F5 Networks fa il punto sul multi-cloud e rilascia il report The Future of Multi-Cloud realizzato in collaborazione con Foresight Factory, attingendo alla banca dati dell’analista con oltre 100 trend e ricerche proprietarie condotte in 25 Paesi attraverso interviste qualitative con esperti di cloud a livello globale.
Lo studio di F5 si sofferma su 5 tematiche fondamentali.
I costi del multi-cloud
Dallo studio emerge come, nei prossimi anni, i costi iniziali che finora hanno rallentato l’adozione, diverranno meno importanti in quanto i cloud provider potranno mostrare casi di utilizzo sempre più convincenti.
Inoltre, tecnologie come l’intelligenza artificiale e il machine learning si riveleranno fondamentali nel guidare il mercato verso livelli più elevati di automazione e superare gli ostacoli esistenti nella transizione al multi-cloud.
L’efficienza guidata dall’automazione
Il multi-cloud favorisce, secondo quanto emerge dal report, agilità, efficienza e riduzione dei costi poiché attraverso una strategia multi-cloud, le aziende hanno la possibilità di assegnare carichi di lavoro ai cloud pubblici che si potrebbero dimostrare più adatti ad attività specifiche che richiedono, per esempio, maggiore velocità, agilità o sicurezza.
Se è vero che la forza lavoro di oggi fatica a tenere il passo con gli sviluppi tecnologici, il report The Future of Multi-Cloud evidenzia come l’automazione svolgerà un ruolo importante nell’evoluzione al multi-cloud.
I dati dello studio F5 confermano un interesse crescente da parte delle aziende per servizi automatizzati, con percentuali che superano il 60% nella maggior parte dei paesi europei e si fermano al 50% per l’Italia.
Sicurezza e compliance
Il tema della sicurezza si conferma una delle principali sfide.
F5 punta l’attenzione sulla protezione della componente applicativa e sottolinea l’importanza di predisporre una piattaforma in grado di predisporre modelli e regole di protezione omogenei.
Implementare un ecosistema affidabile di soluzioni integrate di sicurezza e cloud aiuta, infatti, a creare servizi IT end-to-end che offrono un miglior controllo e visibilità più ampia del panorama delle minacce.
Lo studio conferma anche come gli utenti richiedano un maggiore controllo delle informazioni personali.
Secondo i dati di Foresight Factory, l’81% dei consumatori a livello globale sente questa esigenza e gli esperti intervistati nel “The Future of Multi-Cloud” sottolineano l’importanza di sviluppare e distribuire rapidamente applicazioni e servizi scalabili su qualsiasi piattaforma, ovunque e in qualsiasi momento.
“La trasformazione verso il multi-cloud non è iniziata adesso – sottolinea Maurizio Desiderio, Country Manager per l’Italia e Malta di F5 Networks – e sta avendo un impatto enorme sul mercato e altrettanto importante sarà l’impatto presso le aziende delle modalità di sviluppo applicativo. Chi sceglierà il multi-cloud con un approccio uniforme sulle regole e la sicurezza avrà un grande vantaggio competitivo, mentre le aziende che ritarderanno eccessivamente l’adozione di più cloud tenderanno a divenire sempre meno rilevanti sul mercato”.

La compliance è un altro tema critico in un contesto in cui le normative internazionali non sono ancora armonizzate.
Dallo studio emerge che nel lungo termine la situazione dovrà essere rivista e che entro cinque anni sarà necessario adottare uno standard globale per la protezione dei dati.
Focus sulla protezione delle applicazioni
“La promessa tecnologica del multi-cloud è di utilizzare le migliori tecnologie da cloud provider differenti e in formato differente. – sottolinea Paolo Arcagni, system engineer manager di F5 per Italia e Spagna -. Sfruttare con intelligenza e lungimiranza le opportunità offerte dal multi-cloud significherà trarne vantaggio in termini di profitti e guadagnare la fiducia dei clienti attraverso l’eccellenza del servizio”.
Il manager di F5 sottolinea, tuttavia, l’esigenza di fare alcune considerazione dal puto di vista dell’architettura e della sicurezza, osservando come sia comune che i cloud provider cerchino di realizzare un lock-in dei clienti sui loro cloud: un approccio che piace poco ai clienti.
“Nella digital economy le applicazioni sono centrali – sottolinea Arcagni -. Allontanare le applicazioni da data center proprietari incrementa la superficie di attacco e sposta l’attenzione su valutare il livello di sicurezza sui cloud e la loro gestione.
Per F5 l’applicazione è sempre il gateway verso i dati e proteggere l’applicazione significa proteggere l’accesso ai dati sensibili. E’ qui che F5 entra in gioco, fornendo tecnologie per la protezione dell’interno stack applicativo.
Chi gestisce le applicazioni deve, infatti, utilizzare una serie di application service necessari per mettere in sicurezza non solo l’applicazione, ma tutto lo stack applicativo senza scordare l’architettura stessa: per esempio il DNS che è fondamentale nell’architettura Internet.”
