Il Mercato Cloud in Italia continua a crescere

Sfiora in Italia i 2 miliardi di euro nel 2017 con +18% rispetto al 2016 il mercato del cloud. In testa PaaS e SaaS

 

Il mercato Cloud in Italia continua a crescere e per il 2017 si stima un incremento del 18% negli ultimi 12 mesi con un giro d’affari di quasi due miliardi di Euro. In relazione alla sola componente di Public & Hybrid Cloud – ovvero i servizi Cloud forniti da provider esterni (AWS, Google, Microsoft Azure e altri) e gli “ibridi” tra provider pubblici e privati –  si stima che il mercato valga 978 milioni, in crescita del 24%.

Il ricorso al Virtual Private Cloud, ovvero l’esternalizzazione delle infrastrutture su porzioni dedicate di Cloud pubblico (che non rispondono quindi alla definizione tipica di Cloud), arriva a valere 520 Milioni di euro, con un tasso di crescita del 16%.

«A livello internazionale il Cloud non conosce crisi, come dimostrano i dati di mercato che proiettano il mercato globale a poco meno di 100 miliardi di dollari per il 2017, con un tasso di crescita del 26% », ha dichiarato Alessandro Piva del Politecnico di Milano.

Tra i fattori che favoriscono alla crescita di questo mercato vi è il piano di sviluppo per la banda larga e il piano triennale per l’informatica di recente approvazione con l’obiettivo di razionalizzazione le infrastrutture degli Enti e di utilizzo di servizi Cloud.

Questo è quanto si deduce  dalla fotografia scattata dall’Osservatorio Cloud & ICT as a Service. Vediamo  alcuni aspetti salienti. Tra i settori più dinamici vi è il manifatturiero, interessato dalle evoluzioni relative al piano Industria 4.0, che hanno portato nuova spinta alla spesa in innovazione digitale.

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Il settore Telco e Media è caratterizzato da tassi di crescita sopra la media, in un percorso di progressivo arricchimento dell’offerta di servizi digitali e di allargamento a differenti canali di fruizione. Anche nelle Utility/Oil & Gas la crescita del Cloud procede a ritmo sostenuto, con numerosi progetti strategici di Cloud Transformation.

Per quanto riguarda le grandi aziende, il 41% del campione fa già ricorso a servizi IaaS e molto diffuse risultano le soluzioni di Virtual Private Cloud (utilizzate dal 55% del totale) che permettono di godere di alcuni benefici del Public Cloud mantenendo un maggior livello di isolamento rispetto agli altri utenti dello stesso servizio.

La diffidenza principale verso l’adozione di soluzioni Cloud – attualmente percepita da un’azienda su due – continua ad essere costituita dall’integrabilità degli applicativi con i Sistemi Informativi interni, seguita dalla tematica della sicurezza e della compliance dei servizi Cloud, percepita come criticità da un terzo delle aziende in particolare,  le Direzioni IT sono spesso diffidenti e caute di fronte alla possibilità di migrare verso soluzioni Cloud, temendo l’insorgere di problematiche relative  alle policy aziendali e alla complessa normativa sul tema.

Crescita trainata da Piattaforma e applicazioni

I più alti tassi di crescita (+45%) riguardano i servizi di Piattaforma (PaaS): tra quelli più diffusi vi sono i database e data service ed i servizi a supporto dello sviluppo mobile e web. Ancora marginali, ma con trend di interesse superiore alla media, le funzionalità di abilitazione all’Artificial intelligence e ai Big Data Analytics.

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Anche i servizi applicativi (SaaS) consolidano la propria crescita (+23%) grazie all’ulteriore accelerazione nell’adozione di servizi di office automation e posta elettronica, arrivati a penetrare un’azienda su due nelle grandi organizzazioni, così come di servizi a supporto della gestione risorse umane ed e-learning (gestione documentale, firma elettronica).

Un elemento di novità è la diffusione di servizi SaaS di Internet of Things (15%) e di artificial intelligence (10%), che pur mostrando un’adozione ancora limitata, sono caratterizzati da un interesse prospettico ben al di sopra della media.

Fra i servizi infrastrutturali (IaaS), nonostante il tasso di crescita più contenuto (+20%) si evidenzia un’ulteriore diffusione dei servizi rispetto al 2016, con l’ambito della continuity & disaster recovery in testa (20%) nelle intenzioni di investimento.

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