A cinque settimane dalla scadenza ufficiale per l’adeguamento ai termini del regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) , una ricerca globale di NetApp ha rilevato che più di mille decision maker aziendali intervistati in Europa e Stati Uniti, sono preoccupati.
Il sondaggio, completato da Opinion Matters nel marzo 2018, ha coinvolto 1.106 dirigenti, CIO, responsabili IT o altri responsabili coinvolti nelle decisioni di acquisto IT di aziende con 100 o più dipendenti.
Un terzo degli intervistati afferma infatti che la non conformità con il GDPR mette in pericolo la sopravvivenza della propria attività, mentre due terzi degli intervistati hanno espresso una forte preoccupazione sul raggiungimento della conformità entro la scadenza.
I principali risultati evidenziano che:
- Il 35% delle aziende, a livello mondiale, ritiene che il GDPR potrebbe minacciare la loro stessa esistenza, mentre il 51% pensa che potrebbe danneggiare la propria reputazione aziendale.
- Il 67% delle aziende è preoccupato di non rispettare la scadenza.
- Solo il 40% degli intervistati si sente sicuro sul dove sono archiviati i propri dati.
Prevalgono le preoccupazioni sulla scadenza
La scadenza del GDPR si applica a tutte le imprese che trattano dati personali di cittadini UE, innescando alti livelli di preoccupazione tra i responsabili IT globali; il 67% pensa che le proprie attività potrebbero non essere conformi fino a dopo la scadenza.
I responsabili statunitensi sono i meno ottimisti, con oltre tre quarti (76%) che esprimono un certo livello di preoccupazione riguardo alla capacità della propria azienda di rispettare la scadenza.
In Europa, quasi i due terzi (64%) esprimono preoccupazione – un numero che è diminuito solo del 9% negli ultimi 15 mesi: in un precedente sondaggio NetApp dell’inizio del 2017, il 73% degli intervistati in Europa aveva espresso la stessa preoccupazione. La spinta a prepararsi ulteriormente prima della scadenza è molto elevata, con molte aziende che stanno lavorando per risolvere questi problemi.
Manca la consapevolezza su dove siano archiviati i propri dati
Secondo il GDPR, ogni azienda che abbia a che fare con i dati personali di un cittadino UE deve sapere dove sono conservati i propri dati in ogni momento. Questa conoscenza è il primo passo verso la conformità al GDPR.
Tuttavia, il sondaggio mostra che, globalmente, questi livelli di conoscenza sono bassi, con solo il 40% degli intervistati che afferma di poter dire con sicurezza dove sono memorizzati tutti i propri dati.
Gli intervistati americani sono i più consapevoli (52%), mentre in Europa la percentuale è molto più bassa (solo il 35%) – solo del 10% più alta rispetto ai risultati dell’indagine di NetApp del 2017-.
“Sappiamo da tempo che il GDPR sta per arrivare e speravo che il livello di preoccupazione tra le aziende fosse ormai minimo – sostiene Alexander Wallner, Senior Vice President e General Manager di NetApp EMEA -. Dal sondaggio emerge invece che non è così, anche se il GDPR e le questioni sulla conformità dei dati e sulla privacy incideranno indubbiamente sulle imprese che hanno a che fare con dati di cittadini UE. Ma ci sono buone notizie, nonostante la scadenza imminente: l’intero ecosistema della gestione dei dati deve adattarsi ai requisiti del GDPR, dai rivenditori, ai fornitori di cloud, alle imprese produttrici. Le aziende possono pertanto sfruttare questa competenza, creando risorse condivise e business a prova di futuro con con una gestione dei dati conforme al GDPR”.
Anche i siti Web non sono pronti
L’impreparazione si conferma anche a livello del Web.
Il sito vpnMentor ha effettuato un test su 2500 siti Web europei che dovranno seguire la nuova normativa GDPR e ha trovato che, in media, solo il 34 % dei siti è risultata conforme. Il dato per l’Italia arriva a 51%.
Il report è disponibile al seguente link:
https://www.vpnmentor.com/blog/report-only-34-percent-of-websites-in-the-eu-are-ready-for-gdpr/