Un approccio modulare semplifica la realizzazione e la messa in esercizio di un moderno data center. Jack Pouchet, vice president di Vertiv, spiega perché
La dinamica che sta portando le aziende ad accelerare sul percorso della digital transformation trova nel Data center il suo punto critico. E’ da li che partono le connessioni che collegano e rendono vitale l’IT distribuito in azienda, i link verso il cloud pubblico, le giunzioni verso altri data center che fanno parte di una rete di disaster recovery, eccetera.
Non sorprende quindi se su di esso si scaricano tutti i problemi connessi alla crescita dell‘IT e alla affermazione dei nuovi paradigmi quali, oltre il già citato cloud, la mobility o i servizi di smart working, o l’ancor più sfidante paradigma di smart economy.
Quando però ci si trova a dover progettare, costruire, distribuire e gestire un’infrastruttura mission-critical più complessa, osserva Jack Pouchet, vice president di Vertiv, ci si fronteggia con la scarsità di esperti e tecnici dotati dello skill indispensabile per realizzare e portare a buon fine un progetto.
Costruire un data center è in effetti una sfida che solo pochi sono in grado di affrontare a causa delle numerose implicazioni architetturali, sistemistiche, tecnologiche e ambientali.
Il dato di fatto è che la scarsità d skill e la reale complessità può portare a una minor qualità, a un incremento non previsto dei costi connessi ad una sua successiva espansione dovuta al rilascio di nuovi servizi e a una indeterminazione sui costi di progetti che richiedano più fasi.
La soluzione? Infrastrutture modulari e pretestate
Sotto la spinta delle esigenze del mercato la soluzione ai problemi esposto è stata identificata e messa in atto. In sostanza, le aziende coinvolte a vari titolo e specializzazione nella realizzazione di Data Center ha adottato l’esempio dei settori delle telecomunicazioni e di altri settori industriali ed ha intrapreso la strada di realizzazioni modulari e prefabbricate.
L’applicazione di queste tecniche, insieme ad altre innovazioni intelligenti, è ad esempio quella che consente a Vertiv, ha evidenziato Pouchet, di progettare e costruire data center aziendali in loco, di colocation e hyperscale che possono essere distribuiti sul territorio nazionale o sovranazionale con costi, tempi di pianificazione e caratteristiche perfettamente determinabili.
Analizzando alcuni dei fattori chiave che influiscono sulle infrastrutture critiche “tradizionali” e sui vantaggi intrinsechi dei sistemi prefabbricati e assemblati in loco, è possibile, osserva Pouchet, mettere in evidenza alcuni elementi: in primis il fatto che è sempre più difficile trovare addetti ai lavori estremamente qualificati.
Laddove l’economia è in espansione le risorse IT vengono sovraccaricate oltre le reali capacità. Il risultato è una scarsità di persone esperte che genera oneri maggiori sulle fasi di progettazione, sui subfornitori e subappaltatori, sui project manager on-site, tutti fattori che nell’insieme mettono a serio rischio e stress le procedure atte a verificare sicurezza e qualità del progetto e dell’impianto.
La criticità è aggravata dal fatto che non sono molte le realtà che possono permettersi di affidare esternamente le fasi finali di ispezione, collaudo e messa in esercizio del data center, nonché di disporre del budget necessario per azioni e interventi correttivi adeguati.
Peggio ancora, quando il progetto richiede più fasi, l’adattamento, la finitura e la qualità possono avere variazioni significative, anche se gestibili. Lo stesso non si può dire per la realizzazione del cosiddetto “white space” indispensabile per la creazione di strutture per ambienti mission critical.
Come accennato la maggior parte dei problemi illustrati è stata eliminata tramite l’ideazione di data center prefabbricati.
In sostanza, osserva Pouchet, tramite data center modulari costruiti in loco, il sito completo viene ingegnerizzato il primo giorno pronto per lo stato finale del progetto. Quindi, se si sta costruendo un sito da 50 MW, ma nella prima fase si decide di implementare solo 5 MW, i disegni di progetto, l’elenco dei componenti infrastrutturali, i disegni di produzione e assemblaggio, così come le procedure di test e i protocolli di ispezione di qualità associati, sono tutti documentati per garantire che i restanti blocchi da 5 MW siano assolutamente identici. Verranno costruiti con la medesima modalità, utilizzando gli stessi componenti, le strutture di montaggio, le practice di fabbricazione, i processi di produzione, i controlli di qualità e le procedure di collaudo.
«Seguendo il percorso suggerito da Henry Ford quando cambiò radicalmente il modello dell’industria automobilistica spostando la produzione verso la catena di montaggio, oggi Vertiv ripropone e applica tale metodo al settore delle costruzioni dei data center, componenti per le condutture dei cavi, componenti per le infrastrutture di base, sale di controllo e altre strutture mission-critical. Il raggiungimento di una nuova qualità è certamente la chiave di volta del data center prefabbricato», ha osservato Pouchet.