Come fare un data recovery davvero agile

Cresce il costo del fuori servizio dovuto a problemi con i dati. Vincenzo Costantino di Commvault spiega come evitarlo e accelerare il data recovery

Perdere dati ed essere inoperativi presenta una bolletta sempre più alto. Ai danni materiali si sommano quelli immateriali, come la perdita di fiducia da parte dei clienti, il brand che vacilla, eccetera.

La digital transformation in atto rappresenta  uno scenario in cui le organizzazioni IT più agili sono quelle che rispondono alle esigenze di business in modo flessibile ed efficiente. L’agilità è fondamentale per portare i prodotti sul mercato in modo più veloce e per restare competitivi, e avere un piano di data recovery diventa un punto chiave.

Per molte aziende, osserva Vincenzo Costantino, EMEA South Technical Services Director di Commvault, l’agilità è anche uno degli obiettivi del passaggio al cloud. Ma essere davvero agili va oltre il normale corso delle attività di business. E’ altrettanto importante essere agili in caso di disastro o di disaster recovery. E non sono troppe le organizzazioni IT che prendono in esame l’agilità oltre il normale day-to-day.

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Vincenzo Costantino, EMEA South Technical Services Director di Commvault

Cloud si, ma con judicio

Secondo IDC, evidenzia il manager, il costo medio del downtime può essere stimato in 100.000 dollari/ora. Lo stesso analista indica come, anche senza uno scenario di disastro, le aziende debbano registrare ogni anno tra 10 e 20 ore di downtime non pianificato. Con questi costi, è assolutamente critico che le organizzazioni IT siano in grado di ripristinare i dati in modo flessibile ed efficiente. Sempre IDC stima che il 50% delle aziende non abbia un adeguato piano di Disaster Recovery  e non sia quindi in grado di superare un disastro importante, a causa dell’incapacità di ripristinare i sistemi IT.

In generale, il cloud ha reso data storage e data recovery più economici, e quindi maggiormente accessibili ad aziende di tutte le dimensioni. Ma una piattaforma cloud storage di per sé non consente direttamente un rispristino agile. La cosa, parafrasando il Manzoni, va affrontata “con iudico”. Devono comunque essere effettuati degli script, e sono necessari assistenza e supporto manuali per rendere i dati facilmente recuperabili. Nella gran parte dei casi, le organizzazioni IT usano il cloud storage semplicemente come un livello storage off-site e poco costoso, senza poi porsi il problema di come verranno recuperati quei dati.

La natura degli ambienti IT odierni complica ulteriormente le attività di data protection e recovery.  Sempre più spesso, le organizzazioni IT adottano servizi cloud esterni e li integrano con i loro ambienti privati, on-premise, per creare un cloud ibrido. In un reale caso di hybrid cloud, i dati si possono muovere tra il data center/private cloud locale, e i cloud privati e pubblici di terze parti, senza necessità di intervento manuale. Proteggere i dati mentre si muovono tra questi ambienti eterogenei è già una sfida, ancor di più lo è ripristinarli in modo tempestivo.

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Porre attenzione al Cloud e alle sue caratteristiche

Come garantire una protezione agile dei dati nel Cloud

La risposta a come ottenere maggiore agilità nella protezione e nel ripristino dei dati , evidenzia Costantino, risiede nel cloud, ma non è sufficiente usare il cloud come obiettivo off-site per lo storage. Di seguito, cinque punti fondamentali da considerare per garantirsi una data protection e recovery nel cloud realmente agili:

  • Il processo di ripristino deve essere automatizzato. Nelle operazioni quotidiane, i compiti tradizionalmente manuali vengono automatizzati nel cloud. Parallelamente, anche le attività di disaster recovery richiedono automazione.
  • La soluzione deve essere integrata per l’intero ambiente IT dell’organizzazione, cosa che aiuta a garantire che tutti i workload siano recuperabili, indipendentemente dal fatto che si trovino on-premise, in un cloud pubblico o privato.
  • L’intero ambiente deve essere gestito tramite un’unica piattaforma. Oltre a semplificare le attività di protezione e ripristino dei dati, una piattaforma unica evita la creazione di solo di dati che devono essere gestiti in odo separato, e quindi aumentano il rischio di esposizione.
  • Devono essere disponibili diverse tecnologie per trasferire i dati offsite. Questo garantisce che le organizzazioni IT possano mantenere SLA legati alle applicazioni, parallelamente riducendo al minimo i costi, rischi e le complessità legati al backup dei dati.

Non ultimo, mette in guardia Costantino, la soluzione deve essere vendor-agnostic in modo da consentire alle organizzazioni IT di mantenere la capacità di trasferire dati tra i diversi repository, on-site e nel cloud, oltre che la libertà di cambiare I fornitori di servizi in caso di necessità.

 

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