Proiezioni e interventi per la PA prossima ventura

Nuove tecnologie, nuovi processi e nuovo personale sono la chiave per la trasformazione digitale del settore pubblico. Il percorso appare tortuoso.

Popolazione vecchia e mal formata, idolatria di lauree arcaiche, dipendenti ancor più vecchi e male aggiornati, incapacità di sviluppare da zero processi efficaci che sfruttino l’ICT per ampliare i servizi: questa, in impietosa sintesi, è la situazione quasi ovunque in Italia e quasi ovunque anche nella PA. Non si può più seguire questa strada.

In un quadro di rinnovamento è importante osservare l’anzianità dei dipendenti pubblici. Nonostante le assunzioni, nel 2021 l’età media del personale stabile è 50,7 anni (49,9 anni per gli uomini, 51,4 per le donne). Nel 2001 era di 44,2 anni. L’età media di entrata è passata in vent’anni da 29,3 a 34,3 anni. Gli impiegati pubblici con meno di trent’anni sono il 4,8%. Nei Ministeri siamo al dramma: solo lo 0,7% ha meno di 30 anni, nella scuola siamo vicini al limite di valutazione statistica (0,3%).

Bisogna operare una discontinuità. Non fosse altro perché entro il 2030, saranno 700.000 i dipendenti pubblici che andranno in pensione (proiezioni di FP CGIL). Potrebbe essere necessario assumere più personale di quello che lascerà. Se la PA non è attrattiva, sostituire i partenti sarà molto difficile, trovare gli 1,2 milioni che si ipotizza sarà impossibile.

La trasformazione digitale è ancora possibile

La domanda sorge spontanea: possiamo davvero farcela? In aggiunta ai dati presentati dal ForumPA è disponibile un’altra analisi indipendente, lo stato di conformità delle Pubbliche Amministrazioni alle Linee Guida AgID presentata in marzo da Anorc, Associazione Nazionale Operatori e Responsabili della Custodia di contenuti digitali 

Il campione Anorc di 288 PA ha compreso aziende sanitarie, presidenza del Consiglio dei Ministri e tutti i Ministeri, agenzie fiscali ed enti locali. Orbene, uno scarso 10% è pienamente in regola con gli adempimenti. Se questi dati sono generalizzabili, la trasformazione digitale della PA italiana è una chimera.

Secondo Andrea Lisi, presidente di Anorc, al fondo di tutto c’è un problema di competenze. Quel 10% mostra che in alcuni casi il risultato è stato raggiunto. Per tutti gli altri, pare che la panacea sia una bella piattaforma di telelearning. è una soluzione gettonatissima: pochi mesi fa anche Anitec-Assinform ha lanciato la sua (Fòrmati con noi).

Syllabus e ConCorsi Con Te

Sempre notando il forte skill mismatch del dipendente pubblico medio, anche il Ministero della PA s’è fatto la solita domanda: come fare per risolvere questo problema? Tra le soluzioni troviamo… una piattaforma di formazione, Syllabus. Gli ambiti tematici sono quelli relativi alla transizione digitale, ecologica e amministrativa e allo sviluppo delle cosiddette “soft skills”.

Da tempo, FP CGIL si è fatta la stessa domanda e si è data la solita risposta: la piattaforma ConCorsi Con Te. Supporta studenti, concorrenti e dipendenti non solo nell’apprendimento, ma anche nell’aggiornamento e nello sviluppo professionale. È un punto di riferimento sui nuovi bandi di concorso, anche per prepararsi alle prove.

Il digitale possibile: Agenzia delle entrate

Buone notizie, ad esempio, arrivano da Domenico Bifulco, Capo Ufficio Reingegnerizzazione dei processi presso Agenzia delle Entrate: “La scelta dell’Agenzia è tenere la conservazione documentale vicina ai processi”. Oggi l’Agenzia può dire che i suoi archivi documentali ospitano il 100% dei documenti informatici.

