Con una rete mondiale di 27 data center OVH permette di esternalizzare nel cloud la complessità dell’IT e dedicarsi al business in tutta sicurezza
Le aziende si trovano a dover rispondere alla continua trasformazione del mercato e alle sue dinamiche, alla mobilità di clienti e dipendenti, alle esigenze di raccogliere e analizzare grossi volumi di dati. In un tale contesto, che si abbina all’esigenza di ottimizzare Capex e Opex, fruire dell’IT sotto forma di servizio come reso possibile dal Cloud è universalmente ritenuta la soluzione più immediata ed adatta.
La difficoltà sorge però quando si deve scegliere a chi rivolgersi tra decine di fornitori di servizi o di infrastrutture perché, osserva Dionigi Faccenda, Sales Manager Italia e Spagna di OVH e con una robusta esperienza nelle reti e nell’IT maturate in grandi aziende nazionali e internazionali, non tutte le proposte si basano su infrastrutture in grado di supportare applicazioni e utenti con la flessibilità, la sicurezza e un vantaggioso rapporto prezzo/prestazioni.
Tra i punti critici , quando si decide di migrare tutto o in parte l’IT legacy su cloud, si annovera ad esempio il problema di come farlo senza interrompere l’erogazione dei servizi business erogati all’interno o ai clienti, il poter fruire di più cloud, la movimentazione dei dati, la corrispondenza alle normative, la disponibilità di connessioni di rete con prestazioni adeguate, la presenza territoriale e, non ultimo, la capacità progettuale e di supporto abbinata ad un rapporto costo/benefici che permetta a livello di costi di incidere sensibilmente su Capex e Opex.
Sono alcuni dei temi, evidenzia Faccenda, che fanno la differenza tra un progetto di successo ed uno che non permette di raggiungere gli obiettivi desiderati, che non tutti i provider sono in grado di affrontare e che OVH ha invece considerato nel predisporre la propria piattaforma di infrastrutture e servizi.
Capillarità territoriale e “Openness”
Due i fattori chiave della vision OVH per abilitare la trasformazione digitale: la presenza sul territorio e l’apertura dei servizi offerti che non crea un rapporto vincolante tra cliente e OVH. La presenza territoriale è assicurata da una rete mondiale di 28 data center distribuiti in 12 siti in 4 diversi continenti collegati da una rete in fibra ottica ad altissima velocità. Qualunque sia la sua distribuzione territoriale un’azienda può contare sulla presenza locale, Italia compresa, di data center OVH che assicurano prossimità, accesso, sicurezza e rispondenza alle normative.
In quanto proprietaria sia dei data center che della rete in fibra a larghissima banda che li collega con capacità trasmissiva globale di 15 TB, OVH gestisce direttamente l’intero percorso dal cliente all’ host che eroga i servizi cloud. Tre le tipologie di servizi:
- Soluzioni Cloud: comprende servizi di cloud pubblico, privato e ibrido; connettività e sicurezza; cloud desktop.
- Web Hosting: spaziano dall’hosting di domini web a servizi di email.
- Server: comprende la fornitura di server dedicati; server GPU per applicazioni grafiche o di analytics ad altissime prestazioni; storage di dati o backup.
Come accennato, uno dei punti critici che le aziende si trovano ad affrontare nel passare ad un cloud ibrido è quello della migrazione di dati e macchine virtuali. Per garantire la migrazione trasparente OVH ha sviluppato la tecnologia HCX, che permette di migrare le macchine virtuali del cliente senza interruzione di servizio da un data center a un altro o a partire dalla propria infrastruttura. La trasparenza della infrastruttura di servizi è ulteriormente garantita dall’adozione della piattaforma di virtualizzazione VMware.
Cloud sicuro e garantito con vRack
Un altro punto critico di una infrastruttura IT basata su cloud è la garanzia della connettività tra le sedi aziendali e di parametri quali il delay o la latenza, parametri che possono impattare negativamente sulle applicazioni business. Per eliminare questi problemi e connettere, isolare o ripartire i servizi scelti dal cliente in modo ottimale OVH ha sviluppato vRack, una tecnologa che permette di mettere in comunicazione in modo sicuro server e servizi distribuiti sul territorio e di interconnettere i servizi OVH all’interno di una o più reti private sicure.
In pratica, le aziende possono creare infrastrutture private complesse grazie a un’architettura distribuita in modalità multi-data center che permette di creare fino a 4.000 LAN virtuali private caratterizzate da prestazioni elevate e affidabilità dei collegamenti.
«Elemento chiave di vRack è che si tratta di una soluzione estremamente flessibile che permette di scegliere tra numerosi servizi di OVH per quanto concerne infrastruttura, Storage, Big Data, Private e Public Cloud. Consente alle aziende di estendere le proprie infrastrutture on premise ai data center di OVH e creare una propria rete privata collegando le diverse soluzioni OVH di cui dispongono, in modalità ridondante o distribuita», ha evidenziato Faccenda.
Aderenza alle normative e al GDPR
Per facilitarne il rispetto di quanto previsto dal GDPR, OVH ha integrato nella sua infrastruttura i criteri previsti dalla normativa da poco in vigore, come la trasparenza in merito alla localizzazione dei dati e il rifiuto di ricorrere a un subappalto che implichi l’accesso ai dati archiviati dall’utente.
Inglobate nella sua offerta sono anche le linee guida dettate dal Codice di condotta CISPE (Cloud Infrastructure Providers in Europe), che ha l’obiettivo di fornire un quadro di riferimento per l’applicazione della normativa presso i provider e i loro clienti.
OVH è anche parte attiva dell’Open Cloud Foundation, un’iniziativa che riunisce fornitori, utenti, centri di ricerca, organismi pubblici. Il suo obiettivo è garantire soluzioni aperte e alternative alle politiche di chiusura tutt’ora presenti sul mercato.