Rispetto ai tradizionali veicoli a guida automatica (AGV, automated guided vehicles) che rappresentavano fino a pochi anni fa l’unica opzione per automatizzare le attività di trasporto interno, gli AMR presentano delle caratteristiche che li rendono una tipologia di robot unica nel suo genere. Il primo vantaggio è indubbiamente la flessibilità: i robot di questo tipo possono muoversi all’interno degli ambienti di fabbrica attraverso la lettura di mappe costruite direttamente dal robot tramite il suo software o precaricate dall’utente, ad esempio attraverso un GPS. Gli AMR utilizzano dei dispositivi di visione, come telecamere, sensori integrati e scanner laser per rilevare l’ambiente circostante: l’intelligenza del robot incrocia i dati del percorso “ideale” con le informazioni rilavate sul percorso in modo da scegliere di volta in volta le piccole variazioni del tragitto mantenendo il più alto livello di efficienza possibile per raggiungere il proprio obiettivo. Queste funzionalità consentono anche di evitare gli ostacoli sul proprio tragitto (ad esempio, merci temporaneamente stoccate lungo il percorso, persone o mezzi in movimenti o anche oggetti caduti a terra) ed elaborare un percorso alternativo a quello prefissato quando necessario.
Ogni AMR è potenzialmente in grado di lavorare in completa autonomia, grazie anche alla grande varietà di “moduli top” (ossia la parte aggiuntiva installata a livello superiore) che possono montare: scaffali automatizzati, rulliere, carelli, bracci robotici e molte altre applicazioni. Questo insieme di caratteristiche consente di ottimizzare la produttività poiché rappresenta una garanzia che le tempistiche necessarie al flusso di materiale restino nei valori previsti.
Un esempio è il MiR1200 Transpallet che, grazie al rilevamento avanzato dei pallet tramite intelligenza artificiale (AI), basato su NVIDIA Jetson AGX OrinNVIDIA, utilizza la visione 3D per identificare pallet e altri oggetti e può prelevare e consegnare pallet in modo altamente preciso. Proprio grazie alle capacità di visione 3D è possibile risolvere le problematiche che molte aziende devono affrontare nella movimentazione dei materiali ad alta intensità di risorse, dove gli ambienti complessi rendono difficile l’automazione, che tuttavia è necessaria a causa della crescente carenza di manodopera.
Sicurezza e approccio all’automazione
L’implementazione degli AMR nelle fabbriche, non solo ha sollevato i colleghi umani dallo svolgere compiti ripetitivi e pericolosi ma ha anche innalzato il livello di sicurezza dei luoghi di lavoro dove forte presenza umana e processi logistici altamente dinamici pongono una serie di problematiche. Grazie ai sistemi di sicurezza di cui tutti gli AMR sono dotati, ogni eventuale collisione accidentale prevede che il danno sia sempre a carico del robot. Questo approccio riprende il concetto di “sicurezza massima e in ogni circostanza”, dove i robot anche in caso di una (inevitabile) collisione sono programmati per effettuare un arresto immediato. Infatti, ogni AMR è dotato dell’arresto di emergenza (anche remoto) che lo ferma in caso di pericolo o imprevisti. In questo modo si azzerano la possibilità che un AMR possa causare danni alle persone.
Non meno importante, in base all’esperienza MiR sul campo, si possono fare alcune considerazioni riguardo al tipo di approccio delle aziende sull’automazione e la logistica. Premesso che ancora oggi non tutte le realtà nazionali hanno avuto possibilità di integrare l’automazione nei propri processi, il comun denominatore di tutte le aziende riguardo l’automazione è l’iniziale timore sui primi passi da compiere. Inoltre, automatizzare non significa “modernizzare” oppure ricevere incentivi messi a disposizione dalle autorità, ma gettare solide basi su cui costruire e sviluppare il proprio futuro. Casi di successo, best practice, whitepaper sono esempi alla portata di tutti, tuttavia il come muoversi non è del tutto scontato, quindi produttori o system integrator devono in primis sfatare i falsi miti e le errate convinzioni sui robot mobili. Il giusto approccio, il rapporto di reciproca fiducia e collaborazione rappresentano il primo ingrediente per iniziare con l’analisi del cosa andrà ad essere ottimizzato e che effettivamente andrà a generare beneficio. Altro aspetto fondamentale che spesso si tende a sottovalutare è la condivisione dei progetti con il proprio organico; spesso si tralascia il tipo di percezione nei confronti dell’automazione all’interno dell’organizzazione. Una comunicazione chiara ed esaustiva con tutti i componenti dell’azienda avrà come risultato la semplificazione del processo anche sotto l’aspetto umano.