Cloudian acquisisce Infinity e si rafforza nel software defined storage

Tramite la tecnologia di Infinity, Cloudian semplifica la gestione dello storage ad oggetti e abilita l’evoluzione verso il software defined storage

 

Oltre l’80% dello storage installato è relativo alla conservazione dei dati. Solo il 20% richiede uno storage ad alta velocità per elaborazioni quali la in-memory computing o la gestione ultraveloce di transazioni, come avviene nel campo finanziario. E dell’80% una percentuale crescente serve per la memorizzazione di file in diversi ambienti operativi come ad esempio gli esami clinici o radiografie in ambiente medicali oppure, cambiando campo, per l’archiviazione di videoregistrazioni nell’ambito di infrastrutture per la sicurezza privata o di aree pubbliche.

Nei vari casi il comune denominatore e la tecnologia di archiviazione verso cui ci si sta spostando sempre più prepotentemente è quella ad oggetti, un approccio architetturale che abilita una organizzazione flessibile e un rapido retrieval delle informazioni quando servono e dove servono, sia che vengano archiviate su infrastrutture on-premise che nel cloud.

Il problema è che non è facile coniugare qualità dello storage e qualità delle applicazioni che vi risiedono che permettano l’archiviazione in modo sicuro, protetto e in ambienti operativi variegati di informazioni ad oggetti.

La cosa è ancor più complicata quando, in chiave di ottimizzazione e apertura delle infrastrutture, si decide di evolvere verso una architettura storage di tipo software defined, ovverosia una architettura che separa il piano hardware dal piano software e che in quanto tale permette di adeguare le caratteristiche dell’uno indipendentemente dall’altro, seppur entro i confini delle esigenze applicative tecnologiche.

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Architettura Software Defined Storage di Cloudian

 

Due tecnologie e know how che si fondono

Il problema evidenziato lo ha dovuto affrontare Cloudian, azienda con copertura mondiale che si è specializzata nello sviluppo di dispositivi storage e che era alla ricerca di un’azienda con cui entrare ancor più massicciamente nel settore in crescita dello storage ad oggetti e del software defined storage.

La risposta, ha spiegato Michael Tso, CEO di Cloudian, l’ha trovata in Infinity, azienda italiana attiva dalla fine degli anni ‘90 e guidata dalla sua fondatrice Caterina Falchi, che nel corso di due decenni ha accumulato una profonda esperienza nella gestione di file in diversi ambiti applicativi e di settore.

Dopo una approfondita analisi dell’esperienza e dei prodotti di Infnity, Cloudian ha deciso di fare di Infinity uno dei propri pilastri aziendali, con Caterina Falchi che ricoprirà la carica strategica di VP File Technology.

L’acquisizione di Infinity ha permesso a Cloudian di completare il proprio portfolio con soluzioni integrate di archiviazione di file e oggetti che danno la possibilità, ha spiegato Tso, di consolidare e archiviare praticamente qualsiasi tipo di dati non strutturati in un pool di risorse scalabile all’infinito. E di farlo in chiave software defined.

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Michael Tso, CEO di Cloudian

L’acquisizione di Infinity ha permesso a Cloudian di aggiungere alle proprie competenze la consistente esperienza di Infinity nel campo dei file system dedicati a storage WORM e le forti competenze sul kernel dei sistemi operativi, nonché quanto connesso allo sviluppo di soluzioni per la gestione dei vari tipi di storage per dati legali e di lunga durata, dove necessita un accesso trasparente ma sicuro alle applicazioni di utente.

Ne consegue, ha osservato Cloudian, una gestione più semplice dello storage che permette di ridurre il TCO anche di oltre il 70% rispetto ai tradizionali sistemi NAS multi-silo.

Una collaborazione iniziata nel mondo NAS

L’acquisizione, ha spiegato Falchi, che coniuga una solida esperienza manageriale ad una scientifica, non è però giunta all’improvviso. Come tutti i matrimoni meglio riusciti è stata preceduta da una convivenza che ha permesso alle due società di verificare una comunità di intenti e di vision del mercato. L’acquisizione sopraggiunta rappresenta in sostanza l’ultimo passo quasi naturale di una partnership da tempo esistente.

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Soluzione HyperStore di Cloudian

Le due aziende hanno infatti in precedenza collaborato alla realizzazione del controller NAS Cloudian HyperFile, una piattaforma che rende disponibili file service di livello Enterprise su Cloudian HyperStore. Cloudian HyperFile è una soluzione che comprende in pratica tutte quelle funzionalità NAS essenziali per le applicazioni enterprise, incluso il supporto di SMB(CIFS)/NFS, snapshot, WORM, failover non distruttivo, scalabilità orizzontale, conformità POSIX e integrazione con Active Directory.

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Caterina Falchi, VP File Technology di Cloudian

«Per oltre dieci anni, il software Infinity Storage ha aiutato i grandi clienti a semplificare la gestione dei file con funzioni di classe enterprise volte a offrire un front-end trasparente verso le applicazioni utente per l’archiviazione di dati su tutti i tipi di storage di nuova generazione», ha commentato Caterina Falchi, VP File Technology di Cloudian.

Il merge delle tecnologie delle due società apre ora concrete prospettive di ottimizzazione di ambienti storage e applicativi, nonché dei costi, va aggiunto. Tramite l’alta scalabilità delle soluzioni di archiviazione di classe Enterprise di Cloudian HyperStore, con HyperFile le organizzazioni vengono in pratica a disporre di nuove opzioni per gestire localmente una quantità elevata di dati non strutturati, dati che, probabilmente in modo conservativo, si stima avranno ogni anno una crescita di oltre il 50%.

«L’acquisizione accelera ulteriormente l’impegno di Cloudian nel ridurre i carichi di lavoro IT mediante file system facilmente scalabili e dotati di sistemi di autoprotezione che, secondo gli analisti, sono di estrema importanza per la gestione storage di nuova generazione», ha affermato Tso.

 

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