Prevista una crescita degli attacchi mirati alle imprese con vere e proprie estorsioni. La digital transformation richiede una sicurezza logica e fisica a 360 gradi
Il momento storico favorisce lo sviluppo di nuovi modelli di business e spinge le imprese a investire in innovazione, in parte anche grazie al piano Calenda, ma sulla sicurezza si evidenziano molti ritardi.
È la crescita delle tecnologie “personal”, che hanno portato strumenti sempre più sofisticati in mano a ogni individuo, il seme che sta germogliando la cosiddetta Digital Transformation. Le imprese stanno velocemente comprendendo quanto, per esempio grazie al cloud ma non solo, si possano ridurre i costi della tecnologia, come rendere più efficienti i processi, migliorare la relazione con i clienti, espandere le proprie attività attraverso nuovi servizi.
Tutto ciò è però messo a rischio dal costante aumento delle minacce alla sicurezza.
Gli asset aziendali digitali sono critici, perché la ricchezza dell’attuale sistema economico risiede principalmente nella proprietà intellettuale.
La centralità della tecnologia, inoltre, rende impossibile per un’impresa operare senza il supporto dei sistemi informatici o senza una connessione Internet.
Anche lo sviluppo delle tecnologie industriali, come la robotica, e il crescente utilizzo di software nei sistemi fisici, come le automobili, pongono ulteriori rischi: e facile immaginare i danni, anche alla persone, che un grande braccio meccanico possa causare in una fabbrica se manovrato da un hacker che sia riuscito a prenderne il controllo. Ancor più facile pensare ad auto che non rispondono ai comandi dei conducenti, come già hanno rappresentato gli autori di Fast & Furios 8.
Questo numero di Direction è parte di una collana, che vedrà altre uscite in allegato a il Sole 24Ore e poi la pubblicazione sul nostro sito. Si tratta di una nuova veste delle monografie pubblicate lo scorso anno. Tra queste il tema della security era già stato toccato e lo sarà di nuovo in ottobre. La precedente uscita ha mostrato lo stato dell’arte nella Smart Mobility.
Il numero esplora lo stato dell’arte della sicurezza logica e fisica, che sono due lati della stessa medaglia e sempre diventeranno un singolo ambito.
Nel frattempo l’urgenza del GDPR, cui occorre essere conformi entro il 28 maggio pone l’accento sulla necessità di investimenti che non sono mai stati sufficienti in passato. Un’inchiesta condotta dalla redazione di Reportec evidenzia il ritardo (il 79% dei business e security manager coinvolti si dichiara non ancora pronto per il GDPR), ma fornisce anche qualche dato positivo.
Ad aiutarci nel definire lo stato dell’arte della sicurezza in Italia ci sono le opinioni e le vision di alcune imprese che operano in prima linea su fronte della protezione di infrastrutture, dati e ambienti.
Più precisamente, le aziende coinvolte sono Citrix, CyberArk ,Forcepoint ,Fortinet ,F-secure, G Data, Radware, Selta,Stormshield, Trend Micro, 3M,CTS, Risco, Veaam, Western Digital