Nel corso dell’appuntamento europeo di Appian, tenutosi ai primi di dicembre a Londra, l’omonima piattaforma per l’ottimizzazione dei processi aziendali è stata aggiornata con nuove tecnologie, soprattutto legate all’AI, per consentire ai clienti, attraverso Robotic Process Automation, analytics, process mining e data insight, un’orchestrazione intelligente dei propri workflow. Ma se il disegno tecnologico è chiaro, la sua implementazione nelle diverse realtà e culture aziendali, spinge Appian ad affinare di continuo il proprio modello di go-to-market e la governance del proprio ecosistema di partner. Durante la manifestazione abbiamo incontrato Americo Mazzotta, vp EMEA sales di Appian, al quale abbiamo chiesto di approfondire proprio questi aspetti.
Qual è la strategia corretta per incidere in ambienti informativi e organizzativi complessi come quelli delle aziende utenti, che hanno processi strutturati da migliorare, applicando una piattaforma “on top” come Appian?
Il nostro deve essere un approccio consulenziale, un’idea a cui Matt Calkins (il Ceo dell’azienda – ndr) tiene molto e che va di pari passo con l’evoluzione della piattaforma. Dobbiamo dare alla tecnologia, applicabile alle aree di business dei clienti, un ruolo di abilitatore dei loro percorsi di innovazione. Il punto di partenza è stabilire una sorta di partnership con i clienti e con l’ecosistema dei partner per identificare le sfide e le criticità a livello business, e da queste risalire con un disegno tecnologico ottimale della piattaforma per migliorare la parte di process orchestration. Ma l’obiettivo condiviso dev’essere di concretizzare le aspettative di innovazione di business, non solo eliminare i problemi e i colli di bottiglia.
Che ruolo gioca l’innovazione tecnologica nella piattaforma Appian?
C’è uno sviluppo tecnologico importante: AI, Auto scale, ProcessHQ sono tutti elementi che determinano la capacità di supportare le aziende nel miglioramento dei loro processi, acquisendo informazioni e indicazioni di evoluzione grazie ad agenti intelligenti integrati e alla diffusione di tecnologie di AI e ML sicure. Proponiamo Appian come layer aggiuntivo per sistemi e processi critici aziendali allo scopo di creare una visione a 360 gradi del business.
Quanto oggi, queste piattaforme sempre più smart e autonomous, “devono fare i conti” con elementi organizzativi? Considerando che nelle aziende è ancora presente una certa rigidità operativa e una resistenza culturale al cambiamento.
Torniamo alla necessità di affrontare questi problemi con un approccio consulenziale. Per inserire una tecnologia come Appian nell’ambiente informativo di un cliente serve considerare elementi di organizzazione, di change management, identificando bene le aree in cui può generare il valore maggiore. è un lavoro complesso ma necessario per ottenere benefici tangibili e va anche fatto in tempi brevi perché se il cliente non trova rapidamente efficacia, si chiede subito dove è il ROI.
Come questo approccio consulenziale definisce i rapporti con i partner?
Lo va a intensificare. Spinge a creare sinergie fin dall’inizio del ciclo di vendita. Le opportunità per i partner sono molteplici in tutte le fasi del rapporto con il cliente. Abbiamo lavorato molto nella creazione di un modello che va a differenziarsi nei vari approcci: partner focalizzati sull’adozione di soluzioni per settori e territori; partnership con i global system integrator per garantire best practice a livello globale. Ci sono anche casi in cui abbiamo un approccio di go-to-market diretto, con un sales team e servizi professionali. Cambia molto dalle varie region. Tuttavia l’obiettivo è sempre lo stesso: creare valore di business. Penso sia ormai tempo di parlare di innovation. E per questo serve un commitment forte a livello di top management, perché spesso nelle aziende riscontriamo dinamiche che ostacolano fortemente la trasformazione profonda. Ma se l’obiettivo Appian è di proporre una piattaforma in grado di abilitare vera innovazione dobbiamo partire dall’ottimizzazione dei processi per arrivare al vero ripensamento dei modelli di business.