Millennials e artificial intelligence cambiano i processi e i sistemi per la valutazione dei dipendenti, portando all’adozione di moderne forme d’organizzazione aziendale
il lavoro non sarà più lo stesso, sostengono gli analisti di IDC, che il 26 febbraio prossimo organizzeranno la prima edizione dell’IDC Future of Work Conference.
Andando oltre le attuali trasformazioni digitali, il mondo del lavoro si appresta a cambiamenti importanti dovuti all’affermazione di tecnologie che forniscono a consumatori e lavoratori informazioni istantanee e servizi rapidi, innescando un’interazione persistente.
Non si tratta semplicemente della disponibilità costante delle informazioni, ma del valore che queste apportano e del modo in cui si saprà come utilizzarle al meglio.
Due i fattori che innescheranno una rivoluzione nei modelli e processi di lavoro entro i prossimi due o tre anni: lo sviluppo dell’intelligenza artificiale che in profondità penetrerà i processi lavorativi con una crescita dell’automazione e l’ingresso in azienda di una percentuale maggioritaria di lavoratori appartenenti alla generazione dei cosiddetti millenial.
Più collaborazione in un rinnovato spazio di lavoro sia fisico sia virtuale
Avvertono gli analisti di IDC, che le imprese devono prepararsi alla trasformazione, innanzitutto innalzando il grado di collaborazione tra gli utenti. Questo sia per migliorare le modalità di lavoro sia, se non soprattutto, per generare nuove opportunità per la creazione di valore.
In altre parole, occorre trasformare sia lo spazio fisico e virtuale di lavoro sia la forza lavoro, Quest’ultima, quindi, sarà sempre più distribuita e connessa, mentre il modo di lavorare diventerà sempre più agile e automatizzato.
Più precisamente, gli analisti rivelano che entro il 2021 il 60% delle duemila principali aziende mondiali adotteranno il “Future WorkSpace”, cioè uno spazio di lavoro con una nuova concezione in grado di migliorare l’experience e la produttività dei dipendenti.
Cardini del Future WorkSpace sono un ambiente fisico e virtuale più flessibile, intelligente e collaborativo.
La logica di base è che sparirà il modello statico, a orari prestabiliti. Lo spazio di lavoro sarà dove, in qualsiasi momento e luogo, sarà opportuno, secondo l’attitudine mostrata da millennial e nativi digitali, quindi un ambiente di lavoro aperto, flessibile e altamente connesso.
Un work space che consente di sfruttare mobilità, collaborazione remota e accesso sicuro a strumenti e dati, con semplicità e velocità, anche grazie al supporto dell’artificial intelligence.
Oggi, spiegano gli analisti, l’AI è utilizzata in azienda soprattutto per ottimizzare il consumo di risorse negli uffici, grazie alle tecnologie per il building intelligente, che regola automaticamente l’accensione e lo spegnimento di luci, aria condizionata e così via.
In futuro si diffonderanno nuovi strumenti quali risponditori predittivi, “user interface” vocali, sistemi di videoconferenza automatizzati.
Grazie a questi strumenti innovativi i dipendenti diventeranno vieppiù produttivi e questo costringerà le imprese a modificare la visione del lavoro e i modelli organizzativi. In particolare , la tecnologia, cambiando il modo in cui finora si è lavorato, imporrà di ripensare il modo in cui vanno misurate le prestazioni dei lavoratori.
Sempre gli analisti di IDC rivelano che la stessa cultura del lavoro cambierà ed entro il 2022, il 35% delle aziende sostituirà i tradizionali e datati KPI con i KBI (key behavioral indicator), adottando nuove metriche che permetteranno di misurare la, la collaborazione, la comunicazione, la capacità di risolvere i problemi, i risultati e gli obiettivi del proprio personale. Un passo avanti nello Smart Working.
Anche il modo in cui si selezioneranno i dipendenti cambierà e i responsabili delle risorse umane adotteranno metriche più attuali per valutare la produttività, considerando anche i “soft skill”, cioè le competenze finora trascurate perché ritenute non misurabili e che oggi sono considerate essenziali per raggiungere i livelli di produttività.
È disponibile l’agenda dell’evento previsto per il 26 febbraio, a Milano. Saranno presentati dati e casi di studio italiani da Roberta Bigliani, executive lead di IDC Future of Work Practice per IDC Europe, e Daniela Rao, senior director research and consulting di IDC Italia e dai loro ospiti.
L’evento si può seguire su Twitter all’ Hashtag ufficiale : #IDCFoW19.