Generazione Z e i rischi digitali per le aziende

Denis Valter Cassinerio di Acronis, ci illustra quali sono i rischi più comuni che corrono i dipendenti più giovani, e quindi le aziende, e come gli MSP possono supportare queste ultime per limitarli.

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Denis Cassinerio, Senior Director e General Manager di Acronis

Nati tra il 1997 e il 2012, i giovani della Generazione Z sono i più rapidi ad adottare nuove applicazioni e tecnologie, risultando tra i maggiori utilizzatori dei social network come TikTok e Snapchat. “Dalla gestione dei pagamenti fino all’irrigazione delle piante di casa, la cultura tecnologica di questa generazione li spinge a utilizzare il digitale in qualsiasi ambito,” spiega Denis Valter Cassinerio, Senior Director & General Manager South EMEA di Acronis.

Tuttavia, questa confidenza con la tecnologia porta anche a rischi. “La Generazione Z tende a confondere i confini tra lavoro e vita personale,” continua Cassinerio. “Spesso ignorano le policy di cybersecurity più tradizionali, accedendo ad applicazioni vietate sul posto di lavoro o utilizzando device aziendali per attività private. Comportamenti che aggravano l’anello più debole della sicurezza informatica: l’errore umano, un problema che causa il 68% di tutte le violazioni dei dati, secondo il Verizon Data Breach Investigations Report del 2024.”

Con l’ingresso di questa generazione nel mondo del lavoro, le imprese – e i Managed Service Provider (MSP) che le supportano – devono affrontare crescenti criticità legate alla sicurezza IT. “È fondamentale che i service provider informino i clienti sulle modalità più comuni di attacco, soprattutto considerando i comportamenti più rischiosi dei lavoratori giovani,” sottolinea Cassinerio.

Le ‘nuove’ minacce più comuni secondo Cassinerio:

  1. Phishing e malvertising:Da Instagram e Facebook ai risultati di ricerca di Google, phishing e malvertising sono ovunque e la Gen Z affonda nelle truffe. Ma i criminali informatici stanno anche prendendo di mira i più giovani con false e-mail, messaggi diretti camuffati da fonti reali e brand noti, oltre che con pubblicità malevola.
  2. Truffe finanziarie:I giovani sono più inclini a prendere  decisioni di investimento influenzate dai social media  e pertanto, sempre più professionisti vengono coinvolti in truffe finanziarie online.
  3. Ingegneria sociale e deepfake:Purtroppo, molti lavoratori inesperti cadono nelle truffe di ingegneria sociale che coinvolgono criminali informatici che impersonano abilmente un collega oppure un top manager.
  4. Truffe nel reclutamento lavorativo:La Gen Z è anche particolarmente  vulnerabile alle truffe di reclutamento  sui siti web più popolari, tra cui LinkedIn, dal momento che è più focalizzata sulla carriera.
  5. Riutilizzo delle password:A quasi tutte le persone si può rimproverare di utilizzare le medesime password, ma nei lavoratori della Gen Z questa cattiva abitudine è molto più diffusa.  Una recente ricerca ha infatti confermato che sono i più inclini a riciclare le password rispetto alle altre generazioni.

Un divario culturale che influisce sulla sicurezza

Da tutto ciò emerge che la generazione più giovane sta incrementando i rischi di cybersecurity per i datori di lavoro e per gli MSP che li supportano. Una sfida resa più complessa anche a causa del divario culturale spesso presente tra i professionisti IT delle aziende e i giovani lavoratori.  Secondo la società di recruiting  Zippia, i primi hanno mediamente 42 anni, ovvero sono dei  millennial, e dunque hanno visioni, esperienze e atteggiamenti nei confronti della tecnologia sul posto di lavoro molto diversi dai colleghi Centennials. Un gap culturale che aumenta il rischio informatico che però gli MSP possono limitare, informando i propri clienti sui rischi ma anche aiutandoli a comunicare in modo efficace le migliori procedure di sicurezza informatica al personale più giovane.

Sensibilizzazione e approcci innovativi

Uno dei maggiori problemi per le attività di Brand Awarness della cybersecurity è che invecchiano rapidamente. Non solo le informazioni possono diventare obsolete in poco tempo, ma l’esperienza di sensibilizzazione stessa appare facilmente obsoleta e fa sì che i dipendenti non vi pongano un’adeguata attenzione. E ovviamente ciò vale ancora di più per la Gen Z. Gli MSP quindi devono supportare le aziende a considerare le differenze generazionali nello sviluppo di strategie di sensibilizzazione sulla sicurezza informatica per sviluppare formule efficaci per i propri dipendenti Centennials. In questa direzione sarà importante rendere per prima cosa questi programmi coinvolgenti per loro. Invece di tradizionali sessioni formative, spesso troppo banali e noiose per la forza lavoro più giovane, si dovranno studiare formati più dinamici e creativi sfruttando le moderne piattaforme di formazione, come il Security Awareness Training  di Acronis, e gli stessi social, unitamente a formule di gamification di forte impatto sui Centennials.

“Un approccio innovativo stimolerà comportamenti più sicuri tra i lavoratori della Generazione Z, riducendo così gli errori umani e minimizzando il rischio di incidenti costosi.” conclude Cassinerio.

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