Reverberi Enetec ha sviluppato soluzioni per l’illuminazione adattiva che aprono la strada alle Smart City e migliorano bilancio energetico e sicurezza
Reverberi Enetec è un’azienda nata negli anni ottanta con la missione di rispondere alle crescenti esigenze di ottimizzazione e risparmio energetico nel campo dell’illuminazione pubblica. Il fondatore ideò un apparecchio che permetteva di regolare il flusso luminoso delle lampade al sodio comunemente usate nella illuminazione pubblica in modo da consentire una forte riduzione dei consumi energetici.
Successivamente, nel 2003 la società è stata rilevata dai manager che ora la dirigono e che hanno portato avanti il forte spirito innovativo del suo fondatore sfruttando le nuove tecnologie, in modo da permettere l’adozione diffusa di soluzioni volte non solo a ridurre i consumi, ma allo stesso tempo migliorare la gestione del territorio, le condizioni ambientali e la sicurezza del cittadino.
Sono temi che abbiamo approfondito con l’aiuto dell’Ing. Paolo Di Lecce, amministratore delegato di Reverberi Enetec, azienda nazionale che per la vision e lo spirito innovativo che la anima in un settore molto importante per lo sviluppo nazionale, ha ottenuto un concreto riconoscimento anche dalla Comunità Europea, tramutatosi in un finanziamento a fondo perduto per realizzare all’EUR di Roma un importante progetto sperimentale.
GS: Ing. Di Lecce, cosa ha portato Reverberi Enetec ad affermarsi come società fortemente innovatrice in un settore per molti aspetti conservativo?
PDL: Quella di Reverberi Enetec è una storia consolidata caratterizzata da continue innovazioni. La società ha sviluppato nel tempo tecnologie ed apparati sempre più avanzati, prima per il controllo e la regolazione dell’illuminazione in maniera centralizzata, poi regolandola con circuiti elettronici installati negli stessi punti luce. Nell’ultimo quinquennio ha iniziato ad operare anche nel settore delle smart city. Questo perché l’illuminazione pubblica offre oggigiorno la possibilità di creare una rete diffusa sul territorio comunale che può funzionare da veicolo per raccogliere e fruire di informazioni diverse da quelle dell’illuminazione pubblica, e farlo con un investimento aggiuntivo marginale rispetto allo scopo principale.
GS: Come si è concretizzata la vision di Reverberi Enetec per una gestione Smart dell’energia, un bene sempre più prezioso?
PDL: Reverberi Enetec nel tempo ha portato nel controllo energetico concetti e tecnologie quali quelli delle onde convogliate e delle onde radio, sempre però restando focalizzata su quello che sappiamo fare meglio, e cioè le applicazioni connesse alla illuminazione pubblica. Partecipiamo ad associazioni che promuovono la “cultura della luce”, avendo come obiettivo primario quello di abilitare un risparmio energetico anche molto sensibile tramite lo sviluppo di tecniche che chiamiamo di “Illuminazione Adattiva”. In pratica, si tratta di tecnologie che permettono una illuminazione che si adatta alle condizioni ambientali del momento, prendendo in considerazioni, tra gli altri, parametri quali la luminosità, il traffico o lo stato delle strade. Sono tecnologie evolute che si basano sulle reti neuronali per quanto concerne la comunicazione e spaziano anche nella computer vision al fine di effettuare valutazioni del traffico, della condizione delle vie, eccetera.
GS: In sostanza quello di Reverberi Enetec è un approccio che permette di compiere un primo significativo passo verso una Smart City?
PDL: Nell’insieme si tratta di tecnologie che permettono di disporre di una rete informativa che raccoglie i dati in modo puntuale e decidere la strategia di illuminazione ottimale. Naturalmente, una volta realizzata una infrastruttura siffatta il passo successivo verso la Smart City ne risulta facilitato anche per quanto concerne gli investimenti economici necessari, investimenti che per gli enti territoriali come i comuni possono essere anche molto contenuti o del tutto non necessari. Ad esempio, i nostri clienti sono oggi società quali le più importanti aziende elettriche nazionali ed internazionali e le Energy Service Company (ESCO), e sono loro che sostengono questi investimenti, che peraltro rientrano nei loro usuali piani di aggiornamento delle reti. Basandosi sulle nostre soluzioni di illuminazione adattiva, e con limitati investimenti aggiuntivi, possono rendere un progetto ancora più smart e maggiormente attrattivo per un ente territoriale.
GS: Reti neuronali, illuminazione adattiva, controllo dell’ambiente, possono contribuire a migliorare anche quanto connesso alla sicurezza del cittadino?
PDL: In ambito pubblico l’aspetto del risparmio energetico non è l’unico importante. Un secondo è decisamente quello della sicurezza. Nel passato non è stato possibile fare concreti passi avanti in tal senso proprio per la mancanza in campo in modo diffuso di oggetti a basso costo. Oggi tramite sensori distribuiti in modo capillare, ad esempio in corrispondenza dei punti luce, è possibile rilevare rapidamente e puntualmente situazioni di pericolo e attuare interventi molto rapidi. Sono servizi che nella nostra vision vediamo come un contorno dell’illuminazione pubblica, a cui sono correlabili a livello di investimento. Di certo, dati sul traffico, sul clima o sull’inquinamento possono avere un benefico effetto sia sulla sicurezza che sulla salute del cittadino.
GS: Come si è concretizzato il riconoscimento della validità della vostra vision da parte della Comunità Europea?
PDL: Abbiamo ottenuto dalla UE (EASME), nell’ambito del programma LIFE relativo alla sostenibilità ambientale, il finanziamento per un progetto chiamato “Diademe”, che consiste in un sistema di monitoraggio e regolazione della luce che realizzeremo all’EUR a Roma e che prevede l’installazione in maniera diffusa di dispositivi su circa 1000 punti luce. Questi dispositivi permetteranno di monitorare i parametri fondamentali relativi alla illuminazione pubblica quali ad esempio la luminanza delle strade e le condizioni metereologiche rilevate sul piano stradale. Verranno monitorato anche il rumore ed i gas in atmosfera, così come peraltro stabilito da una direttiva comunitaria. Il finanziamento del progetto è una conseguenza, oltre che della validità delle nostre tecnologie, anche del fatto che abbiamo già fornito all’Acea, il cui contributo è stato determinante ed è partner attivo in un progetto cosi prestigioso e innovativo, circa 170.000 dispositivi che equipaggiano in questo momento i lampioni di Roma proprio per l’ottimizzazione energetica.
GS: Quali sono gli obiettivi del progetto?
PDL: Obiettivo primario è validare le tecnologie usate. Ma un altro obiettivo è senz’altro quello dimostrativo e in quanto tale prevede iniziative volte a spiegare il progetto ad altri enti e a far toccare con mano i risultati e i benefici che porta. Ad esempio, l’anno prossimo il contratto con l’EU ci chiede di tenere un convegno sul tema nel corso del quale evidenziare i risultati ottenuti. Sarà il momento per raccogliere i commenti e le adesioni per progetti simili da parte di altri enti interessati.