OVHcloud: un’Europa unita e con piena sovranità digitale

I servizi cloud sono il futuro dell’Europa, ma l’attuale sovranità digitale è nelle mani dei provider statunitensi: è ora di creare un vero mercato europeo, con i nostri principi.

La sovranità digitale europea è sulla carta possibile, anche in tempi brevi, ma richiede un impegno superiore a quello finora messo in campo in ambiti nazionali ed europei. Per riappropriarci del controllo dei dati si richiede anche un diverso approccio alla gestione delle commesse: i governi dei singoli Paesi devono annullare la rotta atlantica ed acquistare servizi cloud ad operatori del Vecchio Continente. Solo con questo tipo di cooperazione l’intero ecosistema, dalla formazione ai finanziamenti, potrà prosperare in totale rispetto dei principi europei.

È questa la proposta ribadita nel Consensus di Roma, ultima tappa di un giro circolare che nel corso dell’ultimo anno ha coinvolto i rappresentanti di governo e i leader di mercato sotto l‘egida di OVHcloud. Si noti che è la stessa direzione richiesta ormai per molti altri aspetti della vita europea, dalla sanità all’energia.

Questa proposta arriva con la forza d’un Paese come la Francia, da sempre forte nella politica industriale, che ha spinto molto durante il semestre di Presidenza Francese del Consiglio dell’Unione Europea.

Siamo forse all’ultima spiaggia per una vera politica industriale per la nostra macro zona?

Cybersecurity, investimenti e acquisti

Come mostrato da tantissimi esempi come i recentissimi casi su Google Analytics e Microsoft 365, sulla gestione dei dati la visione etica europea si contrappone a quella commerciale degli Stati Uniti e al controllo sociale della Cina.

“Cybersecurity e privacy sono sempre nelle notizie cattive e in Europa vanno affrontate in maniera diversa”, ha detto Michel Paulin, CEO di OVHcloud; “il Consensus di Roma deve essere considerato un punto di partenza che ci impegniamo a far evolvere ulteriormente, insieme con i nostri partner europei”.

“L’adozione del GDPR ha rappresentato una tappa fondamentale per la protezione dei diritti digitali e gli stessi cloud player americani sono in qualche modo costretti a evolvere e proporre nuovi servizi in linea con le leggi europee”, ha puntualizzato Marie–Laure Denis, presidente del CNIL, il Garante francese per la protezione dei dati personali.

La roadmap proposta da OVHcloud ha un approccio pragmatico che consentirebbe alla sovranità digitale di radicarsi profondamente nell’ecosistema. Finora questa visione non collima con gli indirizzi economici dei Governi, che preferiscono acquistare servizi fuori dall’Europa: il 70% del mercato europeo del cloud è oggi appannaggio di 3 provider americani (dati KPMG da The European Cloud market di aprile 2021).

Il Vecchio Continente deve invertire la rotta ed acquisire il controllo dei servizi cloud, un mercato che nel 2027 dovrebbe superare per volumi quello delle Telecomunicazioni.

Già da tempo il fertile terreno del nostro ecosistema ospita alcuni semi importanti: DSA (Digital Services Act), DMA (Digital Markets Act), certificazione ENISA, Data Act ed IPCEI sui servizi cloud. L’Europa deve assumere una leadership più forte per guidare il futuro digitale e rafforzare la sovranità tecnologica.

Al fine di poter progredire verso un’ulteriore evoluzione, sono stati concordati quattro pilastri fondamentali: norme e regolamenti, ricerca e sviluppo, finanziamenti e gare d’appalto, istruzione e formazione.

L’esecuzione potrebbe essere immediata, ma articolata in fasi successive: a breve termine (nei prossimi tre mesi), medio termine (fino alla metà del 2023) e lungo termine (dopo la metà del 2023).

“Bisogna puntare su quantum computing ed intelligenza artificiale per competere alla pari con i player extraeuropei”, ha sottolineato Franco Ongaro, Chief Technology and Innovation Officer di Leonardo, tra i partner dell’iniziativa. “Servono, tra l’altro, un approccio open source, continui investimenti in formazione ed ancora attenzione alla sicurezza”.

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