Negli ultimi cinque anni, indicano le stime della società di venture capital F-Prime Capital, le aziende di “vertical robotics”, ossia le imprese che realizzano sistemi robotici per settori industriali specifici, come quello logistico, medicale, manifatturiero, hanno registrato globalmente una crescita netta, da 2,4 miliardi di dollari nel 2019, a 4,1 miliardi di dollari nel 2023. E hanno fatto meglio delle aziende costruttrici di veicoli autonomi (AV) destinati all’uso su strade pubbliche (trasporto passeggeri, autotrasporti), dove gli investimenti risultano in forte calo. In particolare, nel 2023, la robotica per la logistica e la robotica medica hanno registrato la maggior attività.
Più efficienza e produttività nella logistica, nei servizi sanitari e nel manifatturiero
I robot sviluppati per settori verticali tipicamente potenziano i compiti eseguiti dagli umani, aumentando la produttività della manodopera esistente.
Nella logistica interna e movimentazione di magazzino, un esempio applicativo sono gli AMR (Autonomous mobile robot), dotati di sensori, telecamere, e controllati da algoritmi di AI che possono guidarli singolarmente o in una flotta, e consentono loro di muoversi liberamente nell’ambiente di lavoro, senza necessità di seguire percorsi o binari fissi, evitando persone o ostacoli sul loro cammino. Il retailer statunitense Walmart adotta gli AMR nel Walmart Supercenter di Salem, New Hampshire. I robot (Alphabot) operano in magazzino e si occupano delle attività di prelievo (picking) e consegna degli articoli agli operatori umani, che controllano la merce e la confezionano per la preparazione finale degli ordini. Gli Alphabot, spiega Walmart, razionalizzano la gestione degli ordini, consentendo agli operatori di svolgere con maggior rapidità ed efficienza il proprio lavoro. In campo medico, la chirurgia robotica mininvasiva permette di eseguire interventi complessi con maggior precisione e minori traumi. Il sistema di chirurgia robotica da Vinci, ad esempio, è utilizzato in tutto il mondo per interventi di chirurgia generale, urologica, vascolare, toracica. Il robot è guidato dal chirurgo tramite manipolatori, ed opera praticando una sola incisione a livello ombelicale, limitando il sanguinamento, migliorando la sicurezza del paziente, diminuendo il dolore post-operatorio, accelerando i tempi di recupero, e riducendo la degenza.
Nell’assistenza infermieristica, robot come Moxi, guidati dalla AI, possono alleviare il carico di lavoro del personale sanitario, in compiti che spaziano dal prelievo di articoli dal rifornimento centrale, alla consegna di campioni di laboratorio, alla somministrazione dei farmaci. Nel settore manifatturiero, robotica e automazione impattano profondamente su efficienza e produttività dei diversi processi. Fedegari Group fornisce soluzioni per la sterilizzazione e la bio-decontaminazione e, per ridurre i tempi di fabbricazione delle autoclavi destinate all’industria farmaceutica, ha implementato celle di saldatura flessibili basate su robot ABB a portale, programmabili offline. L’applicazione permette di ridurre del 50% i tempi di produzione dei componenti. Nell’industria elettronica, la multinazionale taiwanese Foxconn adotta un sistema robotico di visione artificiale (Foxconn NxVAE) basato su AI e machine learning non supervisionato, che, rispetto ai metodi tradizionali, è in grado di elevare i livelli di efficienza e precisione nell’ispezione dei difetti dei prodotti sulle linee di produzione.
Riqualificare le competenze
La AI crea, non riduce le opportunità per la forza lavoro, prevede Gartner. L’implementazione della GenAI genererà non solo la necessità di nuovi ruoli professionali, ma consentirà anche ai datori di lavoro di ridurre i tempi per l’acquisizione di nuove tecnologie e specializzazioni. Allo stesso modo, i robot, indica il position paper della International Federation of Robotics (IFR), “Next Generation Skills”, creeranno nuove occupazioni, modificando in meglio i posti di lavoro esistenti, e aprendo la strada a ulteriori e più interessanti posizioni. Tuttavia, i vari portatori d’interesse, inclusi governi, aziende, costruttori di robot e istituti di formazione, dovranno intraprendere azioni per far sì che il settore sia adeguatamente attrezzato con le risorse per sbloccare le competenze di prossima generazione. I nuovi profili includono ruoli multidisciplinari come anche esperti di domini specifici: i primi comprendono, ad esempio, gli “smart factory managers” responsabili della supervisione dell’intera filiera dell’automazione, e i “robot teaming coordinators”, che hanno il compito di progettare processi in grado di integrare la robotica nelle operazioni aziendali, e ottimizzare le modalità con cui umani e robot lavorano assieme. Tra gli esempi di esperti settoriali ci sono invece i “robot debuggers” e gli “AI optimization experts”. Cambiamenti e sfide epocali di questa portata richiedono però impegno e iniziative da parte di tutti gli stakeholder coinvolti. I governi, chiarisce il documento di IFR, devono investire in corrette infrastrutture, politiche, programmi di formazione e sviluppo della forza lavoro. I produttori, gli istituti di formazione e i governi devono promuovere percorsi di carriera attraenti nel settore manifatturiero per i lavoratori giovani e anziani, nonché sviluppare programmi di apprendimento permanente per i dipendenti. I produttori devono coinvolgere la loro forza lavoro nello sviluppo delle migliori strategie di automazione, oltre a garantire che i dipendenti siano riqualificati e/o aggiornati sulle nuove tecnologie. Da parte loro, i produttori di robot dovrebbero continuare a concentrarsi sulla semplificazione delle interfacce di programmazione, per consentire un’adozione più semplice e rapida della tecnologia. Infine, i dipendenti dovrebbero cercare attivamente opportunità di aggiornamento sulle nuove tecnologie evolute, e di essere coinvolti nell’incorporazione dei robot nei processi esistenti.
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