Tech World ‘22: la tecnologia Lenovo cambia il lavoro e l’industria

Il keynote del CEO Yuanqing Yang, in apertura dell’evento, ha mostrato molti casi pratici di digital twin già attivi in settori produttivi. Con la speranza in un mondo inclusivo e sostenibile.

La tecnologia cambia il mondo per efficienza, sostenibilità ed inclusività, e Lenovo è pronta a metterla tutta a disposizione del mondo del lavoro e dell’industria con una strategia che va dal device allo spazio.

La multinazionale ha mostrato il meglio di sé nel suo Tech World ‘22, dal titolo Smart Technologies empowering a changing world, introdotto e concluso dal suo Presidente e CEO, Yuanqing Yang.

Oggi qualsiasi azienda che opera a livello globale deve mostrarsi non solo pronta, ma già attiva nell’anticipare le tendenze ed essere partner affidabile. Lenovo non sfugge a questa regola, per cui non c’è sorpresa se nel corso del keynote di Yang si è parlato di metaverso, edge ed industria. D’altronde, il trentennale del ThinkPad doveva essere festeggiato in maniera adeguata.

L’importanza dell’edge

Oggi il metaverso la fa da padrone, con meno avatar e più digital twin, e le sue aree da visitare con e senza visori o occhiali.

Nel keynote del Tech World ‘22 non si è parlato di avatar né di giochi e poco (ma con attenzione) anche di intelligenza artificiale.

L’accento è stato posto soprattutto sul settore del metaverso industriale, un caposaldo di Lenovo con forti investimenti, continue ricerche e numerose proprietà intellettuali. Senza l’enfasi futuristica, ma con sano pragmatismo, molte sono state le esemplificazioni di ciò che sta facendo l’edge computing per contribuire ad una nuova IT.

Anche grazie all’Edge and cloud innovation lab sviluppato insieme a VMWare, per Lenovo l’edge è full stack con i server ThinkEdge, l’amministrazione di XClarity e la piattaforma Edge Cloud per la definizione via software di soluzioni in settori verticali.

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Dal device allo spazio

Un esempio di ampliamento del device verso lo spazio è stato esemplificato nei nuovi rollable devices, schermi pieghevoli che permettono di ampliare in una direzione gli schermi di smartphones e laptops. È una dimostrazione di pensiero fuori dagli schemi, si direbbe, più che un filone di prodotto al momento immaginabile come successore degli schermi di dimensione fissa.

Passando dal piccolo al grande, la famiglia Neptune di data center presenta tecnologie all’avanguardia nelle prestazioni e nella sostenibilità. Il liquid cooling risparmia energia nel data center, uno dei tantissimi elementi che porteranno Lenovo alla condizione Net Zero (zero emissioni di gas serra) entro il 2050.

Metaspace e come implementarli

Tornando alla tecnologia, il CTO Yong Rui è andato un po’ più in profondità, dettagliando una versione più tecnica del metaverso. Ha anche presentato un termine di nuovo conio, metaspace, da intendere come unità di spazio ricostruita in digitale.

Il suo quadro di riferimento si articola su tre regole e quattro livelli. Ciascun metaspace ha quattro livelli: la struttura dello spazio viene descritta da punti rilevanti (feature point), sui quali viene imposta una struttura geometrica per linee, successivamente rese grazie alla realistic texture.

L’ultimo punto è l’individuazione dei ruoli di ciascun oggetto, attraverso l’object semantic. Secondo Rui, Lenovo è la prima azienda ad implementare correttamente questi quattro livelli.

Le regole da rispettare sono mapping, superimposition ed interactivity. In quest’ambito, oltre all’hardware, Lenovo propone una suite software già usata dai partner.

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L’ecosistema è la necessità

Certamente il metaverso non può essere realizzato da una sola azienda e con una sola tecnologia per cui è forte la necessità di ricorrere ad un ecosistema. Lenovo ha invitato tantissimi partner tecnologici ma produttivi a manifestare la loro approvazione al progetto.

Hanno risposto con presenze in video Qualcomm, Intel, IBM, Microsoft, Accenture tra gli altri. Cambieranno molto i tipi e le modalità di lavoro perché nella valutazione di Luca Rossi, Presidente del Lenovo Intelligent Devices Group, “la pandemia ha spinto questo dibattito in avanti di almeno cinque, dieci anni”. Ed è ormai chiaro che il workspace del futuro sta combinando reale e virtuale in vari modi.

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