Dell: oggi l’AI è un imperativo competitivo

Passato il periodo della sperimentazione, è il momento dell’adozione su larga scala. Lo conferma Frediano Lorenzin, Chief technology officer per l’Italia di Dell, che illustra come un’offerta as-a-service e pacchetti preconfigurati favoriscono la diffusione dell’AI, dalla grande azienda alle PMI

L’intelligenza artificiale non è più una tecnologia da valutare, ma una leva competitiva imprescindibile per qualsiasi azienda che voglia restare al passo con i tempi. Questo è il chiaro messaggio che Dell ha lanciato durante il Technology World tenutosi a Las Vegas. Un messaggio ripreso da Frediano Lorenzin, Chief technology officer per l’Italia, che afferma: “oggi non ci si chiede più se implementare l’AI, ma perché non lo si sta già facendo”.

L’intelligenza si muove verso l’edge

Il panorama è cambiato. L’AI è uscita dalla fase esplorativa e si sta affermando come catalizzatore di trasformazione in tutti i comparti industriali. Uno dei cambiamenti più significativi riguarda la collocazione dell’intelligenza. Se in passato i modelli erano centralizzati nei grandi data center degli hyperscaler, oggi si assiste a una decentralizzazione, resa possibile dall’edge computing. “La computazione – spiega Lorenzin – si sposta sempre più vicino ai dati, nei nodi periferici, in prossimità dell’utente”. I laptop stessi diventano nodi edge, capaci di eseguire inferenze in locale, grazie a modelli più leggeri ma efficaci.

Questa transizione favorisce l’adozione su larga scala grazie alla nascita di agenti intelligenti personalizzati, veri e propri assistenti digitali integrati nei dispositivi. Il risultato è una riduzione drastica delle barriere economiche e infrastrutturali, in linea con una tendenza ormai consolidata: la democratizzazione dell’AI.

Oggi l’AI viene offerta in modalità as-a-service, pronta per l’uso e spesso ottimizzata per settori specifici. I fornitori propongono pacchetti preconfigurati che abilitano anche le PMI all’uso dell’AI, abbattendo la complessità iniziale. Dell sta contribuendo a questo scenario attraverso soluzioni verticali e partnership tecnologiche mirate, che permettono di accorciare il time-to-market delle implementazioni AI.

La strategia di Dell non si limita all’AI, ma abbraccia una revisione completa dell’approccio infrastrutturale. Dopo i fallimenti di modelli rigidi come il data warehouse e i big data centralizzati, si impone una logica più flessibile. Il dato resta dov’è, e l’intelligenza si porta dove serve. Il progetto Data Lakehouse, sviluppato con Starburst, consente interrogazioni federate dei dati in modo sicuro, senza duplicazioni o spostamenti inutili.

In questo contesto si inserisce anche Project Lightning, un file system parallelo che promette di raddoppiare la velocità di accesso ai dati, con l’obiettivo di semplificare l’architettura e migliorare le performance dell’analisi in tempo reale.

I tre pilastri dell’AI

Lorenzin sintetizza l’approccio Dell all’AI attraverso tre concetti chiave: semplicità, sicurezza e sostenibilità. L’adozione dell’AI deve essere accessibile, facilmente governabile e compatibile con gli obiettivi ESG. Per questo Dell investe in tecnologie che riducono la complessità architetturale e migliorano l’efficienza energetica.

Molti progetti AI falliscono perché inciampano nei primi ostacoli: mancanza di dati accessibili, infrastruttura non scalabile, costi imprevisti. Dell affronta questi problemi offrendo soluzioni end-to-end che garantiscono una base infrastrutturale solida e flessibile. “L’AI non è solo tecnologia – evidenzia Lorenzin – ma una leva di trasformazione aziendale che va integrata nei processi core, con una governance forte e visione sistemica”.

La scalabilità è un punto critico: portare l’AI da un uso pilota a migliaia di utenti richiede uno stack coerente e modulare. In questo senso, la componibilità diventa una caratteristica essenziale per evitare architetture personalizzate troppo rigide e difficili da mantenere.

Dell ha anche rafforzato la collaborazione con Red Hat per sviluppare soluzioni cloud-native chiavi in mano. Il risultato è una piattaforma basata su Red Hat OpenShift, integrata con automazioni e use case verticali pronti all’uso. L’obiettivo è semplificare il percorso verso il cloud per le aziende italiane, fornendo una soluzione completa che integra infrastruttura, orchestrazione containerizzata e casi d’uso reali.

Un’altra leva fondamentale è rappresentata dagli agenti AI preconfigurati forniti dai principali cloud provider, che permettono di avviare progetti anche in assenza di competenze interne. Lorenzin sottolinea come il mercato italiano sia ricco di partner locali, come E4 e Galene.AI, capaci di offrire soluzioni verticali affidabili e competitive.

Gestione centralizzata

del multicloud ibrido

Nel nuovo scenario IT, il modello multicloud ibrido sta emergendo come la soluzione ideale per bilanciare flessibilità, performance e controllo. Dell risponde con la piattaforma APEX Cloud, che consente la gestione centralizzata di ambienti complessi. Qui si inserisce anche l’approccio della Disaggregated Architecture (che Lorenzin preferisce chiamare componibile), che separa le risorse di calcolo, rete e storage per renderle componibili e orchestrabili da un’unica interfaccia.

Strumenti basati su linguaggi di orchestrazione come TOSCA, permettono il provisioning sicuro e centralizzato di interi stack AI, con tutti i passaggi – installazione, configurazione, scalabilità – automatizzati e gestibili da console.

Dell propone anche un modello ibrido che combina i vantaggi del cloud con quelli dell’on-premise, offrendo infrastrutture locali gestibili in modalità subscription. Questo modello risponde a esigenze concrete di compliance, controllo e ottimizzazione dei costi. “Il cloud non è sempre l’ambiente ideale per molti task, come per esempio quelli legati all’AI – spiega Lorenzin – soprattutto per motivi di latenza, sicurezza e sostenibilità economica”.

In questo senso, Lorenzin evidenzia un punto spesso trascurato: il concetto di responsabilità condivisa nel cloud. “Quando si verifica un incidente, la legge identifica un solo responsabile: l’azienda”. Per questo molte organizzazioni scelgono di mantenere il controllo diretto su ambienti critici, in particolare nei settori regolamentati o ad alta intensità di dati sensibili.

AI anche per le PMI,

grazie ai partner

Dell osserva una digitalizzazione che va oltre il singolo prodotto o processo: “oggi si digitalizza l’intera fabbrica”. L’integrazione con piattaforme come NVIDIA Omniverse consente la virtualizzazione completa delle operation, con simulazioni e ottimizzazioni avanzate.

Allo stesso tempo, anche le PMI stanno entrando nel mondo dell’AI, grazie a casi d’uso mirati e soluzioni preconfezionate.

In questo nuovo paradigma, i partner giocano un ruolo essenziale. Non solo per estendere territorialmente l’offerta, ma per fornire expertise verticale e contestualizzazione. “Il partner conosce il mercato del cliente, le normative e le peculiarità operative – conclude Lorenzin –. La stessa tecnologia può generare valore diverso a seconda di come viene applicata”.

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