I sistemi IoT sono oggi a un bivio: esistere come isole a sé stanti o come un unico sistema interconnesso. Come spiegato da una ricerca Idc per conto di Eseye, i vantaggi di diventare un unico sistema sono innumerevoli. Per esempio, un container durante il suo viaggio attraverso il mondo sarà in grado di fornire sempre informazioni sulla sua posizione, sulla temperatura al suo interno, indicare quando passa da un mezzo di trasporto a un altro. Sulla carta è tutto fantastico, ma quante reti diverse incontrerà questo container? A quali si potrà connettere?
Di quali tecnologie dovranno essere dotati i sensori IoT?
Dovrà avere una connettività sicura, affidabile, performante ed economica. Non importa quale, anche se le tecnologie candidate sono innumerevoli. La tendenza attuale è quella di dotare i sistemi IoT di più accessi radio (Rat) e reti per fornire più opzioni: alle comunicazioni cellulari si associano altri protocolli wireless, tra cui Wi-Fi, Bluetooth, Zigbee, Thread e LoRaWan. Diversi fornitori di semiconduttori stanno già realizzando soluzioni multi-Rat per semplificare la progettazione delle apparecchiature. Un ulteriore canale di comunicazione, che sta attirando l’attenzione del mondo IoT, è quello satellitare: una nuova generazione di costellazioni di satelliti a basso costo in orbita terrestre bassa (Leo) sta cambiando l’economia e la fattibilità delle comunicazioni satellitari da dispositivo a cloud. Inoltre, l’utilizzo di eSim al posto di quelle fisiche amplia di molto il range d’azione dei dispositivi. Niente più accordi con un singolo operatore, con la necessità di ulteriori accordi con altri per avere il roaming ovunque; attraverso le eSim diventa possibile selezionare da remoto gli operatori migliori a garanzia di una connettività efficace e senza interruzioni. Nel precedente esempio i container del futuro prossimo venturo potranno utilizzare dispositivi con connessioni satellitari, multi-Rat ed eSim per girare il mondo rimanendo sempre connessi. In determinati ambiti applicativi stanno prendendo piede anche modelli di connettività basati sul crowdsourcing, in cui sono gli stessi dispositivi a diventare fornitori di connettività per quelli vicini. Una soluzione del genere ha una importante valenza per progetti IoT con una mobilità limitata, circoscritta a un’area ben precisa: poiché ogni dispositivo fornisce anche la connessione, si possono creare reti virtualmente senza confini, garantendo la necessaria copertura per cancellare zone d’ombra e azzerare le interruzioni del servizio. Logistica, telemedicina, smart city possono trarre enormi benefici da questa soluzione. Il 5G, poi, sarà il collante di tutto. Quando sarà sufficientemente pervasivo, con un mix di reti pubbliche e private basate su questa tecnologia, il mondo IoT potrà avere un’ulteriore spinta sul mercato. L’interoperabilità tra reti pubbliche e reti private dovrà essere messa al primo posto, in modo che la creazione di un “mondo” interconnesso attraverso diverse tecnologie permetta la realizzazione di nuovi servizi e il potenziamento di quelli già esistenti.