La co-creazione dell’IT a partire dall’analisi delle esigenze del business è la chiave del successo di un progetto di rinnovamento e di trasformazione digitale delle aziende
SI è svolta a Milano l’edizione 2018 del Fujitsu World Tour. Il tema centrale, ha illustrato Bruno Sirletti, Presidente e AD della società per l’Italia, è la “Co-Creation”, che nell’eccezione evidenziata dalla vision di Fujitsu è il risultato della combinazione e la connessione delle partnership con le competenze tecnologiche viste come la chiave di volta di una trasformazione digitale solida e consistente.
L’esigenza della co-creation, ha osservato il manager nel suo intervento di apertura dei lavori tenutesi a Milano, e che continueranno a Padova e a Roma, deriva dalla considerazione che la tecnologia è una condizione necessaria ma di per sé non sufficiente per garantire una trasformazione digitale di successo. Ci vuole altro, e ancor prima di parlare di tecnologia.
“La trasformazione digitale ha avuto inizio con l’entrata sul mercato di aziende che hanno adottato nuovi modelli di business abilitati dalla tecnologia e che hanno permesso di realizzare cose nuove. Il loro successo ha portato le aziende tradizionali a cercare di imitarle. Ma in buona parte dei casi, quello che è stato fatto non ha corrisposto o ha corrisposto molto poco alle reali esigenze delle aziende. E’ mancato un vero approccio strategico, cosa che ha portato al fallimento di molti progetti, con l’effetto di dare una immagine negativa alla digital transformation. E’ per questo che abbiamo sviluppato un portfolio di prodotti e servizi abilitanti innovativo e concreto e che ci mettiamo a fianco dei nostri clienti per individuare le soluzioni che possano rispondere alle loro reali esigenze di business”, ha evidenziato Sirletti.
Il problema, ha continuato il manager, è che le aziende si aspettano di risolvere problemi concreti quali la globalizzazione, il mercato, le esigenze dei clienti, il time to market. In sostanza, in primis si deve partire dai bisogni e non dalla tecnologia, questa deve venire, certo, ma solo in un secondo tempo.
In molti casi poi, ha osservato Sirletti, la digital transformation ha preso l’aspetto di un cruscotto che presenta i dati prelevati da vari punti dell’azienda, ma questo senza una reale visione alle spalle che parta dai bisogni. Sono progetti che non portano da nessuna parte e che rischiano al contrario di creare disaffezione nei confronti della tecnologia.
Persone, Azioni, Tecnologia, Collaborazione
Un altro punto critico in assenza di una efficace co-creation è costituito dal rischio del diffondersi di quello che è riferito come shadow-IT, ovverossia d una miriade di soluzioni cercate in proprio dalle diverse divisioni o uffici aziendali in mancanza di una risposta rapida e congrua da parte dell’T.
Non che questo sia sempre e solo colpa delle diverse aree o linee di business aziendale. Quando si è premuti da obiettivi, da risultati misurati su base di quarter o mensile e ci si sente dire dall’IT che per mancanza di investimenti e tempi di approvvigionamento e sviluppo ci vogliono mesi per sperare in una soluzione di certo viene la voglia di muoversi in proprio nei limiti del proprio grado di libertà di budget senza pensare troppo al domani o ai problemi che ne deriveranno per il manager dell’IT.
Ma come procedere? Quello che suggerisce Sirletti è di focalizzarsi su 4 elementi chiave, base peraltro della vision e della strategia di Fujitsu: Persone, Azioni, Tecnologia, Collaborazione.
E’ solo con il loro corretto abbinamento e integrazione che un progetto può aver successo, ed è quello che Fujitsu si è proposto di rendere possibile per le aziende con la creazione da una parte delle tecnologie necessarie e dall’altra delle competenze e dei servizi atti ad affiancare le aziende nel loro percorso di trasformazione.
In pratica, per concretizzare una digital transformation il focus sono le persone che comprendono il problema da risolvere e solo a quel punto può intervenire la tecnologia. Se non si adotta un tale approccio di co-creazione, in genere un progetto non funziona, o non porta ai risultati sperati.
L’impegno di Fujitsu dal Cloud all’IoT
Tre i pilastri che costituiscono le linee di sviluppo evidenziati nell’intervento da Sirletti, ed espansi in quello successivo di Yoshikuni Takashige, vice president of marketing strategy and vision di Fujitsu ltd: Cloud, IoT e IIoT, AI.
