Deepfake e ransomware, ci pensa Trend Micro

Integrazione tecnologica e AI sono al centro della strategia di Trend Micro, che unisce consulenza e presenza capillare sul territorio. Il country manager Alessandro Fontana illustra la visione aziendale sulla cybersecurity

Con un approccio consulenziale e una prossimità territoriale, Trend Micro ha un forte focus sull’integrazione tecnologica e l’intelligenza artificiale. Alessandro Fontana, country manager di Trend Micro Italia, ha condiviso con noi la sua visione sulla cybersecurity.

Qual è la visione sul mercato della cybersecurity in Italia?

La nostra visione è lavorare insieme a partner e clienti, offrendo un approccio consulenziale piuttosto che proporre semplicemente tecnologia. Lavoriamo su una piattaforma che garantisca una visibilità omogenea degli incidenti e dello stato dell’infrastruttura, integrandosi con tecnologie di terze parti, per clienti sia pubblici, sia privati.

Lo scenario internazionale vede ovviamente il ransomware sempre al primo posto, con finance, government e health care i settori più bersagliati in Italia. Il nostro Paese è ormai al terzo posto tra le country più attaccate.

Proprio per questo siamo orgogliosi proprio nella nostra strategia calata in Italia di essere presenti nelle convenzioni Consip, per garantire alle pubbliche amministrazioni locali e centrali l’implementazione di soluzioni tecnologiche per la cybersecurity e di servizi elencati da Consip. Inoltre pochi giorni fa abbiamo rinnovato la certificazione QC2 di ACN, l’autorità nazionale di cyber security.

Come si sta adeguando Trend Micro alle nuove normative?

La nuova normativa europea NIS2 stabilisce requisiti stringenti per la gestione della cybersecurity. Trend Micro si è già adeguata, offrendo soluzioni avanzate per la gestione del rischio e delle vulnerabilità, con una visione integrata e tecnologicamente avanzata. Entrata in vigore a ottobre 2024, NIS2 introduce direttive essenziali per la cybersecurity: in particolare, l’articolo 21 evidenzia la gestione del rischio, degli incidenti, e delle vulnerabilità. La nostra piattaforma indirizza tutte queste problematiche, offrendo virtual patching all’istante t0, incident response e strumenti avanzati per l’analisi degli incidenti tramite telemetria, inoltre aiutando nella corretta comunicazione degli incidenti.

Qual è il ruolo dell’AI nella sicurezza informatica?

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando la cybersecurity. Purtroppo, viene anche usata dai bad guys per sofisticati attacchi, come il phishing e il deepfake. Su questo problema abbiamo recentemente lanciato Deepfake Inspector, un tool gratuito che analizza video e audio per verificare l’autenticità del chiamante.

L’intelligenza artificiale è alleata o nemica?

L’AI rappresenta una risorsa fondamentale nella cybersecurity, ma può essere un’arma a doppio taglio. Trend Micro la sfrutta al meglio per potenziare le sue soluzioni di sicurezza, migliorando la capacità di risposta e prevenzione contro gli attacchi informatici. In particolare, la usiamo per semplificare il lavoro dei nostri Security Operations Center, correlando i dati e rendendo più efficiente l’analisi delle minacce. Non sostituisce gli specialisti Soc, ma certamente ne semplifica il lavoro.

Quali sono le prospettive per il futuro?

Negli ultimi tre anni abbiamo investito nei giovani e ampliato il nostro team con nuovi talenti. Il nostro obiettivo è lavorare con una prossimità territoriale e un approccio consulenziale, supportando sia il settore privato che governativo. Il mio auspicio per il futuro è che la crescente consapevolezza sulla cybersecurity in Italia si traduca in azioni concrete: spero che i Ciso, i responsabili di cybersecurity in azienda, possano avere la forza di comunicare al board che cosa accade in azienda e come stanno lavorando in modo etico e consapevole per proteggerla.

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