Aumentare l’efficienza aziendale con un IT sempre più “smart”

Accanto a elementi fondamentali quali competenze, processi e organizzazione, va sviluppandosi una Information Technology sempre più smart, dove l’analisi del dato, la conoscenza del cliente e funzioni di self governance delle tecnologie consentono all’azienda di innovare più velocemente e muoversi nella complessità del business

Sono almeno quattro i pilastri su cui un’azienda, soprattutto in tempi di estrema volatilità come gli attuali, dovrebbe poter agire per aumentare la propria efficienza e resilienza: persone, processi, organizzazione e tecnologie. Tutti punti fortemente interdipendenti tra di loro.

Il nostro breve focus è sulle tecnologie IT, quelle almeno che, oltre alle consolidate applicazioni classiche Erp che contribuiscono a pianificare le risorse di impresa (Enterprise Resource Planning), sono in grado oggi di spostare la capacità dell’azienda verso una maggiore efficienza e flessibilità operativa.

I 4 elementi sopra descritti andrebbero considerati come un unico insieme da monitorare e far evolvere in un costante quanto difficile equilibrio. Le persone, senza le adeguate competenze e profili professionali da valorizzare di continuo, si perdono nella gestione e nella non comprensione delle altre tre forze. Sono il vero “capitale”: solo attraverso la loro piena partecipazione e condivisione di obiettivi, collaborazione, interna e con partner e clienti, diventa possibile rispondere al mercato e crescere. Non esiste infatti un unico responsabile dell’evoluzione di questo “sistema” di quattro forze nel suo complesso. Sono le persone che possono o meno far evolvere armonicamente questo organismo vivo e dinamico rappresentato dall’azienda.

I processi vanno di continuo ottimizzati in integrazione con le tecnologie infrastrutturali e applicative di riferimento. Si basano su un’organizzazione che deve essere agile, strutturata secondo princìpi che favoriscano la capacità di parziale riconfigurazione dinamica al variare delle esigenze e degli obiettivi di business. Da questo punto di vista, fondamentale è il riferimento all’Agile, metodologia organizzativa oggi utilizzata, almeno in alcune delle sue parti, da moltissime imprese. È nata agli inizi degli Anni 2000 in ambito IT per sviluppare applicazioni che potessero sfruttare meglio le potenzialità di Internet e avviare una nuova fase di maggiore contatto con i clienti. Ha soppiantato il concetto di “waterfall” utilizzato per decenni nello sviluppo software, quando le specifiche e le esigenze applicative erano più stabili e venivano chiaramente espresse in un contesto che variava molto lentamente; in pratica quando il concetto di innovazione continua non era presente come oggi nel business. Sarebbe interessante affrontare le fasi evolutive di questa metodologia. Ci basti sapere un paio di cose: primo, il metodo Agile si basa su una struttura di persone contenuta nel numero in rapporto al progetto, con competenze diversificate, gruppi che si autogestiscono e che, in questo sviluppo incrementale hanno molta interazione e coinvolgimento con gli utenti che dovranno poi utilizzare l’applicazione in via di sviluppo. Secondo punto: questa impostazione, negli anni, è diventata un modello di trasformazione digitale dell’intera azienda, costantemente orientata all’innovazione, applicando questi principi ai diversi progetti di business. Ma tutto questo non potrebbe esistere oggi senza il supporto delle tecnologie ICT. Quali sono e come stanno cambiando, almeno nelle loro evoluzioni principali?

Quale IT in tempi di cambiamenti continui?

Il tema dell’allineamento tra tecnologie IT e business si dibatte ormai da qualche decennio. Spesso, nella realtà quotidiana, i quattro “pillars” sopra descritti sono strutturalmente disallineati. Ad esempio se parliamo dei dati, una delle principali cause di rallentamento nello sviluppo di nuovi progetti di innovazione risiede nell’estrema parcellizzazione dei dati distribuiti in silos tecnologici e organizzativi, cosa che rende difficile una vista organica e univoca dell’impresa. I principali sistemi di Analytics oggi proposti sul mercato stressano proprio questa componente di trasversalità nell’accedere, in ottica open, ai diversi silos e alle differenti fonti di dati. Integrati negli analytics vi sono infatti middleware preposti alla compatibilità con le principali piattaforme tecnologiche dei diversi vendor ma, anche qui, solo un disegno organico dei processi può consentire alle tecnologie di esprimere al meglio le proprie funzionalità.

