Il cloud computing si afferma come la leva strategica per l’innovazione ma i CIO hanno difficoltà nel calcolare il ROI degli investimenti in IT
Insight, player americano attivo nella fornitura di soluzioni tecnologiche e nella consulenza per la gestione di contratti IT complessi, ha diffuso i risultati dell’Insight Intelligent Technology Index 2019, da cui emerge, cosa che però non sorprende, il ruolo strategico dell’innovazione digitale a supporto del business.
I CIO, se ne evince, hanno compreso che la trasformazione non è un traguardo, ma un imperativo strategico che deve essere valutato, gestito e messo in atto considerando però sempre il contesto aziendale di riferimento.
Questa consapevolezza si riflette di conseguenza sulle decisioni di investimento: le aziende italiane prevedono di investire in media oltre 66 milioni di euro nei prossimi 24 mesi in progetti legati alla digital transformation.
“I responsabili IT e le proprie aziende devono stabilire come costruire le conoscenze e le competenze necessarie per garantire il successo dei progetti di innovazione”, ha dichiarato Pietro Marrazzo, Country Manager di Insight in Italia. “Anche se alcuni potrebbero essere in grado di acquisire queste capacità internamente, altri avranno bisogno di aiuto da parte di un partner esterno. In entrambi i casi, comprendere i mutevoli paradigmi della trasformazione digitale è il primo passo verso il raggiungimento di un maggior valore aziendale da parte dell’IT”.
Tre le diverse aree critiche analizzate per il successo delle aziende: cloud e data center, gestione della supply chain IT, Connected Workforce.
Cloud e Data Center
Quando analizzati, condivisi e sfruttati in modo intelligente, i dati possono facilitare un processo decisionale più informato, migliorare la qualità delle offerte e migliorare l’esperienza del cliente.
In effetti, si legge nel report, il 46% (42% in Italia) dei responsabili IT sostengono che le soluzioni di advanced analytics, abilitate da intelligenza artificiale, big data, machine learning e deep learning, sono state fondamentali per le iniziative di innovazione digitale negli ultimi due anni. In prospettiva, il 55% (65% del campione in Italia) è convinto che l’AI e il Machine Learning influenzeranno in modo significativo il futuro dell’IT.
Appare poi significativo che per il 44% degli IT manager italiani il cloud computing sia stata la leva strategica per l’innovazione negli ultimi 24 mesi.
Questa centralità è confermata da un dato: le aziende italiane hanno registrato una media annuale di oltre 32 milioni di euro investiti in questa tecnologia.
Tuttavia, non mancano le preoccupazioni: i responsabili IT riferiscono che il 30% di tale spesa non viene utilizzato e ben il 47% del campione manifesta difficoltà a determinare i carichi di lavoro più adatti per cloud pubblici, privati e ibridi.
“La lettura di questi dati ci suggerisce che le aziende hanno bisogno di un partner competente e affidabile quando si tratta di monitorare l’utilizzo del cloud, controllarne le spese e ottimizzarne gli investimenti. I professionisti IT concordano: il 51% afferma che i system integrator che sono in grado di creare un ambiente dati ibrido avranno un impatto profondo sul futuro dell’IT e, presumibilmente, sul successo organizzativo legato all’utilizzo del cloud”, ha commentato Marrazzo.
La supply chain
Le cifre parlano sa sole. Il 72% dei responsabili IT in Europa (76% in Italia) ritiene che una ottimizzazione della supply chain offra ai propri collaboratori maggiore tempo per concentrarsi sui progetti legati all’innovazione.
Quando viene chiesto di valutare l’efficienza della propria supply chain IT in modo complessivo, il 62% del campione (50% in Italia) la ritiene “molto ottimizzata”.
Quando però si tratta di valutare le singole componenti della catena di fornitura, gli intervistati individuano aree di miglioramento, tra queste la semplificazione dell’approvvigionamento telematico e l’aumento della visibilità delle risorse, del provisioning e del licensing software.
In particolare, 4 responsabili IT su 10 ritengono possibile migliorare il monitoraggio in tempo reale per le operazioni di ordine, imaging e spedizione.
La connected workforce e l’impatto del Cloud
Sono diversi i fattori che spingono le aziende a modernizzare gli ambienti di lavoro, secondo il modello della cosiddetta “connected workforce”.
Da un lato, l’esigenza di adottare soluzioni di collaborazione e comunicazione evolute che consentano ai dipendenti di essere più efficienti, collaborativi e coinvolti.
Dall’altro, la presenza sempre più massiccia in azienda e in ufficio dei “nativi digitali sta plasmando le aspettative e dei dipendenti per quanto riguarda le esperienze tecnologiche sul posto di lavoro.
La transizione verso la connected workforce è evidenziata dai dati della ricerca: più di tre quarti (76% in Europa e in Italia) del campione conferma che i dipendenti hanno una maggiore padronanza della tecnologia rispetto a due anni fa, 7 responsabili IT su 10 (8 su 10 in Italia) ritengono che sia “molto o estremamente importante” per l’IT aziendale replicare le esperienze di tipo consumer, l’adozione di tecnologie all’avanguardia consente di attrarre e trattenere talenti (74% in Europa e in Italia ).
Anche qui il cloud gioca un ruolo fondamentale. Nell’ultimo anno, due terzi (60%) delle aziende coinvolte nel sondaggio hanno migrato servizi e carichi di lavoro su piattaforme basate su cloud così da promuovere flessibilità, continuità e collaborazione, consentendo ai dipendenti di lavorare in qualsiasi momento, da qualsiasi luogo e su qualsiasi dispositivo.
Allo stesso modo, nell’ultimo anno, metà delle aziende ha adottato architetture cloud per migliorare l’identità e la gestione degli accessi.
Un dato conferma il successo delle iniziative in atto: i reclami relativi a esperienze utente non soddisfacenti sono diminuiti nel corso degli ultimi due anni, secondo il 44% del campione (46% in Italia).