Smart City: potenzialità da liberare

Secondo la ricerca “Smart City: andare oltre la terra di mezzo” dell'Osservatorio della School of Management del PoliMi nel 2022 il settore in Italia ha generato un giro d’affari di 900 milioni di euro con un +23% sul 2021. I fondi del PNRR hanno aiutato l’accelerazione, ma le iniziative in questo settore sono legate alla realizzazione di singole applicazioni, senza una vera propria visione di insieme

L’Osservatorio Smart City della School of Management del Politecnico di Milano ha presentato la ricerca dal titolo Smart City: andare oltre la ‘terra di mezzo’”, con la quale ha analizzato il mercato Smart City in Italia nel 2022 un settore che è sempre più al centro dell’attenzione nel nostro Paese: cresce il mercato, proliferano i progetti, i comuni italiani iniziano a cogliere i benefici e vogliono continuare a investire nei prossimi anni. Lo scorso anno il mercato Smart City in Italia ha cubato 900 milioni di euro.

Smart City: l’aiuto del PNRR

Anche grazie a questi primi fondi aggiudicati del PNRR, il mercato in Italia registra un tasso di crescita del 23%, più alto rispetto a quello previsto per l’area europea (+9%) e per gli Stati Uniti (13%) e pari solo a quello del continente asiatico (23%). Il 2022 è stato quindi un anno positivo per lo sviluppo delle iniziative di Smart City in Italia: il 21% dei comuni italiani ha dichiarato di aver avviato almeno un progetto nel corso degli ultimi 12 mesi e tale percentuale sale al 39% per i comuni medi e grandi. Anche i trend futuri ci indicano che il numero di progetti avrà una forte crescita: sono infatti in aumento, dal 33% nel 20217 al 41% nel 2022, i comuni che vogliono investire in iniziative di Smart City nel prossimo triennio.

A ritagliarsi le fette più importanti di questo comparto sono applicazioni ormai consolidate e scelte frequentemente dalle amministrazioni comunali, come l’illuminazione pubblica (24% del totale) e la Smart Mobility (21%). Altre applicazioni sono cresciute aiutate anche dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sono state le soluzioni di raccolta e distribuzione dell’energia, come Smart Grid e comunità energetiche rinnovabili (CER) (13%), che hanno superato il più maturo ambito dello Smart Metering e Smart Building (12%).

Città sempre più smart nel futuro

Rispetto all’interesse per gli investimenti nei prossimi anni, emerge che la quasi totalità (89%) delle amministrazioni che negli ultimi anni ha avviato progetti in diverse aree applicative, vuole continuare a investire in nuove iniziative per la Smart City.

Questo dato indica un alto grado di soddisfazione rispetto ai risultati ottenuti o, in ogni caso, una volontà di sviluppare ed approfondire ancora di più il percorso intrapreso. In particolare, questi comuni si concentreranno sullo sviluppo di progetti di smart mobility, smart building e analisi dei dati legati al turismo, alla mobilità e agli eventi in città, tutti ambiti che hanno grande potenziale per lo sviluppo di soluzioni connesse e integrate. In netto contrasto è la posizione dei comuni che non hanno ancora avviato progetti. Tra questi, solo il 28% si dichiara interessata ad implementarli nei prossimi anni. I risultati indicano dunque che il valore della Smart City è percepito nel momento in cui si implementano le soluzioni, mentre è più difficile coglierne il potenziale a priori. È fondamentale dunque intervenire per rimuovere le barriere e gli ostacoli che impediscono l’avvio di progettualità da parte delle amministrazioni: la mancanza di competenze (58% dei casi), di personale (48%) e di fondi (41%) e il limitato interesse da parte degli organi politici (17%).

Fermi a un livello superficiale

«L’aumento delle progettualità e dell’interesse per sviluppi futuri è sicuramente un segnale molto positivo» ha spiegato Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio Smart City. «Esistono tuttavia dei punti di attenzione che impediscono di fare dei veri salti di qualità. Spesso, per esempio, è stata riscontrata una scarsa consapevolezza e conoscenza rispetto alle vere potenzialità delle tecnologie digitali per la Smart City, con molti comuni che sono convinti di adottare applicazioni “smart” quando in realtà sono fermi a un livello ancora superficiale di innovazione». Un esempio su tutti, se consideriamo l’illuminazione pubblica, che è l’applicazione smart più diffusa, i dati della ricerca dicono nel 39% dei comuni che l’hanno implementata, si tratta unicamente di installazione di lampade a LED, mentre nessuna delle amministrazioni ha colto i benefici del telecontrollo o dell’illuminazione adattiva, ancora troppo poco diffusi. Lo stesso vale per la sicurezza: anche in questo caso, le soluzioni più adottate riguardano i circuiti di telecamere connesse (85%), mentre le applicazioni più avanzate di video analytics basate su intelligenza artificiale rappresentano ancora delle best practice rilevate in pochi casi.

Smart city: la valorizzazione dei dati

I progetti di Smart City hanno certamente un grosso potenziale che per essere sfruttato richiede che venga sviluppata una cultura dell’innovazione che permetta di identificarne tutti i vantaggi, compresi quelli che nascono dall’unione di più verticali in sistemi integrati (es. Smart Control Room ). In secondo luogo, bisognerà saper valorizzare al meglio la grande quantità di dati generati dai diversi applicativi. Sotto questo punto di vista, rimane stabile al 60% la percentuale di comuni che li utilizza, in particolar modo per scopi interni e solo secondariamente a supporto delle decisioni pubbliche e dei servizi ai cittadini. Nel 2022 si assiste però a un’importante riduzione degli ostacoli alla valorizzazione dei dati da parte dei comuni: diminuiscono i problemi legati alla mancanza di competenze (-22 punti percentuali rispetto al 2021), alla comprensione del valore generato (-20 punti percentuali) e alla carenza di adeguati sistemi digitali (-27 punti percentuali). Si delinea pertanto un cambio di rotta rispetto a quanto monitorato finora, come dimostra il crescente numero di comuni che si ritiene soddisfatto rispetto a quanto già fatto in termini di analisi e valorizzazione dati (18%, +11 punti percentuali rispetto al 2021).

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