Negli ultimi anni l’utilizzo di tecnologie quali Api standard e microservizi (interfacce preposte a risolvere i problemi di incompatibilità di comunicazione tra diversi sistemi e applicazioni) hanno contribuito di molto a favorire la collaborazione tra differenti silos tecnologici e applicativi, incrementando la “fluidità” delle informazioni tra le persone e tra le differenti “unit” aziendali. Inoltre, va sottolineato come l’avvento di software di Intelligenza Artificiale e di machine learning sia stato, negli ultimi anni, davvero “disruptive”, soprattutto perché è avvenuto, e sta avvenendo, in modalità integrata all’interno dei vari software, sia applicativi, sia di comunicazione; seguendo il concetto dell’Autonomous (cioè di un’autonomia operativa di un sistema sempre più intelligente), i vari Erp, e nello specifico i software di Crm (Customer Relationship Management), hanno aumentato il loro livello di operatività smart migliorando di continuo i processi, agevolando il lavoro del singolo individuo sulla base del suo profilo di utilizzo, ottimizzando l’integrazione con le diverse piattaforme tecnologiche presenti. Stessa cosa è avvenuta nei sistemi di analytics, dove tecniche di machine learning integrate nelle varie funzionalità, contribuiscono, attraverso una continua analisi dei dati, a rilevare pattern significativi per le informazioni che si stanno ricercando.

Organizzazione IT per platform

Accanto alla continua transizione verso il modello Cloud, che nell’erogazione in modalità di servizio di applicazioni (Software as a service), middleware (Platform as a service) e tecnologie (Infrastructure as a service) on demand ha senz’altro flessibilizzato l’utilizzo dell’informatica in azienda, si stanno diffondendo nuove soluzioni per migliorare l’interazione tra gruppi di lavoro, favorire nuova collaboration e ridurre la distanza tra esigenze di business e risposta tecnologica. Tra queste vi è senz’altro l’idea di strutturare un IT per Platform, piattaforme tecnologiche che riuniscono gruppi di persone con specifiche esigenze funzionali in cui il focus è l’esigenza dell’utente (interno o cliente finale a seconda del tipo di unit cui si indirizza la piattaforma; ad esempio per l’area Finance aziendale oppure per il marketing). I team, riprendendo alcuni principi del modello Agile prima accennato, hanno piena autonomia operativa e, sempre in accordo con le linee guida generali di sviluppo, erogano questi servizi ai diversi utenti aziendali con l’obiettivo, ancora una volta, di facilitare la collaborazione tra le varie business unit attraverso la condivisione di dati, applicazioni e competenze.

Le tipologie di queste piattaforme in genere si riferiscono a due livelli: uno più trasversale di servizio (technology platform indirizzate alle diverse esigenze Ict) e un altro più verticale di business che indirizza specifiche esigenze dei vari ambiti aziendali (marketing, supply chain, sales, administration, ecc). E anche in questo caso, fondamentale è l’integrazione tra le diverse piattaforme: la comunicazione e l’interazione tra piattaforme tecnologiche e business deve avvenire attraverso architetture e strutture di dati comuni e condivisi, in grado di separare i dati dai sistemi transazionali (tipo Erp, Crm), creando interfacce tra i sistemi, il tutto basato su piattaforme cloud integrate, estremamente sicure, che possano garantire flessibilità di risposta, tempi di sviluppo abbreviati, costi contenuti. Sempre, infine, proponendo un sistema con interfacce utenti friendly e canali diversificati a seconda della tipologia di utente (chat, mobile app e quant’altro).

Crm e Analytics: dai dati nuove capacità di business

Un esempio perfetto di quanto possa oggi incidere la tecnologia sul business lo abbiamo con i sistemi di CRM. Sono infatti le applicazioni, quelle che soprattutto regolano e migliorano la relazione con il cliente, le tecnologie in grado di creare la relazione virtuosa, l’ecosistema che fidelizza il cliente e crea sviluppo di business. Automatizzano i task ripetitivi proponendo all’utente funzioni di valore orientate all’analisi continua del dato. Si tratta di applicazioni di ultima generazione, sempre più smart, in cui funzionalità di AI e machine learning vengono integrate per aumentare la conoscenza sui dati in rapporto alla continua variabilità dei mercati e al profilo professionale di chi usa queste applicazioni. Le analisi sono finalizzate alla centralità del cliente di cui, queste applicazioni, consentono di conoscerne meglio i gusti per sviluppare nuove proposte, proporre percorsi in rapporto al suo profilo di interessi, in una modalità non invasiva.

Dietro a tutto ciò deve per forza esistere un sistema informativo di data base, connessioni, server e piattaforme cloud ipersicuri che si devono occupare del maggior numero di funzionalità tecnologiche, con software che consenta una intelligent governance in grado di analizzare di continuo le infrastrutture su cui girano le applicazioni per prevenire e risolvere aspetti sistemistici ed eventuali problemi, offrendo sicurezza integrata in reti, server e applicazioni. I sistemi informativi aziendali si stanno ormai trasformando in ambienti ibridi, dove convivono soluzioni in house, private cloud, cloud pubblici e spesso anche multi cloud. L’obiettivo è l’erogazione di differenti servizi alle varie componenti aziendali, orchestrandoli in funzione delle diverse esigenze e strategie di business. Una sfida non da poco ma inevitabile da affrontare per muoversi agilmente in mercati complessi e continuare il proprio sviluppo di business.

 

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