Nei prossimi cinque anni, secondo il rapporto realizzato da Foresight Factory per F5 si accentuerà l’evoluzione del business, infatti: già l’81% delle aziende globali afferma di avere una strategia multi-cloud in atto.
La prima edizione del rapporto“The Future of Multi-cloud”, commissionato da F5 Networks a Foresight Factory, mette in luce lo stato dell’evoluzione multicloud ed evidenzia le tendenze tecnologiche, le migliori prassi aziendali e i processi business vincenti nei prossimi cinque anni.
I risultati si basano sulle oltre cento tendenze classificate nella banca dati della società d’analisi e sulle ricerche condotte dalla stessa in 25 paesi, tra cui l’Italia, attraverso interviste qualitative ed esclusive con influenti esperti di architettura cloud e di vari ambiti, dall’imprenditoria alla strategia aziendale
Maurizio Desiderio, Country Manager per l’Italia e Malta di F5 Networks afferma: «Le aziende italiane che oggi sottovalutano il potenziale del multi-cloud potranno incontrare delle difficoltà nei prossimi cinque anni».
Probabilmente il rischio maggiore è quello di rimanere indietro, considerato che, secondo il suddetto rapporto, l’81% delle aziende globali afferma di avere una strategia multi-cloud già in atto.
Inoltre, il Global Cloud Index di Cisco prevede che, entro il 2021, ben il 94% dei carichi di lavoro e delle istanze di calcolo saranno elaborati da data center in cloud.
Le imprese devono imparare a fronteggiare uno scenario che si preannuncia complesso. Al riguardo il rapporto si approfondisce cinque tematiche principali, confrontandole con gli attesi sviluppi delle infrastrutture multicloud.
Secondo l’opinione espressa dagli esperti intervistati, le imprese che « ritarderanno eccessivamente l’adozione di più cloud tenderanno a divenire sempre più irrilevanti sul mercato.
Col tempo i costi iniziali del cloud andranno abbassandosi rapidamente mentre aumenterà l’efficienza di molteplici use case. «Esempi d’uso che saranno sempre più convincenti anche grazie a tecnologie come il machine learning e l’intelligenza artificiale, le quali diventeranno fondamentali nel guidare il mercato verso livelli più elevati di automazione».
Si potrebbe parlare di tempesta perfetta, visto che Josh McBain, Director of Consultancy di Foresight Factory, spiega: «Il multi-cloud rappresenta un punto di svolta sia per il business sia per i consumatori».
Il manager aggiunge inoltre: «Le prospettive d’innovazione per i prossimi cinque anni sono brillanti e le potenzialità enormi, grazie alla combinazione di architetture cloud diverse».
In particolare l’innovazione interesserà i processi operativi dell’IT: DevOps (sviluppo operativo, NetOps (il networking di prossima generazione, e il SecOps, cioè le fondamentali security operation.
Così si supereranno i limiti delle infrastrutture tradizionali, ottenendo agilità, efficienza e riduzione dei costi.
Il progresso tecnologico in ambito multi-cloud sta accelerando in tutta Europa. Al riguardo Paolo Arcagni, System Engineer Manager di F5, afferma: «Adottando una strategia multi-cloud, le aziende possono assegnare carichi di lavoro ai cloud pubblici che si mostrano più adatti per attività specifiche».
L’engineer precisa: «Attività che, per esempio richiedono maggiore velocità, agilità o sicurezza. Sfruttare con intelligenza e lungimiranza le opportunità offerte dal multi-cloud significherà trarne vantaggio in termini di profitti e guadagnare la fiducia dei clienti attraverso l’eccellenza del servizio».
Mancano ancora competenze
Il rapporto rileva la solita pecca: la mancanza di competenze. È difficile trovare esperti, ma, soprattutto, è faticoso, sottolinea Desiderio, restare al passo con gli sviluppi tecnologici e le esigenze aziendali, anche perché le tradizionali organizzazioni a silos ostacolano la collaborazione all’interno delle aziende, prassi ormai riconosciuta quale motore dello sviluppo.
«L’esigenza di poter attingere a competenze tecnologiche appropriate e capaci di generare valore è ormai ai massimi livelli – sottolinea Desiderio, che aggiunge: «Da questo punto di vista, il nuovo studio di F5 vuole essere un richiamo per i leader aziendali suggerendo loro di sfruttare il potenziale enorme dei giovani e promuovere la diversity».
Il country manager, inoltre, invita, inoltre, il settore IT a promuovere meglio l’utilizzo di soluzioni intelligenti, che automatizzano i processi operativi.
In particolare le nuove soluzione “guidate dal contesto” e capaci di abilitare nuove e interessanti opportunità di carriera.
Una maggiore automazione un bisogno di sicurezza
Con la crescita delle tecnologie intelligenti, il ruolo dei tecnici cambierà e permetterà loro di impegnarsi in attività più vicine al business aziendale.
L’automazione , sempre in base al rapporto, svolgerà un ruolo critico, ovviamente, anche dal punto di vista tecnologico, come dimostra il rapporto, confermando un interesse crescente da parte delle aziende per servizi automatizzati, con percentuali oltre il 60% nella maggior parte dei paesi europei e per il 50%) degli italiani.
Più in dettaglio sulla sicurezza, il rapporto evidenzia la rapida crescita della superficie di attacco, dovuta in buona parte a una sofisticazione degli strumenti e delle tecniche usate dai cyber criminali. Per questo, gli autori del rapporto lanciano un allarme, evidenziando che le diffusione architetture multi-cloud, se gestite in modo inadeguato, può portare a una crescita eccessiva delle applicazioni con conseguente aumento esponenziale della complessità.
Il bisogno di sicurezza è fortemente sentito dai partecipanti alla ricerca (81%: secondo i dati di Foresight Factory).
La richiesta è funzionale all’esigenza di di sviluppare e distribuire rapidamente applicazioni e servizi scalabili su qualsiasi piattaforma, ovunque e in qualsiasi momento. Questo perché servizi IT end to end che integrino la sicurezza e servizi cloud affidabili permettono di ottenere una migliore visibilità sulle minacce e, quindi, anche un importante supporto alla compliance.
Su quest’ultima, il rapporto è tranchant, perché l’opinione degli esperti è che nel lungo termine il GDPR sarà insufficiente ed entro cinque anni si dovrà adottare uno standard a livello globale.
Il percorso non si presenta rapido né indolore, ma col tempo, i consumatori e, più in generale i clienti, cercheranno i gestori e le imprese più affidabili.
In ottica multi-cloud, afferma Arcagni: «Le variabili a livello di infrastruttura, come la disponibilità di data center e l’affidabilità della larghezza di banda, possono influire molto sulle scelte».
L’esperto continua: «Dal report emerge chiaramente, per esempio, che le aziende in Medio Oriente o Africa tendono ad adottare configurazioni multi-cloud estremamente diverse rispetto alla maggior parte dei mercati occidentali».
Per questo motivo, Arcagni, evidenzia che nei prossimi anni si dovranno considerare le specificità di ciascun paese e, in particolare, osservare dinamiche specifiche e i benefici percepiti dalle aziende italiane.