Riverbed ha presentato una ricerca sul futuro delle WAN, le difficolta esistenti e i motivi dei manager per accelerare l’evoluzione verso soluzioni ibride
Se si esamina lo scenario in cui si muove l’IT e il processo che va sotto il nome di digital transformation emergono dei punti fermi quali l’evoluzione verso il cloud, seppur di vario tipo, la diffusione di reti mobili, la consumerizzazione di parte dei dispositivi IT, l’esigenza di una maggior sicurezza.
Emerge però per tutti i punti illustrati, ma altri se ne potrebbero aggiungere connessi all’evoluzione di una smart society e all’industry 4.0, IoT compreso, un denominatore comune che, se non adeguatamente considerato, può inficiare investimenti anche consistenti e inibire o meglio rallentare quell’evoluzione IT che sola mette in grado un’azienda, a prescindere dalle dimensioni e dal settore di appartenenza, di reggere concorrenza e continuare ad esistere e a crescere sul mercato: l’infrastruttura di rete geografica.
Quello della rete è sovente un tasto dolens perché tradizionalmente è un settore dell’ICT che ha fatto vita a sé stante e ha seguito metodi e tempi nella sua evoluzione legata a dinamiche diverse da quelle dell’IT e connesse agli standard internazionali, a infrastrutture di connettività pubbliche, a tempi lunghi per il suo progetto e messa in esercizio, eccetera.
Ora questo è sempre meno accettabile anche se nel momento in cui si affronta il problema la rigidità topologica indotta dalla distribuzione delle reti pubbliche di trasporto a livello di grosse dorsali sul territorio impone necessariamente vincoli nel suo sviluppo.
Se i problemi topologici non sono facilmente superabili, o non lo sono come si vorrebbe, su altri aspetti è possibile però intervenire, come ad esempio rendere più razionale l’accesso ricorrendo a reti mobili, aumentare il livello di sicurezza o far si che si venga a creare un connubio tra caratteristiche della rete e delle applicazioni che sia ottimale.
Quello del tuning automatico tra caratteristiche di rete ed esigenze applicative, ad esempio disponibilità immediata della banda, controllo del jitter e del delay, l’eliminazione di colli di bottiglia, la garanzia su base end-to-end della qualità del servizio, è in sostanza quanto fornito o promesso dalle reti di nuova generazione basate sulla virtualizzazione, e quanto viene riferito come Software Defined Networking, una evoluzione aggiornata di quanto già ampiamente prefigurato dal modello OSI relativo alla interconnessione di sistemi aperti.
Software defined networking: a che punto siamo e che prospettive
.Se la strada è chiara come punto di arrivo cosa riserva però la realtà e a che punto si è in questa evoluzione? La risposta ha provato a darla Riverbed con uno studio che si è proposto di fare il punto sull’evoluzione delle WAN, e cioè le reti di tipo geografico aziendali o di operatore.
L’indagine, ha evidenziato Vittorio Carosone, Regional Sales Director Italia di Riverbed Technology, ha analizzato in particolare l’impatto delle infrastrutture legacy e delle reti next-gen per quanto concerne l’adozione del cloud e la digital transformation di cui è un abilitatore tecnologico e, tramite l’ottimizzazione di Capex e Opex che rende possibile, anche economico.
Un punto appare chiave nello studio. Al momento il 4% dei mille manager intervistati ha affermato di avere una rete SDN installata e di star già incamerando i benefici economici che si erano prefissati con il suo sviluppo. Il restante ha però affermato di pianificare una pari evoluzione nell’arco di quattro anni.
Si tratta di tempistiche molto accelerate che per concretizzarsi richiederanno un nuovo approccio sia ai fornitori di tecnologie di rete che ai service provider, nonché alle aziende impegnate nello sviluppo delle applicazioni.
Correlato all’evoluzione verso una rete SDN c’è, osserva Carosone, il tema del cloud, nelle sue varianti, ma soprattutto in chiave ibrida: il 92% afferma che la strategia cloud in atto all’interno delle rispettive aziende raggiungerà il massimo potenziale solo con una rete next-gen, e il 98% sostiene che una rete next-gen è fondamentale per rispondere alle necessità di business e utenti.
Le spine di una rosa: l’utente, la sicurezza, la gestione
Se, come accennato, l’evoluzione in atto è irreversibile, non per questo non ci sono problemi, problemi che coinvolgono aspetti riferibili come sociali ed altri gestionali.
Tra quelli sociali il fatto che è il cliente che ora viene posto al centro degli sviluppi applicativi. Gestionali perché una rete SDN inserita in un contesto di cloud Ibrido che fa da substrato per un IT anch’esso software defined richiede una organizzazione e una gestione di nuova concezione.
E’ una evoluzione che, se interessa le aziende utilizzatrici, ha un impatto consistente anche sulle aziende produttrici.
«Abbiamo da tempo intrapreso la strada delle reti software defined e del cloud, e negli ultimi due anni abbiamo cambiato profondamente il nostro approccio al mercato per rispondere alle esigenze dei clienti. Da produttori e propositori tramite anche i nostri partner di tecnologie di rete e per la loro ottimizzazione e gestione ci siamo trasformati in azienda che si affianca ai clienti e con loro analizza, identifica e sviluppa la soluzione di rete a loro più confacente per quanto concerne le specifiche esigenze di business. In pratica partiamo dalle esigenze finali del cliente e poi passo per passo torniamo al presente per pianificare assieme i passi intermedi da compiere», ha evidenziato Carosone.
Ma quali sono i punti e le necessità che portano un’azienda a evolvere in chiave SDN?. In sostanza sono:
- Incremento delle performance applicative e automazione
- Connettività unificata, visibilità e monitoraggio di rete
- Aumento della sicurezza
- Integrazione con la WAN optimization
- Connessione cloud con i principali operator (ad es. AWS e Azure)
E, ma questo è da tempo una costante per qualsiasi evoluzione connessa all’IT, la riduzione dei costi.
In particolare, ha illustrato Carosone, oltre che abilitare la digital transformation con soluzioni che ottimizzano le applicazioni nel cloud, Riverbed ha di recente rafforzato anche la sua strategia per la sicurezza di rete proprio per il cloud ibrido. Nello specifico, l’azienda ha annunciato l’integrazione delle sue soluzioni SteelConnect di cloud networking e SD-WAN con la piattaforma di sicurezza per il cloud di Zscaler. L’obiettivo delle due aziende è di favorire l’accelerazione del grado di adozione del cloud e di incorporare il trasporto a larga banda generato da siti e uffici remoti nella rete senza comprometterne però il livello di sicurezza.