Enter ha fatto di OpenStack il supporto per servizi cloud basati sul business. I benefici illustrati da Mariano Cunietti durante l’evento OpenStack Italy
L’arena dei fornitori di infrastrutture e servizi cloud è sempre più affollata. Ma non tutti i fornitori sono uguali e la differenza, mette in guardia Mariano Cunietti, CTO e Cloud & Hosting BU Manager di Enter, operatore e service provider con una propria rete paneuropea, la fa la infrastruttura software su cui i servizi si appoggiano e tramite la quale vengono erogati.
Il dato di fatto, evidenzia come punto di partenza nell’analisi delle considerazioni che hanno contribuito a definire la vision di Enter per il cloud, e illustrate nel corso dell’evento OpenStack Italy svolto proprio presso la sede di Enter a Milano, è che si tratta di un paradigma che sta evolvendo da un livello puramente infrastrutturale a qualcosa di diverso e più integrato con il business.
Il motivo di una tale evoluzione trova la sua genesi nel processo in atto che vede mettere sempre più automazione nei data center con il risultato che i software delle applicazioni possono parlare direttamente sia con altre applicazioni che con l’infrastruttura stessa. In questo l’evoluzione verso il Software Defined Data Center è stato un concreto aiuto.
Il risultato pratico e funzionale al business è che una applicazione può interagire direttamente con l’infrastruttura e autogestire le risorse che le servono liberando dal compito le risorse umane. Allo stesso tempo ne risulta una realtà meno complicata ma più complessa perché ciò apre la strada a un IT del tutto diverso e fortemente decentrato.
In sostanza, l’interazione diretta tra applicazioni e infrastruttura apre la strada al passare da una struttura generale dei sistemi da singola macchina monolitica e centralizzata ad una realtà distribuita costituita da numerosi e più piccole entità IT.
“Il paradigma è passare dal grosso elemento che fa tutto a elementi molto più piccoli che svolgono compiti specifici, e che in quanto tali sono molto più facili da mantenere, con però il problema che sono tanti”, osserva Cunietti.
Una vision per il Cloud basata sulle esigenze del business
La velocità del cambiamento che va sotto il nome di digital transformation e i nuovi paradigmi che si susseguono, dal software defined all’IoT, alla virtualizzazione dei servizi di rete suggeriscono scelte precise e ponderate sia ai fornitori di servizi cloud che agli utilizzatori.
Una volta intrapresa una strada può essere difficile modificare la rotta, soprattutto se si è vincolati ad un hardware e a un software proprietario o limitatamente aperto.
“Per assicurare a noi stessi e di converso ai nostri clienti il massimo di indipendenza abbiamo scelto di sviluppare in house i nostri servizi cloud e di farlo basandoci su OpenStack, perché è la piattaforma software che assicura il massimo della indipendenza e garantisce un alto grado di portabilità di servizi e informazioni in un contesto molto ampio di fornitori di servizi cloud”, ha evidenziato Cunietti.
La scelta di sviluppare quanto più possibile in house i servizi che propone è però solo una parte della vision di Enter volta a fornire al cliente il massimo di garanzia per quanto concerne la portabilità di applicazioni e servizi. Una seconda, non meno importante, è costituita dall’approccio che ha adottato nel confronto dei clienti, un approccio orientato non solo a soddisfare le necessità tecnologiche, comunque risolvibili, ma ad individuare il reale bisogno in relazione al business da perseguire.
“Quando incontriamo un cliente la prima cosa che facciamo è volta a recepire il suo reale bisogno, come possiamo aiutare a risolverlo e solo successivamente passiamo ad individuare gli strumenti e i servizi tecnologici che possono concretizzare la soluzione più adatta” spiega Cunietti.
Per supportare questa modalità di proposta centrata sui bisogni Enter ha sviluppato un insieme di servizi e tecnologie Cloud basate su OpenStack, un sistema operativo Cloud che ha oramai le medesime caratteristiche di Linux quanto a ampia accettazione, e che permette a Enter di costruirvi sopra infrastrutture molto liquide assemblando liberamente diverse componenti in grado nel loro complesso di rispondere in modo spinto e dinamico alle esigenze di business di una specifica azienda.
«E’ un approccio che in modo pragmatico abbiamo sviluppato andando “porta a porta” per recepire quali fossero i bisogni in termine di business, e che ci ha permesso di capire che i processi sono il punto centrale da affrontare e che sono i processi che devono essere stampati dentro il software. Il nostro lavoro è quindi centrato in primis sull’organizzazione dei processi e ciò ha incontrato ampio favore tra i nostri clienti. E’ peraltro un approccio che vogliamo sviluppare e consolidare in modo che tramite i nostri partner possa essere proposto anche a chi non incontriamo direttamente», ha evidenziato Cunietti.
Non che tutto ciò sia stato facile, perché ha implicato un mutamento quasi genetico del convenzionale approccio adottato dai fornitori di servizi e infrastrutture.
«Quello che notiamo è che non parliamo più con il sistemista. Ora parliamo con il CTO, che non è l’IT manager che gestisce infrastruttura e relative problematiche, ma bensì la figura aziendale che determina la strategia. Ma non solo. Parliamo anche con il CEO che è lo stratega dell’azienda, e anche con il CFO, che ha la visione finanziaria. In sostanza, la mutazione quasi genetica che abbiamo intrapreso ci ha portato a parlare sempre meno di tecnologia e sempre più di processi di business. Ascoltiamo le necessità del business e identifichiamo, proponiamo e forniamo la soluzione più adatta”, ha spiegato Cunietti.