Crescita digitale italiana è caccia alle competenze

Secondo il report “Digitale per crescere” di Anitec-Assinform, l’industria del digitale nel nostro Paese crescerà del 3,9% all’anno fino al 2027. Tra le sfide principali, affrontare la fine dei fondi del PNRR, elevare il grado di formazione delle vecchie e nuove generazioni e attirare giovani talenti

Il mercato digitale italiano ha registrato nel 2023 una crescita del 2,1%, raggiungendo un valore complessivo di 78,7 miliardi di euro e un incremento superiore alla crescita del PIL nazionale in termini reali (+0,9%).  È quanto emerge dall’ultimo Report “Digitale per crescere” di Anitec-Assinform che evidenzia come l’avanzamento dei progetti del PNRR e i crediti di imposta 4.0 e 5.0, oltre all’adozione delle principali tecnologie abilitanti del digitale, stanno facendo aumentare, e faranno aumentare, gli investimenti nel settore. «L’impatto del digitale non è solamente di natura economica – ha affermato Massimo Dal Checco, presidente di Anitec-Assinformma anche sociale e ce ne rendiamo conto banalmente guardando a come il digitale stia ormai entrando nella nostra quotidianità. Tuttavia, ciò che stiamo vivendo ora ha forse una rilevanza maggiore rispetto a quanto accaduto negli ultimi anni. Incredibile disponibilità di dati, nuove architetture di calcolo, algoritmi intelligenti sono solo alcuni degli aspetti che ci mostrano come forse, senza voler essere retorici, stiamo entrando in una nuova era. E se la complessità e l’adozione ancora limitata di alcune novità può non rendere consapevoli molte persone, l’utilizzo sempre più diffuso dell’intelligenza artificiale è sotto gli occhi di tutti e può aprire scenari alcuni dei quali difficilmente immaginabili».

UN FUTURO IN CRESCITA

Anche per il futuro si vede un comparto ancora in crescita. Infatti secondo Anitec-Assinform, nel 2024, è prevista un’ulteriore crescita (+3,3%) a fronte di un andamento del PIL più contenuto. Inoltre si prevede che l’industria del digitale nel nostro Paese crescerà del 3,9% all’anno fino al 2027, anno in cui il settore dovrebbe generare un giro d’affari di oltre 91,6 miliardi.

«Le previsioni per il mercato digitale in Italia nel triennio 2024-2027 dipenderanno dagli investimenti in digitalizzazione finanziati attraverso il PNRR – ha spiegato Annamaria Di Ruscio, chairwoman e Ceo di NetConsulting Cube -. Tuttavia, è complesso valutare l’impatto effettivo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, soprattutto perché alcuni investimenti nella Pubblica amministrazione sarebbero avvenuti anche senza i finanziamenti previsti dal Piano. Inoltre, per il complesso iter burocratico, non è certo che i progetti approvati si traducano in spesa effettiva, e non tutti gli investimenti in ICT finanziati dal PNRR sono spese aggiuntive».

L’EFFETTO DEL PNRR

Lo studio ha inoltre delineato due possibili scenari: quello attuale e quello ottimistico. Nello specifico lo scenario attuale si basa su stime più prudenziali: a fronte di un mercato digitale pari a 79,1 miliardi di euro, l’impatto nel 2024 è previsto pari a 2.100 milioni di euro aggiuntivi, per un totale complessivo di oltre 81,2 miliardi. Nel 2025 si prevede, a fronte di un mercato digitale pari a 81,8 miliardi di euro, un impatto del PNRR di 2,7 miliardi, per un totale complessivo di oltre 84,5 miliardi e un incremento del 4,1% rispetto al 3,4% che si registrerebbe al netto del PNRR. Nel 2026 l’impatto del PNRR è stimato in 2,3 miliardi aggiuntivi, per un totale complessivo di oltre 88 miliardi di euro e un incremento del 4,1% del mercato digitale totale. Nel 2027, infine, si prevede un prolungamento degli effetti del Piano oltre il termine previsto per effetto dei fattori condizionanti sopra descritti, con un impatto pari a 1,5 miliardi per un totale complessivo di 91,6 miliardi di euro e un incremento complessivo del 4,1% rispetto all’anno precedente.

Mercato digitale in Italia per segmenti (2021-2023)
Mercato digitale in Italia per segmenti (2021-2023)

INVESTIRE NELLA CYBERSECURITY

Tra gli altri settori del digitale, il report ha analizzato anche il comparto della Cybersicurezza. L’analisi evidenzia come nel 2023, gli investimenti per la cybersecurity in Italia hanno raggiunto 1.787,9 milioni di euro, mostrando un incremento del 12,4% rispetto al 2022. Il sempre maggior numero, la pericolosità degli attacchi informatici e la necessità di aziende ed enti di rafforzare la sicurezza e la resilienza informatica confermeranno il trend positivo anche nel 2024, quando la spesa si prevede raggiungerà i 2.013,2 milioni di euro (+12,6% rispetto al 2023). Le Banche rappresentano il settore principale in termini di spesa, caratterizzato da un livello di maturità tra i più elevati, seguito da Industria e Pubblica amministrazione, quest’ultima sostenuta dagli investimenti correlati alla Strategia nazionale di Cybersicurezza 2022-2026 e dai finanziamenti provenienti dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

INDISPENSABILE CREARE COMPETENZE

Il report di Anitec-Assinform 2023 ha evidenziato anche i progressi delle PMI italiane nella digitalizzazione, ma sottolinea anche la necessità di ulteriori crescite supportate dall’acquisizione di competenze con cui abbracciare appieno le tecnologie emergenti e sfruttare il potenziale della trasformazione digitale. Questo è dimostrato anche da un ultimo e interessante dato: il 55,1% delle imprese ha valutato l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’ultimo anno, ma non l’ha adottata a causa della carenza di competenze gestionali. Da qui la crescente importanza della formazione digitale, che deve essere presa in carico non solo dall’attore pubblico e dal mondo della scuola e dell’università, ma anche dal settore privato, dalle aziende ICT alle grandi aziende capofiliera,che  hanno organizzato sempre nuovi e numerosi percorsi di studio e nuove academy per accelerare la creazione di competenze avanzate e la diffusione di abilità e “consapevolezza” digitali in tutti i segmenti dell’economia e nella società.

«È evidente – ha affermato ancora Di Ruscio – quanto sia cruciale per le PMI avere accesso a competenze specializzate per attrarre e trattenere talenti, investendo nella formazione e nella selezione delle competenze».

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

LEGGI ANCHE

Gli ultimi articoli