Integrazione applicativa: un pilastro della digitalizzazione aziendale

L'integrazione applicativa rappresenta un tassello fondamentale nella strategia IT di ogni organizzazione che miri a ottimizzare e rendere più efficienti i propri processi interni e le interazioni con clienti e partner. Un’evoluzione non priva di insidie che richiede, pertanto, il supporto di partner affidabili e dotati di competenze e metodologie specifiche come Axiante.

In un panorama aziendale in rapida evoluzione, dove la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica sono diventate imperativi ineludibili, l’integrazione applicativa emerge come una delle leve strategiche più rilevanti.

Le aziende, infatti, sono spesso dotate di un variegato ecosistema di applicazioni (CRM, ERP, database, applicazioni di analisi dati, piattaforme cloud e così via) che necessitano di interagire efficacemente, poiché la mancanza di integrazione può portare a silos informativi, inefficienze e, in generale, ad avere un impatto negativo sull’esperienza dell’utente.

Parlare di integrazione applicativa significa predisporre il collegamento di diverse applicazioni software, operanti sia in ambienti on-premise sia nel cloud, per creare un ecosistema IT coeso e sinergico in cui ogni componente applicativa, pensata per un obiettivo specifico, mantiene le sue prerogative funzionali originali, ma viene messa in condizione di lavorare in maniera coordinata con le altre per conseguire un obiettivo comune.

Abilitando l’accesso ai dati e la sincronizzazione in tempo reale tra più applicazioni si riesce a migliorare l’efficienza dei processi aziendali ed è possibile fare un passo avanti nei processi di automatizzazione dei flussi di lavoro. Questa integrazione trova, oggi, ulteriori motivazioni nell’esigenza di abilitare l’interscambio di dati tra sistemi on-premise e in cloud.

Nel contesto di tale evoluzione, il ruolo di aziende come Axiante, che offre soluzioni e competenze specifiche, diventa essenziale per realizzare progetti concreti ed efficaci.

I vantaggi dell’integrazione applicativa

Nell’era dell’informazione e della digitalizzazione, le aziende si trovano a gestire un numero sempre maggiore di applicazioni, spesso eterogenee e disperse. L’integrazione applicativa, unendo sistemi disparati e facilitando lo scambio di dati e la collaborazione tra differenti reparti, rappresenta un processo che va oltre la semplice comunicazione tra software. Richiede, infatti, una sincronizzazione e un’interoperabilità a livello profondo per riuscire a condividere dati e funzionalità in modo efficiente e sicuro.

“I vantaggi ottenibili sono molteplici – spiega Dario Valsecchi, senior consultant di Axiante -. L’integrazione applicativa, innanzitutto, consente di aumentare l’efficienza operativa abilitando un flusso di lavoro più snello che riduce i tempi di esecuzione dei processi. In secondo luogo migliora la gestione dei dati assicurando che i dati siano coerenti e aggiornati su tutte le piattaforme. Infine, facilita la scalabilità delle operazioni aziendali. Di conseguenza, non deve essere vista come ‘un lusso’ ma, piuttosto, come un modo per accelerare la capacità di risposta alle esigenze di mercato e per fornire una migliore esperienza per l’utente finale ovvero per aumentare la competitività aziendale”.

I vantaggi in termini di efficienza sono facilmente percepibili se si pensa a come integrare le applicazioni tolga lavoro manuale e velocizzi i processi, nonché riduca gli errori che, inevitabilmente, vengono commessi nel trasferimento dei dati da un sistema a un altro. Poiché riduce il numero di sistemi a cui dover accedere, l’integrazione applicativa diminuisce anche il numero di utenze, aumentando il livello di sicurezza.

I progetti di integrazione, inoltre, vengono sviluppati pensando alle future evoluzioni. Di conseguenza, una volta effettuata l’integrazione, le azioni future di modifica o integrazione di nuovi sistemi risulteranno più rapide, semplici ed economiche.

Adottare un approccio metodologico strutturato

“Quando ci si approccia all’integrazione applicativa – sostiene Valsecchi – è bene adottare un approccio pragmatico. Il primo passo è quello di identificare i requisiti dell’integrazione. Ovvero di definire quali funzionalità devono essere condivise tra le varie applicazioni all’interno di un processo inter-funzionale. Un esempio tipico è quello del processo in cui un ordine viene inserito all’interno del CRM, successivamente passa all’ERP per poi approdare al processo di spedizione e fatturazione. In questo caso l’obiettivo è di predisporre un workflow unico e automatizzato attraverso le diverse applicazioni.”

