Secondo un’indagine commissionata da Citrix a OnePoll in Italia, il 91% degli intervistati sostiene l’impatto positivo dello smart working sulla produttività
Sono sempre di più in Italia le aziende che decidono di adottare lo smart working e di permettere ai propri dipendenti di lavorare da remoto, ovunque essi si trovino. Ma in che modo gli italiani stanno vivendo questo cambiamento della cultura del lavoro, che sostituisce l’ufficio tradizionale con uno “spazio digitale” che accompagna la persona in tutti i suoi spostamenti?
Secondo un’indagine commissionata da Citrix , azienda del settore IT che si è data la mission di rendere semplice e sicuro l’accesso alle applicazioni e ai dati, all’istituto di ricerca OnePoll su un campione di 500 persone distribuite in tutta Italia, lo smart working è soprattutto percepito come un’opportunità dal 70% degli intervistati e secondo il 50,4% rappresenta il futuro del lavoro.
Solo un esiguo 3,6% vede lo smart working come una minaccia, a conferma del fatto che si tratta di un cambiamento per cui le persone sono ormai pronte, e questo anche se per il 74% del campione la sede di lavoro abituale resta la propria azienda.
Smart working : è questione di tecnologia
Lo smart working sembra proprio essere soprattutto una questione di tecnologia. A questo proposito la quasi unanimità del campione (91%) è concorde nel sostenere l’impatto positivo di quest’ultima sul livello di produttività individuale per diversi motivi e grazie allo smart working – il 20% degli intervistati afferma di sentirsi libero di cambiare il proprio modo di lavorare.
Di chi sono i meriti? Quello principale è dell’azienda che si è dotata di tecnologie migliori, con un passaggio che ha rappresentato una vera rivoluzione culturale al suo interno. Ma c’è molto spazio anche all’iniziativa dei singoli. Infatti il 28% del campione si è dotato individualmente di una tecnologia migliore e oltre il 41% degli utenti ha migliorato la propria esperienza d’uso.
Di contro, chi non si sente supportato dalla tecnologia per lo svolgimento del proprio lavoro lamenta soprattutto la mancanza di efficaci tool di condivisione e sincronizzazione (50%), di una connessione internet sufficientemente veloce (31,82%) e di migliori strumenti di messaggistica istantanea o sistemi di videoconferenza (13,64%).
«La tecnologia si sviluppa a un ritmo sempre più veloce, impensabile solo 10 anni fa. Oggi le aziende di successo sono quelle che sanno innovare, che promuovono la creatività e l’iniziativa dei dipendenti. Solo così, infatti è possibile migliorare la produttività, che sarà sempre meno legata alle ore di presenza in ufficio e sempre di più alla possibilità di sperimentare nuove soluzioni alle sfide di un mercato in continua evoluzione», ha osservato Massimiliano Grassi, direttore marketing di Citrix Italia
Come avviene il processo?
Una modalità con cui le organizzazioni stanno inserendo lo smart working nel proprio tessuto aziendale è quella di permettere il lavoro da remoto per un numero di giorni definito a settimana / mese o anche per un determinato numero di ore al giorno.
Si scopre così che il 23% degli intervistati può lavorare in modalità smart tutti giorni (almeno per qualche ora); il 22,4% almeno una volta a settimana, il 10,40% si limita a una volta ogni 15 giorni, il 5,8% una volta al mese, e l’11,6% meno di una volta al mese. Per il 26,4% del campione, invece, lo smart working non è ancora una realtà, anche se la situazione sembra destinata a evolvere.
«La cultura del lavoro sta cambiando sempre più velocemente. Oggi il workplace o luogo di lavoro non è più uno spazio fisico, ma digitale e questa rivoluzione sta interessando tutti i settori di mercato. In questo scenario, il vero fattore abilitante è la tecnologia, che decide in ultima analisi della produttività di chi lavora», ha affermato Benjamin Jolivet, country manager di Citrix Italia.