Il digitale possibile: Inps

Un esempio di trasformazione digitale andata nella giusta direzione è quella dell’Inps. Per fare qualche esempio sui risultati raggiunti prendiamo quelli riguardo al PNRR. Su un totale di 105 obiettivi 2022-2023, a marzo 2023 ne restavano da completare solo tre. Parlando di formazione, nel 2022 era atteso l’aggiornamento di 4.250 dipendenti e sono stati 7.199. Per l’anno in corso, delle 8.500 formazioni attese, a fine marzo ne erano state già erogate 7.337.

Tra gli obiettivi futuri di Inps citiamo un esempio di semplificazione reale: la realizzazione di un unico hub operativo e informativo per la gestione delle domande di integrazione salariale semplificherà il lavoro di aziende, lavoratori e della stessa Inps.

In-House protagoniste della PA

Le in-house tecnologiche potrebbero essere al centro della nuova res publica digitale. Certamente le cose apparecchiate quando Colao era ministro sono state oggetto di revisione. Il nuovo Governo punta sul cloud federato incentrato sulla collaborazione con le società in house qualificate.

Su questo argomento Assinter ha organizzato il convegno “Le in-house ICT pubbliche patrimonio tecnologico del Paese e protagoniste dell’innovazione della PA”, del 24 gennaio 2023. Assinter comprende una ventina di aziende interne, tra cui Aria Lombardia, Lazio Crea, Csi Piemonte, Liguria Digitale, l’umbra PuntoZero e Sicilia Digitale.

“Per il Polo Strategico Nazionale ci sarà discontinuità”, ha detto Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica. Le aziende dovrebbero essere insieme all’Acn, Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, diretta da Bruno Frattasi.

La missione di Insiel con PAI

La Missione 4 del PNRR è rivolta al potenziamento dei Competence Center e a 37 nuovi Edih (European Digital Innovation Hubs). Ne fa parte il progetto Pai (Public Administration Intelligence) per la digitalizzazione dei servizi pubblici e di quelli sociali (Oes). Pai è uno sportello unico per l’intera durata della transizione digitale ma anche ambientale, per questo unica in Europa. Opera all’interno della rete Europea di Edih, quindi accede ai servizi aggiuntivi offerti da altri Edih e reti europee (European Enterprise Network, StartUp Europe).

A coordinare Pai c’è Insiel, la in-house per l’Ict della Regione Friuli Venezia Giulia. Nell’ambito del progetto, Insiel ha il compito di coordinare una ventina di partner, comprese altre in-house regionali. Gli Edih forniscono servizi gratuiti o scontati per la diffusione di competenze digitali avanzate (Intelligenza Artificiale, blockchain) e la loro implementazione, corsi avanzati di riqualificazione delle competenze digitali e corsi aperti online di massa.Anche pianificazione e finanziamenti sono tra le possibilità affrontate dagli Edih.

Sanità: potrei ma non voglio

La ricetta elettronica o dematerializzata è un classico esempio di cosa si potrebbe fare con il digitale e cosa invece non si fa. La ricetta immateriale era disponibile da tempo, ma solo con la pandemia si è fatto un salto concettuale permettendone l’uso ampio. Successivamente, questo uso è stato confermato, per cui attualmente è ancora attivo. Dietro alla ricetta dematerializzata, però, il mondo che c’era prima, fatto di infiniti, irrazionali passaggi all’interno di un processo che si stenta a definire tale, è rimasto lo stesso. Quel che è cambiato è il software gestionale. Ripensare il processo porterebbe dei veri vantaggi in termini di servizi, economie, progettazione del futuro, ma è del tutto al di fuori della mentalità italiana che non prevede di uscire da quella via della seta di dazi ed assalti che è il sistema attualmente in piedi. Si basti pensare che in uno Stato diviso in 20 Regioni esistono 21 sistemi regionali, perché Trento e Bolzano fanno entità a sé. Con buona pace del Fascicolo Sanitario Elettronico, altro strumento che garantirebbe vantaggi immediati e a lungo termine in una nazione che invecchia, ma sul quale non si vuole fare sul serio.

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