L’approccio ai tre temi è però pragmatico. Se il fulcro dell’offerta per il cloud sia per quanto concerne l’infrastruttura che i soprastanti servizi è costituito dalla propria rete di data center K5, quello che è andato sviluppandosi in casa Fujitsu negli ultimi anni è una vision aperta, che permette di realizzare architetture cloud, ibride e multi cloud in modo agnostico in cui K5 può ad esempi convivere con Azure o AWS e dove Fujitsu è in grado di fornire sia la capacità progettuale che quanto necessario ad orchestrare il sistema complesso che ne risulta in modo che sia trasparente alle applicazioni e funzioni come un tutt’uno.
Parimenti pragmatico è l’approccio per quanto concerne l’IoT, sia nella sua classica interpretazione che nella sua versione per l’industria riferita come IIoT.
La trasformazione digitale basata sulla co-creation, ha evidenziato Sirletti, può portare al mondo manifatturiero moltissimi benefici e non a caso il contesto riferito come Industry 4.0 è molto avanti sul percorso di digitalizzazione, ad esempio per quanto concerne la ottimizzazione della supply chain, con la possibilità di sapere in ogni istante e in modo dettagliato dove sono le componenti necessarie per costruire una macchina.
Luna Rossa prende il volo con le tecnologie Fujitsu
Un esempio di come l’abbinamento di sensori IoT con strumenti del portfolio Fujitsu di intelligenza artificiale possa concretizzarsi rapidamente in soluzioni di avanguardia, abbattendo tempi e costi di un progetto, è quello che è stato illustrato da Gilberto Nobili, Operation manager e membro del team di Luna Rossa.
In pratica, ha illustrato Nobili, con la tecnologia è stato possibile al Team Luna Rossa di digitalizzare il design della propria imbarcazione da gara e di eliminare i tempi e i costi associati all’utilizzo delle gallerie del vento. Saranno poi le workstation Fujitsu CELSIUS a creare un prototipo digitale che sarà sottoposto a simulazioni complete per tutti i calcoli necessari, dalla fluidodinamica computazionale fino all’interazione fluido-struttura.
Pe il Team Luna Rossa Fujitsu metterà a disposizione anche display e pc Esprimo a fianco dei notebook Lifebook al fine di consentire al Team di collaborare in maniera efficace e, non ultimo implementerà una rete storage per poter gestire efficacemente i dati.
«Le imbarcazioni che si sfidano nell’America’s Cup hanno un livello di tecnologia velica all’avanguardia, che permette loro di spingersi oltre i propri limiti. Siamo orgogliosi che la tecnologia Fujitsu sia stata scelta dal Team Luna Rossa per testare un nuovo approccio digitale alla progettazione. Le simulazioni complesse che le nostre workstation Fujitsu CELSIUS sono in grado di effettuare permetteranno di collaudare il prototipo dell’imbarcazione ancora prima che questo venga messo in acqua e, di conseguenza, di intervenire in una fase iniziale per applicare eventuali miglioramenti. Un vantaggio competitivo, non solo economico, fondamentale in una competizione come quella di Auckland”», ha dichiarato Massimiliano Ferrini, Head of Product Business di Fujitsu Italia.
Co-Creation dalla teoria alla pratica nell’area espositiva
Come nelle edizioni precedenti nell’area espositiva è stato possibile vedere all’opera gli sviluppi nei principali settori verticali e nella co-creation che vedono impegnata Fujitsu con soluzioni e servizi e fattori indispensabili per la trasformazione digitale, in particolare per quanto concerne tre aree:
- Manufacturing: con soluzioni per l’industria come dispositivi indossabili e cruscotti intelligenti per la predictive maintenance nonché la componente biometrica per l’autenticazione.
- Retail: con demo basate su un approccio a 360 gradi ai profili dei clienti per supportare l’engagement attraverso tutti i canali pertinenti.
- Finance: con soluzioni di controllo per gli ambienti bancari Janux, demo dell’ambiente Finplex per sviluppo applicativo, impiego dei dati biometrici per il riconoscimento e soluzioni per archiviazione documentale.
«Il nostro mestiere non è più solo quello di fornire e gestire la parte informatica di una azienda ma consiste sempre più in servizi volti a far lavorare insieme tutte le componenti acquisite nel tempo, un servizio volto all’outsourcing e al multi cloud orchestration. E il crescente interesse dei nostri clienti per questi servizi è la dimostrazione che questa è la strada giusta per perseguire la trasformazione digitale», ha commentato Sirletti.