di malware e 1 miliardo di messaggi.

“Il centro del nostro modello di protezione è la persona – ha spiegato Kalember -. Il punto di vista attuale dell’attaccante è di fare “open source intelligence” per raccogliere il maggior numero di informazioni sulle persone e individuare chi ha accesso ai dati potenzialmente più redditizi, per sferrare attacchi personalizzati che sfruttano tutti i metodi a disposizione”.

Secondo Kalember, l’evoluzione degli attacchi richiede una revisione nel modello di protezione poiché i sistemi si spostano sul cloud e il modo con cui le minacce vengono portate è passato dallo sfruttamento delle vulnerabilità infrastrutturali all’attacco mirato verso le persone con strumenti di social engineering.

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L’evoluzione dello scenario delle minacce prospettato da Proofpoint

Per queste ragioni, Proofpoint propone di spostare gli investimenti in sicurezza dall’infrastruttura all’endpoint, rafforzando la protezione dalle minacce perpetrate via e-mail e delle applicazioni che si trasferiscono nel cloud come, per esempio, Office 365.

“Nel 95% dei casi il vettore di un attacco è un messaggio di posta elettronica e la stragrande maggioranza delle brecce ha origine da una Email – prosegue Kalember -. Le Email sono utilizzate per diffondere malware, perpetrare frodi e per le campagne di phishing. Le aziende investono l’80% del loro budget di sicurezza sulla protezione dell’infrastruttura e solo il 20% su quella delle persone, ma gli attacchi non arrivano più dalla rete e sono, invece, mirati agli utenti. Proofpoint vuole riportare equilibrio negli investimenti focalizzando l’attenzione sulla protezione dell’endpoint”.

Questa proposizione strategica si realizza attraverso una serie di soluzioni modulari e polifunzionali per la protezione delle minacce provenienti da email, social media e ambienti mobile, per rendere sicure le applicazioni in cloud, proteggere le informazioni, favorire il rispetto della compliance, semplificare l’archiviazione, automatizzare e orchestrare i servizi di sicurezza.

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