Uno dei nuovi sistemi di telecomunicazione emergenti è il LiFi ottico, un sistema di trasmissione che anziché le onde elettromagnetiche sfrutta la luce. Dopo il necessario periodo di sperimentazione, il light fidelity è diventato pienamente disponibile, supportato anche dalla definizione dello standard IEEE 802.11bb.

In Italia, il LiFi sta guadagnando popolarità, in parte grazie alla startup To Be guidata dal Ceo Francesco Paolo Russo, che si impegna da anni nello sviluppo di dispositivi e implementazioni in questa tecnologia. To Be ha organizzato un evento di divulgazione a Roma, ospitato dal contenitore della Roma Future Week 2023.
Semplificando, il LiFi si basa su sequenze di accensione e spegnimento della luce ad alta velocità. Può essere usato con sistemi dedicati (anche in infrarosso, che è invisibile) e per lampade commerciali domestiche: in quest’ultimo caso la funzione lifi non interferisce con la vista. Grazie a velocità, precisione e sicurezza, il Lifi è ideale per molteplici situazioni: siti archeologici, ospedali, scuole e anche alcune applicazioni militari.
Il sistema è molto veloce perché la luce ha una frequenza superiore a quella delle onde radio normalmente impiegate nelle telecomunicazioni. Come tale, permette velocità già oggi superiori ai 200 gigabit al secondo. Ma in teoria la frequenza di trasmissione, e quindi la quantità di dati, potrebbe salire ancora – e di molto.
Un altro vantaggio significativo del nuovo standard è la sua capacità di localizzare con precisione le posizioni in ambienti chiusi. In questo specifico ambito, mentre il LiFi ha una precisione di pochi centimetri, il suo principale concorrente, il Bluetooth Low Energy, ha una imprecisione di svariati metri.
Non ci sono emissioni radio
Già oggi, il LiFi ha molteplici applicazioni. Essendo un sistema basato sulla luce, è sicuro al di fuori della linea diretta che collega emettitore e ricevitore. Mentre le onde radio possono essere rilevate all’esterno dell’ambiente specifico, per intercettare dati ottici è necessario essere molto vicini e all’interno dell’area di trasmissione.
Sempre nella direzione della sostenibilità va anche il fatto che non si tratta di un’emissione elettromagnetica ma di luce, che sia scientificamente sia mediaticamente risolve il problema della dannosità delle onde radio in determinate circostanze.
Un positivo effetto collaterale dell’adozione del LiFi è che essendo basato su lampade LED, forza la transizione dalle vecchie tecnologie di illuminazione a quelle moderne, un cambiamento che in molti luoghi d’Italia ancora non è stato attuato.
Ideale in molti ambiti
I problemi di questa tecnologia verranno meglio inquadrati una volta che la sua diffusione si sarà ampliata. Oggi il principale limite del LiFi è la necessità di un collegamento ottico diretto e ininterrotto tra sorgente e ricevitore. Questa caratteristica potrebbe impedirgli di diventare la tecnologia dominante, senza impedire una morbida integrazione con altre tecnologie tradizionali in vari ambienti. Infatti usando la luce in modi specifici, come modulando l’infrarosso, può funzionare anche come infrastruttura di trasmissione dati su nodi al momento poco distanti tra loro.
Il vero test per questa tecnologia sarà la definizione dell’ecosistema. In particolare sarebbe determinante la sua integrazione in dispositivi portatili come gli smartphone, ma per questo bisognerà attendere ancora un po’ di tempo.