Una rete di data center mondiale e connessioni ad alta capacità permettono di realizzare un cloud ibrido aperto per un IT sicuro e compliant con il GDPR
Con il Cloud si è quasi universalmente affermato il paradigma di fruizione dell’IT come servizio, esternalizzandone la complessità affidandola a un service provider.
Dal cloud pubblico o privato si è approdati al cloud ibrido, un approccio che permette alle aziende di mantenere il controllo diretto di risorse e applicazioni critiche continuando a fruire del cloud pubblico per quanto concerne un’ampia porzione delle proprie applicazioni ed esigenze infrastrutturali.
Accettato ormai come concetto, per trasformarsi da idea a realtà concreta un cloud ibrido richiede un partner che possa rispondere a esigenze di globalizzazione, ampiezza di servizi, sicurezza, presenza territoriale e capacità di integrazione che abilitino una digital transformation flessibile, sicura e in grado di adattarsi rapidamente alle esigenze di business.
Lo sviluppo di un portfolio di servizi che concretizzano e rendono facile e sicura l’evoluzione verso il cloud ibrido è quello che ha fatto di OVH, un gruppo che gestisce attualmente 27 data center distribuiti in 12 siti in 4 diversi continenti, spiega Dionigi Faccenda, Direttore Sales di OVH in Italia e Spagna.
L’azienda dispone di una propria rete mondiale in fibra ottica a larga banda che le permette di gestire direttamente l’intera catena dell’hosting, e non solo.
Alle aziende che intendono passare in modo sicuro al cloud ibrido, infatti, OVH propone la tecnologia HCX, che permette di migrare le proprie macchine virtuali a caldo senza interruzione di servizio da un data center a un altro o a partire dalla propria infrastruttura.
Con vRack servizi cloud affidabili e sicuri
vRack è una tecnologia sviluppata da OVH che permette di mettere in comunicazione in modo sicuro server e servizi distribuiti sul territorio e di interconnettere i servizi OVH all’interno di una o più reti private sicure. In pratica, le aziende possono creare infrastrutture private complesse grazie a un’architettura distribuita in modalità multi-datacenter.
Permette altresì di isolare i server principali e creare di fatto fino a 4.000 vLAN private, facendo in modo che le comunicazioni tra i server non passino sulla rete pubblica in modo da garantire livelli elevati di performance e affidabilità dei collegamenti.
Con lo sviluppo di vRack, OVH si è posta l’obiettivo di dare una risposta concreta alle esigenze di flessibilità che quando ci si rivolge al cloud diventa un aspetto chiave nell’individuare il provider di riferimento.
Elemento chiave è che si tratta di una soluzione estremamente flessibile che permette di scegliere tra numerosi servizi di OVH per quanto concerne infrastruttura, Storage, Big Data, Private e Public Cloud.
La tecnologia vRack è operativa tra i diversi data center proprietari di OVH distribuiti nel mondo, tra Europa, America del Nord e area Asia-Pacifico. Consente alle aziende di estendere le proprie infrastrutture on premise ai datacenter di OVH e creare una propria rete privata collegando le diverse soluzioni OVH di cui dispongono, in modalità ridondante o distribuita.
Tra gli elementi salienti di vRack, ha evidenziato Dionigi Faccenda, vanno annoverate sicurezza e velocità. Per quanto concerne la sicurezza, che continua ad essere una delle principali preoccupazioni delle aziende che prendono in considerazione il passaggio al cloud, e ne rappresenta il freno principale per il 40% secondo l’Osservatorio Cloud & ICT as a Service, le policy di security avanzate disponibili permettono di garantire alla vLAN il medesimo livello di sicurezza delle reti locali interne.
La tecnologia vRack garantisce anche elevate velocità trasmissive, un fattore essenziale nel collegamento di data center e nelle attività di disaster recovery con RTO e RPO molto severi. Grazie a interconnessioni in fibra ottica implementate e gestite con l’utilizzo di dispostivi DWDM, la rete OVH permette di raggiungere prestazioni di primissimo piano, con collegamenti tra i vari data center multipli, con percorsi automatici alternativi e una banda di 13 Tbps in espansione.
Un 2018 denso di novità, tra migrazione al Cloud e il GDPR
Se il 2017 è stato per OVH un anno ricco di soddisfazioni, tale si prospetta anche il 2018. Per l’anno in corso, il progetto “Next Level”, contribuirà a rafforzare la posizione della società tra i principali attori mondiali del Cloud. Il progetto prevede l’evoluzione dell’offerta di OVH verso tre nuovi universi:
- OVHcloud, infrastrutture altamente scalabili per operazioni critiche;
- OVHspirit, server dedicati ad elevate prestazioni con un mirato rapporto qualità/prezzo;
- OVHmarket, soluzioni di hosting, domini, servizi email e, in alcuni Paesi, di telecomunicazione raggruppati sotto un unico brand.
Il progetto Next Level segue di pochi mesi l’acquisizione di vCloud Air di VMware, volta a permettere al Gruppo di accelerare l’insediamento negli Stati Uniti e soprattutto di dotarsi della tecnologia HCX (Hybrid Cloud eXchange) per offrire servizi di migrazione di infrastrutture inter-data center senza interruzioni di servizio.
Il 2018 sarà anche l’anno dell’applicazione del GDPR, importante normativa sul trattamento dei dati, cui tutte le aziende europee si dovranno conformare.
Per facilitarne il rispetto, OVH ha integrato nella sua infrastruttura i criteri previsti dal GDPR per la protezione dei dati personali dei clienti, come la trasparenza in merito alla localizzazione dei dati e il rifiuto di ricorrere a un subappalto che implichi l’accesso ai dati archiviati dall’utente. Inglobate nella sua offerta sono anche le linee guida dettate dal Codice di condotta CISPE (Cloud Infrastructure Providers in Europe), uno dei primi a nascere sotto l’impulso del GDPR con l’obiettivo di fornire un quadro di riferimento per l’applicazione della normativa presso i provider e i loro clienti e favorire così la nascita di un mercato europeo digitale unico.
L’impegno OVH per un Cloud sempre più aperto
Tra le iniziative che vedono impegnata OVH vi è anche la sfida per un cloud sempre più aperto che permetta il massimo di indipendenza alle aziende che lo adottano.
Per perseguire questo obiettivo OVH è parte attiva dell’Open Cloud Foundation, un’iniziativa che riunisce i principali attori del settore IT (fornitori, utenti, centri di ricerca, organismi pubblici, e costituita per garantire soluzioni aperte e alternative alle politiche di chiusura presenti sul mercato.
Open Cloud Foundation, che annovera già oltre venti sostenitori del Cloud aperto, ha la missione di promuovere gli standard tecnologici – e sviluppare quelli mancanti- partecipare a un dialogo pubblico sulle regolamentazioni e certificare i fornitori conformi ai valori dell’Open Cloud. Quattro i valori fondanti:
- La reversibilitàdei dati, in modo che le aziende abbiano la libertà di scegliere e cambiare in qualsiasi momento il provider di infrastrutture senza alcun impatto sui propri dati.
- L’interoperabilitàper rendere i dati compatibili con il maggior numero possibile di soluzioni sul mercato.
- La protezione dei dati da un punto di vista legislativo, in base al Paese in cui sono localizzati.
- La proprietà intellettuale degli algoritmi sviluppati da un cliente sulle infrastrutture di un provider.
L’Open Cloud Foundation contribuirà anche, evidenzia OVH, a migliorare le practice esistenti e, se necessario, ad accompagnare l’evoluzione normativa dei servizi Cloud.