Quanto la classe politica attuale è pronta a sostenere la trasformazione digitale italiana?
I prossimi anni richiederanno una forte rielaborazione dei processi, ancora antichi e adatti a tantissime piccole realtà abbastanza poco connesse tra di loro e quindi a forte rischio imprenditoriale con il passare del tempo.
Nella speranza che il PNRR sia solo uno degli stimoli al cambiamento, mi sono chiesto a che livello siano competenza e proposte delle forze politiche che comporranno lo scenario successivo alle elezioni di settembre. Il tempo ridotto a disposizione dei vincitori, e la necessità di affrontare sfide di enormi proporzioni, mi fa pensare che in qualche modo verrà sfruttata anche la competenza di chi formalmente starà all’opposizione. Le necessità dell’Italia sono così tante e così chiare che la carne formalmente al fuoco è tanta, probabilmente troppa per una sola legislatura.
Per esempio, il Consorzio Italiano Cloud ha fatto tre domande alle forze politiche su sostegno dei servizi italiani, riconoscimento degli operatori locali e questione energetica del settore. Leggendo le varie risposte, al netto della parte di confezione che sempre c’è in questi casi, possiamo dire che la competenza sull’argomento è ormai abbastanza diffusa. I risultati finora ottenuti, però, non vanno molto verso l’impiego dei fondi disponibili per far crescere competenza e fatturato italiano.
Anche il settore dei trasporti deve valutare la situazione correttamente e in tempi brevi. La protezione delle aziende del settore auto e moto deve essere impostata su un approccio più scientifico ed informato rispetto al passato anche recente, cercando di guardare meno alle rendite di posizione dei soliti noti e più ad un vero piano industriale che l’Italia non ha. La fabbrica di Intel annunciata in Veneto compenserà quella emiliana di Silk-Faw (moto elettriche), che è ben lontana dal rispettare i tempi annunciati?
Proprio la futura filiera energetica, la più scossa dalla guerra in Ucraina, richiede un approccio guidato da parte del futuro Governo. Nonostante alcune competenze, su questo complesso argomento la politica italiana non sembra né realmente competente, né particolarmente pronta a diventarlo per il bene del Paese.
È forse proprio nella conversione ai trasporti elettrici, alle comunità energetiche e più in generale ad una nuova gestione dell’energia che i prossimi Governi dovranno mostrare la loro adeguatezza.