Una volta definiti i requisiti è possibile selezionare le varie tecnologie per l’integrazione. Tra quelle più comuni ricordiamo: le API (Application Programming Interface), Enterprise Service Bus (ESB), la containerizzazione, servizi Web e il System messaging.

Una volta identificata le tecnologie idonee è il tempo di implementare le connessioni e questo può spesso portare a dover creare delle API apposite per l’applicativo: per esempio per consentire ad applicazioni ERP in ambiente cloud di accedere ai dati di sistemi legacy on-premise.

“Una volta realizzate le connessioni si arriva al processo di ingestioncontinua Valsecchi – che prevede il trasferimento, il caricamento e l’elaborazione dei dati provenienti da diverse sorgenti verso un sistema unificato o una piattaforma di destinazione. È importante effettuare la fase di ingestion in modo accurato e senza avere fretta. Spesso, invece, questa fase viene effettuata in modo troppo frettoloso, magari per recuperare i tempi che si sono allungati eccessivamente nelle fasi precedenti. Se non vengono testate tutte le casistiche è possibile lasciare spazio a situazioni in cui l’integrazione non funziona correttamente. In questa fase è molto importante la competenza e l’esperienza dei consulenti e operare in sinergia con le risorse interne che conoscono molto bene i processi aziendali”.

Dopo essere diventati operativi è bene mantenere per un tempo sufficientemente lungo un sistema di monitoraggio del processo integrato per evitare possibili crash o disservizi.

Scurezza e costi: due aspetti da tenere sotto controllo

Tra gli aspetti specifici che vanno accuratamente considerati nella realizzazione di un progetto d’integrazione applicativa un posto di rilievo spetta a sicurezza e costi.

È, infatti, importante sempre tenere presente che, in un progetto di integrazione, tutte le applicazioni devono mantenere standard di sicurezza elevati ed è altrettanto importante assicurarsi che solo le applicazioni autorizzate possano accedere a specifici dati e alle funzionalità condivise. Inoltre, vanno sempre mantenute le policy di accesso differenziato per gli utenti, anche durante le fasi intermedie di integrazione. Questo, soprattutto, quando i dati vengono esposti all’esterno come nel cloud.

Il tema del budget a disposizione può condizionare le scelte di un progetto di integrazione applicativa e, per questo motivo, è bene avere sempre ben presente gli obiettivi di arrivo e la roadmap da seguire.

“La durata di un progetto di integrazione è molto variabile in funzione delle specifiche caratteristiche ma solitamente nell’ordine di qualche mese – spiega Valsecchi – . Ciò che suggerisce Axiante è di avere ben chiara la visione di insieme ovvero il punto di arrivo che ci si prefigge, ma di conseguirlo in modo segmentato, integrando per step successivi le diverse funzionalità applicative. Affrontarlo, invece, in modo completo e monolitico, può esporre al rischio di incontrare difficoltà di budget o di perdersi in tempi troppo lunghi col rischio che quando, si giunge al termine, alcune esigenze potrebbero anche essere cambiate”.

Il valore aggiunto di Axiante nell’Integrazione applicativa

Nel campo dell’integrazione applicativa, un partner come Axiante può fare la differenza.

Grazie alla sua profonda competenza tecnologica e alla solida esperienza nel settore, Axiante può guidare le aziende attraverso la complessa giungla dell’integrazione applicativa, minimizzando i rischi e massimizzando i rendimenti.

I progetti di integrazione applicativa sono affrontati all’interno di Axiante Digital, la business unit dedicata che vanta oltre 25 professionisti specializzati nella creazione di soluzioni digitali e la cui “expertise” abbraccia un ampio spettro di tecnologie, dalla gestione delle API alla containerizzazione.

“Axiante Digital opera con un approccio cloud first e orientato alla massima interoperabilità dei sistemi conclude Valsecchi – indirizzandosi sia alle aziende più piccole con una cinquantina di addetti, sia alle grandi realtà internazionali di ogni segmento di mercato. Ciò che ci distingue nel panorama dell’integrazione applicativa è la nostra capacità di offrire soluzioni su misura che rispondono alle specifiche esigenze di ogni azienda. Attraverso un’analisi approfondita dei requisiti aziendali, Axiante progetta e implementa strategie di integrazione che, non solo ottimizzano i processi esistenti, ma preparano anche le aziende ad affrontare le future evoluzioni tecnologiche”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

LEGGI ANCHE

Gli ultimi articoli