Profili di rete inadeguati possono rendere inefficace anche la miglior soluzione VoIP di UC e mettere in forse il business. I suggerimenti di 3CX per evitarlo
La tecnologia avanza, ma non sempre le sue componenti lo fanno con la medesima velocità. Va considerato che questo è in parte e a ragione dovuto a differenti cicli di vita, a infrastrutture o dispositivi che evolvono con ritmi diversi, e con costi diversi, e quindi una certa asincronia è quasi la norma. Ed è accettabile, sempre che non ecceda le condizioni oltre le quali a soffrirne è il business di un’azienda.
Un caso posto sul tavolo da 3CX, quello relativo al rapporto esistente tra centralini VoIP e rete IP, esemplifica bene i rischi che si corrono.
Va osservato che 3CX sviluppa centralini telefonici IP software e cloud e open standard adatti per sostituire quelli proprietari tradizionali e che hanno l’obiettivo di aumentare la produttività e la mobilità aziendale.
In pratica, si tratta di soluzioni che tramite la web conference basata su WebRTC integrata, ai client per Mac e Windows ed alle app per Android, iOS e Windows phone, mettono a disposizione delle aziende una piattaforma moderna di UCC.
Anche se come tutti i produttori è orientata ad incrementare le vendite, cosa peraltro più che legittima, ritiene che la soddisfazione del cliente venga ancor prima del proprio fatturato e mette in guardia contro le aspettative che si possono nutrire dal semplice passaggio ad una soluzione moderna di UC basata su VoIP.
Prima ancora di farlo, emettere mano agli investimenti, si deve porre attenzione ad altri aspetti, e in primis tra questi, evidenzia 3CX, in modo particolare ai requisiti che l’infrastruttura di rete e le linee dati dovrebbero avere per potersi avvalere in modo ottimale delle prestazioni fornite da una soluzione VoIP.
Né il miglior Centralino IP né il miglior operatore di servizi VoIP, osserva, possono funzionare in modo soddisfacente qualora la connettività dati e il percorso di instradamento delle sessioni non siano opportunamente dimensionati. I paragrafi seguenti esaminano i punti su cui 3CX suggerisce di porre attenzione.
Garantirsi una banda minima
Quello di un solido contratto che garantisca una banda minima è la condizione sine qua non per iniziare a parlare di VoIP e ordinare un nuovo centralino. Il traffico voce su linea dati, osserva, è caratterizzato da una comunicazione bidirezionale che permette ai due partecipanti ad una sessione VoIP di comunicare ed ascoltare contemporaneamente la voce altrui.
Il cosa chiedere non è complicato. Scordandosi i vecchi Erlang della telefonia analogica classica, per identificare la banda dati necessaria per una corretta fruizione della telefonia VoIP si può prendere in esame il numero di chiamate SIP eseguite simultaneamente sul centralino IP ed il relativo volume dati. Tale valore andrà confrontato con la banda minima garantita in upload verso il backbone di rete, criterio in base a cui scegliere il fornitore dei servizi Internet.
Un profilo business in grado di supportare correttamente il traffico VoIP deve dichiarare chiaramente e contrattualmente la capacità in upload. Nel caso tale dato non fosse esplicito ci si deve porre qualche domanda e interpellare qualche altro fornitore.
Router di proprietà
La direttiva UE 2008/63 e il successivo regolamento UE 2015/2120, osserva 3CX, stabiliscano in maniera inequivocabile che “gli utenti finali hanno il diritto di accedere a informazioni e contenuti e di diffonderli, nonché di utilizzare e fornire applicazioni e servizi, e utilizzare apparecchiature terminali di loro scelta, indipendentemente dalla sede dell’utente finale o del fornitore o dalla localizzazione, dall’origine o dalla destinazione delle informazioni, dei contenuti, delle applicazioni o del servizio, tramite il servizio di accesso a Internet”.
Ciononostante alcuni provider impongono l’adozione del proprio router. Tale obbligo, mette in guardia 3CX, può incidere in maniera sostanziale sulla capacità della linea di veicolare correttamente il traffico voce acquistato presso operatori VoIP SIP terzi. In alcuni casi la connettività VoIP potrebbe essere resa instabile, nel peggiore dei casi la connettività VoIP potrebbe addirittura essere completamente inibita.
Traffico voce su IP in versione analogica
Un ultimo punto su cui 3CX mette in guardia è che alcuni operatori utilizzano nei propri router un algoritmo (SIP ALG o SIP Helper) che altera la sintassi del protocollo SIP, al fine di erogare all’utente le linee VoIP che ha sottoscritto nella tradizionale modalità analogica o ISDN.
Se da un lato questo algoritmo può essere utile all’operatore per fornire le proprie linee, dall’altro può impedire l’utilizzo di fornitori terzi di linee SIP “native” e quindi limitare il grado di libertà. La scelta di consegnare il traffico voce in modalità analogica, aggiunge la società, obbliga peraltro gli utenti di un centralino IP all’utilizzo di gateway di conversione del segnale PSTN e risulta in contrasto con la migrazione al “Cloud VoIP” ormai in atto.
Nel dubbio, e se proprio non si riesce a districarsi tra PAPX, contratti, linee, PSTN, VoIP, SIP, giunzione, router, eccetera , osserva 3CX, si può sempre optare per una soluzione Cloud.