Commvault, al top nella Forrester Wave per la protezione dei dati, ha illustrato le sue strategie per garantire dati disponibili e utili per il business
Le dinamiche che stanno interessando le aziende, e le infrastrutture IT che ne abilitano l’operatività, sono numerose e di fonte diversa. Ad aspetti tipicamente di business e di continuità operativa si affiancano temi connessi alle nuove normative, come il GDPR per quanto concerne la portabilità e la sicurezza dei dati in generale o le nuove regole SWIFT che entreranno in vigore da Gennaio per quanto riguarda le transazioni economiche in segmenti di mercato specifici quale quello del Finance.
Se la Sicurezza si evidenzia come uno dei temi portanti dell’attuale trasformazione digitale, non si deve però confondere sicurezza con disponibilità dei dati.
Disponibilità sempre e ovunque è un tema che può o meno inglobare la sicurezza del medesimo ma presenta sfaccettature ed esigenze architetturali anche profondamente diverse. E’ evidente che se l’effrazione interessa dati protetti mediante robusti criteri di cifratura il danno non è lo stesso che nel caso di esfiltrazione di dati in chiaro da parte di un cyber criminale.
Al contrario, se il dato viene perso perché manca una adeguata architettura che ne garantisca il recovery rapido il fatto che fosse protetto o meno da cifratura perde di significato. Il danno c’è e tocca tenerselo.
Il tema è in ogni caso ampio e dibattuto ed è stato affrontato da Vittorio Bitteleri, da luglio il responsabile della sede italiana di Commvault, di fatto tra leader mondiali nel campo della protezione dei dati e quotata al top sia da Gartner che da Forrester Research.
Va osservato che per meglio rispondere alle dinamiche dl mercato e alle esigenze dei settori privati e pubblici la società ha aperto anche una sede a Roma ed ha in corso un costante rafforzamento della propria struttura di supporto al servizio sia dei clienti che dei partner.
Più che la sicurezza in sé e per sé, ha osservato Bitteleri, quello che maggiormente agita il mercato è il data management, ovverossia il come utilizzare il più proficuamente possibile i dati collezionati da fonti variegate e raccolti in un unico silos virtuale per trarne informazioni utili al business. E va da sé che per avere una gestione del dato efficace, e stante le dinamiche che vedono le aziende attive h24, il dato in primis deve essere sempre disponibile.
Di certo è compito dell’IT ideare le soluzioni più adatte all’azienda in base alle specifiche aree di business, ma è compito dei produttori mettere a loro disposizione soluzioni che permettano alle aziende di farlo e di farlo con quanto più possibile all’avanguardia tecnologica e in grado di assicurare apertura, portabilità e garanzia di disponibilità.
Data Management al top con l’indicizzazione nativa e Hyperscale
Commvault riconosce che i responsabili IT e i top manager delle LoB sono in buona parte consci che affrontare temi quali la sicurezza e la portabilità dei dati come richiesto dal GDPR o da SWIFT o da altre normative di categoria è oramai un punto inderogabile. Il problema è però come e con chi farlo.
La realtà dei fatti, osserva Vincenzo Costantino, direttore per il sud EMEA dei servizi tecnici di Commvault, è la complessità derivante dalla varietà degli ambienti tecnologici e di business che ci si trova a gestire.
Questi vanno da ambienti strettamente enterprise a cloud privati, pubblici e ibridi, e per quanto concerne i dati e la loro conservazione include nastri, dischi, server, e il tutto in una versione che può essere fisica o virtuale, e resa ancor più complicata dalla coesistenza di dispositivi di fornitori diversi, e anche quando sono dello stesso fornitore possono appartenere a serie di prodotto diversi o a più generazione dello stesso prodotto. I dati stessi da trattare possono infine essere distribuiti su diversi domini, silos, eccetera.
La complessità nell’assicurare la protezione, un adeguato backup e recovery e la possibilità di trarre informazioni utili da questa mole di dati si può rivelare un compito complesso e non privo di incognite .
Un aspetto critico, ha osservato Costantino, è che molti per anni hanno collezionato dati senza però pensare a un loro successivo utilizzo. Al loro crescere estrarne informazioni utili diventa con il tempo una cosa sempre più complicata se non impossibile.
E’ un problema che invece Commvault ha affrontato sin dalle sue prime soluzioni con un approccio visionario che ha posto al centro delle sue soluzioni la capacità di indicizzazione, cosa che con la recente esplosione dei big data si è rivelata una strategia in grado di fornire una soluzione efficace per il trattamento dei dati e per rispondere alle richieste delle nuove e imperative normative.
Se l’approccio al data management ha trovato una risposta in Commvault sin dalla sua costituzione, non per questo, ha osservato Costantino, ha trascurato aspetti connessi alla disponibilità assoluta del dato.
E lo ha fatto con il rilascio di una architettura Hyperscale con cui si è proposta di risolvere alla radice il problema offerto dalla varietà di sistemi che possono essere presenti in una azienda virtuale estesa ben oltre i propri confini, fisici o virtuali, e all’esigenza di movimentare anche grossi volumi di dati da un ambiente fisico o virtuale all’altro in modo trasparente.
Tra le caratteristiche salienti dell’architettura sviluppata da Commvault il fatto di essere costituita da una griglia di nodi server-based dotati di storage interno e che non necessitano di hardware proprietario. Sui nodi gira il sofwtare Commvault che ne assicura anche la gestione dello storage e l’operatività. Nel caso di esigenze in crescita, osserva Costantino, diventa immediato aggiungere altri nodi.
La solidità dell’architettura è assicurata dal numero stesso dei nodi. In pratica è una soluzione autoridondante in modo nativo che non richiede nodi costosi e che garantisce una elevata disponibilità, a cui affianca una nativa capacità per quanto concerne lo scale-out sia in termini di storage che di capacità computazionale. E, non ultimo, permette di utilizzare nella griglia un mix di nodi basati su macchine differenti e di diversa generazione.
L’architettura può poi essere espansa a comprendere dati distribuiti nel cloud, da cui diventa possibile la portabilità e la movimentazione trasparente dei dati.
Per ambienti Hyperscale,ha poi evidenziato Costantino, Commvault ha anche sviluppato una propria specifica appliance che risponde alle esigenze di aziende che intendono orientarsi verso soluzioni all-in-one e con un approccio one stop shopping.