Una delibera AGCOM potrebbe rendere il mercato VOIP più aperto e competitivo, ma esistono ancora dubbi di interpretazione e aspetti critici. Il parere di 3CX
Dopo un inizio meditato e sostanzialmente in linea con tempi di rinnovamento dei sistemi di telefonia, tipicamente molto più lenti di quelli relativi alle soluzioni di Information Technology, la telefonia di nuova generazione basata sul IP e riferita come VoIP, e in particolare a standard SIP, è ormai largamente utilizzata da tutti gli operatori, sia da quelli maggiori a copertura nazionale e sovranazionale, che dai provider VoIP a copertura regionale, che hanno puntato su standard di tipo standard aperto.
La differenza sostanziale, evidenzia 3CX, società che sviluppa un centralino telefonico IP software e open standard ideato per facilitare il rinnovamento e la sostituzione di Pabx proprietari, sta nel fatto che, salvo rare eccezioni, le linee VoIP dei grandi operatori sono sempre state rilasciate in modalità emulata, in genere sotto forma di linee analogiche o ISDN.
In sostanza, nonostante anch’essi utilizzino la tecnologia VoIP SIP per il trasporto della fonia, la stessa non è mai stata fruibile in maniera indipendente e separabile dalla linea xDSL.
Ora, evidenzia la società, una delibera AGCOM potrebbe far cambiare la situazione e far pendere la bilancia favore di un mercato più competitivo lato offerta e per quanto concerne l’erogazione di servizi voce. Ma cosa implica il tutto, perlomeno secondo 3CX? Vediamo di cosa si tratta.
Il VoIP nella delibera AGCOM e la sua interpretazione
Nelle sue valutazioni preliminari, osserva in primis la società, AGCOM cita offerte “attualmente largamente diffuse e che prevedono l’abbinamento del servizio di accesso ad Internet con altre tipologie di servizi che utilizzano la rete IP (ad es. telefonia VoIP o IPTV), per i quali viene fornita un’unica apparecchiatura terminale che assolve molteplici funzioni (ad esempio modem, router ed access gateway VoIP)” e prosegue menzionando che “la scelta da parte di un utente di utilizzare un’apparecchiatura terminale procurata autonomamente in luogo di quella fornita dall’operatore non debba pregiudicare la fruizione dei servizi compresi nell’offerta commerciale, in quanto, viceversa, risulterebbe condizionata la libertà di scelta dell’apparecchiatura terminale”.
Il VoIP, e nello specifico il protocollo SIP, permette di avviare, gestire e terminare una sessione telefonica mediante una trasmissione di dati. In sostanza, la telefonia IP rientra quindi pienamente fra le trasmissioni di informazioni dati, al pari della Televisione IP o dello streaming di contenuti multimediali.
Se una volta il servizio di telefonia poteva essere trattato come un servizio indipendente dalla trasmissione dati, oggi, di fatto, non è più così.
Ci si aspetterebbe quindi, riporta 3CX, che la delibera 348-18-CONS non si riferisca unicamente a modem e router ma coinvolga esplicitamente qualunque tipo di apparato terminale per la fruizione dei servizi erogati.
Eppure, scorrendo il testo effettivo della delibera, non si riscontrano espliciti riferimenti alla telefonia VoIP.
Si parla infatti unicamente di generiche “apparecchiature terminali.. allacciate direttamente o indirettamente ad una rete di comunicazione pubblica per trasmettere, trattare o ricevere informazioni”. AGCOM precisa inoltre che “nell’ambito delle apparecchiature terminali di cui al presente provvedimento ricadono tutti gli apparati per l’accesso ad Internet installati presso la sede dell’utente che siano alimentati elettricamente. Lo stesso router che dunque incorpora l’apparato che si occupa della conversione in analogico (ATA) della linea telefonica, costituisce esattamente un’apparecchiatura terminale indirettamente collegata alla rete di comunicazione Internet”.
Sorprende che, fa notare l’azienda di telefonia, nonostante la telefonia VoIP venga richiamata esplicitamente nella premessa, la stessa non venga chiaramente normata nel testo effettivo del documento.
La mancanza di riferimenti diretti nel corpo della delibera sembra quasi affievolirne o limitarne la portata per quanto concerne la telefonia IP. Verrebbe da aggiungere al commento d 3CX che a pensar male si fa peccato ma …. .
VoIP aperto e limiti normativi
In pratica, il produttore di telefonia fa notare come si evidenzi che la delibera 348-18-CONS non disciplini in maniera trasparente ed esaustiva la telefonia SIP, lasciando molto spazio alla libera interpretazione in particolare su aspetti quali:
- Carenza di chiari riferimenti alla possibilità di fornitura dei servizi VoIP in forma separata e indipendente. Ciò potrebbe precludere l’utilizzo in cloud delle linee di telefonia VoIP (trunk SIP) degli operatori tradizionali con piattaforme UC indipendenti.
- Ci sono dubbi riguardo alla possibilità di fruire sistematicamente delle linee VoIP in standard SIP “puro” con terminali IP liberi sulle linee dati in rame o fibra degli stessi operatori. In particolare, l’obbligo di fornitura delle linee telefoniche secondo lo standard SIP (europeo e internazionale) da parte degli operatori di comunicazione è incerto.
- La portabilità delle linee VoIP, intesa come possibilità del trasferimento delle stesse su linee dati indipendenti sembrerebbe da escludersi.
Non ultimo , osserva 3CX, la delibera prevede esplicitamente, in forma generica, la gestione di eventuali casi di “impedimento tecnico”. Questa “eventualità” potrebbe tramutarsi in una scappatoia per l’introduzione o la permanenza di uno o più vincoli.