E-commerce: luci e ombre di un sistema in forte evoluzione

Pur essendo stabile a 33 milioni il numero di acquirenti, si prevede per fine anno un fatturato di 54 miliardi, con una crescita del 13% rispetto al 2022. Domina l’omnicanalità e chi compra tramite e-commerce vuole semplicità, velocità, efficienza e ampia scelta

Il numero di acquirenti online tra il 2022 e il 2023 non è cambiato, sono sempre 33 milioni. Una cifra, quella citata dal presidente di Netcomm, Roberto Liscia, durante il Netcomm Forum 2023 che sembra lasciar trasparire che l’e-commerce stia vivendo un momento di stasi. Invece, sta succedendo esattamente l’opposto: è un mercato molto effervescente che sta attraversando un periodo di grande transizione. “Il salto nella crescita tra i consumatori – ha commentato Liscia – c’è stato nel 2022 ed è stato del 6,7%. Ora il mercato si è stabilizzato e in futuro riprenderà ad aumentare”.

Un fatturato di 54 miliardi di euro

Tuttavia, nonostante la stabilizzazione del numero di acquirenti, l’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – Politecnico di Milano prevede che gli acquisti online cresceranno del 13% nel 2023 e dovrebbero raggiungere per fine anno i 54 miliardi di euro. “Cifra alla quale – ha precisato Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio eCommercei prodotti dovrebbero contribuire per 35,2 miliardi di euro (+8% rispetto al 2022) e i servizi per 18,8 miliardi di euro (+22%). Tra i prodotti, i comparti più dinamici sono l’informatica, il beauty e l’abbigliamento che hanno incrementi più alti della media (circa +10%). Mentre il food fatica davvero tanto nel 2023 e dovrebbe chiudere l’anno a +1%. Tra i servizi, continua la crescita del settore turismo e trasporti (+27% rispetto al 2022) e ticketing per eventi.

Scelte sempre più consapevoli

L’e-commerce oggi è utilizzato da gran parte dei consumatori per fare scelte consapevoli e cercare il prezzo più conveniente. “Chi compra online – ha affermato Liscia – vuole semplicità, velocità, efficienza e ampia scelta. Non solo. Vuole anche avere spese ridotte e la possibilità di servizi e reso facilitato. C’è un’abitudine nel consumatore a una condizione estremamente facile e interessante”.

Da sottolineare, poi, che sempre più l’online orienta le scelte nei negozi fisici. Il 40% dei consumatori prima di fare un acquisto offline si interessa al prodotto online con percentuali elevatissime sulla parte elettronica e che, pur calando un po’, rimangono sempre molto alte per i prodotti per la persona e la casa.

A onor del vero, non è una novità che fisico e digitale stiano interagendo, sta succedendo da anni. Per questo, Netcomm ha creato un indice composto tra multicanalità e omnicanalità. “Tale indice ha avuto un balzo dal 2,9 del 2022 al 3,1 nel 2023 – ha evidenziato Liscia –. Ciò dimostra come la multicanalità si sita affermando come un modello sempre più presente all’interno del nostro mercato”.

Questo significa anche che è in atto una trasformazione molto forte che ha portato l’e-commerce a essere un sistema complesso e integrato dove non ci sono soltanto le vendite ma anche gli operatori di supporto al marketing, al customer service, ai pagamenti e alla logistica. Il settore allargato rappresenta 85 miliardi di fatturato e 400.000 occupati.

Le previsioni dicono che il 24% degli acquisti nel 2026 sarà fatto in maniera digitale, soprattutto tramite i marketplace e i social, che non saranno quindi più solo una piattaforma informativa. E il mezzo più usato sarà lo smartphone.

Ampliare i concetti di spazio e tempo

Un cambiamento molto forte a cui ci ha abituato il digitale – ha sottolineato Pontiggia – è che non è più il consumatore ad andare verso il prodotto ma è il prodotto che va verso il consumatore. Questo non vale solo per l’e-commerce, ma anche per tecnologie come metaverso AI, VR e AR che ampliano il concetto di spazio e tempo”. L’AI estende il concetto temporale della relazione lavorando sull’esperienza, mentre invece lo store virtuale l’AR la VR e il metaverso operano sull’espansione del concetto spaziale.

La sostenibilità è un valore ed è richiesta dal cliente – ha concluso Liscia –, ma al momento ci sono ombre sul fatto che il consumatore sia disponibile a pagare per averla integrata con il sistema di offerta”.

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